Riceviamo dal Comitato Salvaguardia di Allerona Scalo una lunga nota in cui si parla del muro che sta per essere costruito all’entrata del paese. Per contrastarne la costruzione, definita dai cittadini “uno scempio ambientale”, ne era nato, appunto, un comitato che ha portato avanti un’azione legale contro il Consorzio di Bonifica, ente attuatore dell’opera. L’azione, però, si è fermata al tribunale di Terni che, con un’ordinanza, ha informato di non avere la competenza per esaminare il caso.
Ecco il testo della lettera del Comitato:
Il Comitato Salvaguardia di Allerona Scalo ritiene opportuno informare i concittadini sull’ esito dell’azione legale che si è tenuta presso il Tribunale Ordinario di Terni, intrapresa con il reclamo nei confronti del Consorzio di Bonifica Val di Chiana Romana – Val di Paglia e la Regione Umbria, inerente i lavori da realizzare contestualmente alla costruzione del famoso “Muro”, ovvero del nuovo argine che costeggia la strada provinciale n. 48 all’entrata del paese. Questa comunicazione ha lo scopo di salvaguardare e tutelare il nostro paese da eventi che si potrebbero manifestare in futuro.
L’ azione legale del Comitato, con il supporto dei tecnici incaricati, è stata basata sul temuto danno che la costruzione dell’argine ( il Muro) potrebbe provocare al centro abitato se a monte del fiume Paglia non venissero eseguiti dei lavori di manutenzione e regimentazione delle acque, ivi compresi quelli degli affluenti. Infatti, come dagli studi effettuati dai progettisti del Consorzio e del CNR, si constata che nel caso in cui si verificherebbe una piena cinquecentennale o duecentennale, rimanendo l’opera incompiuta, la grande massa d’acqua da loro ipotizzata giungerà con furia addosso al muro ed andrà a creare un vero e proprio lago, un invaso, producendo quindi una forte pressione contro il “Muro” e sempre che questo tenga e non crolli, l’acqua trasborderà ai lati mettendo a repentaglio le abitazioni della frazione Pianlungo. A titolo di cronaca, l’inondazione del 2012 viene catalogata come piena con frequenza cinquantennale.
Preme sottolineare che, durante le riunioni con i tecnici del Consorzio, della Regione e del Comune di Castel Viscardo, si è appreso che non è stato valutato a sufficienza l’impatto ambientale dell’opera in quel particolare contesto ovvero, a ridosso dei piloni della ferrovia ad alta velocità. Sicuramente uno studio, una progettazione alternativa e più innovativa a basso impatto ambientale, come viene applicata in altri luoghi d’Italia e dell’Europa più avanzati, sarebbe stata preferibile.
L’ altro errore di valutazione e programmazione è quello di non aver studiato e verificato il piano regolatore di Castel Viscardo ed Allerona, ove vi è riportata la variante in direzione Allerona, tanto è vero che a lavori iniziati non era stata deliberata nessuna modifica al piano stesso. Il progetto “variante” nacque più di 20 anni fa per alleggerire il traffico nel centro abitato, successivamente è stato confermato che quest’opera poteva fungere anche da argine. Forse l’impatto ambientale della strada costruita su di un terrapieno rialzato sarebbe stato lo stesso, qualcuno dice peggio ! Chissà ! Se non altro, la strada/argine avrebbe garantito un ulteriore servizio ai cittadini, innalzando la loro qualità della vita e mettendo in sicurezza pedoni e case poste lungo l’arteria principale, quest’ultime già danneggiate delle vibrazioni prodotte dall’elevato traffico.
I tecnici incaricati dal Comitato hanno approfondito la progettazione del “Muro” ed i loro studi evidenziano delle carenze tecniche, delle quali nell’ istanza non si è fatta menzione poiché la competenza giuridica è del Tribunale delle Acque e non di quello Ordinario. Per avviare una causa con Il Tribunale della Acque bisognava disporre di una somma di denaro che non c’era. La raccolta fondi presso la banca BCC agenzia di Allerona Scalo è stata molto limitata, circa 1.900 euro, totalmente insufficienti per sostenere anche la più semplice delle cause ed è solo grazie al contributo economico di pochissimi cittadini che si è riusciti ad andare avanti con il reclamo. Veramente poco per un tema così scottante che tocca l’incolumità dei concittadini ed i loro interessi economici. Il Comitato credeva che la cittadinanza avesse percepito la gravità della questione e confidava in un suo impegno economico maggiore, mancanze date da una comunicazione probabilmente non mirata . Le sentenze già pronunciate a favore dei cittadini da altri tribunali in Italia per casi simili a questo e la disponibilità economica, ha obbligato il Comitato a scegliere di presentare il reclamo presso il Tribunale Ordinario di Terni.
E’ doveroso informare che attualmente la maggior parte del paese che ricade nel comune di Castel Viscardo è classificata R4 ovvero Rischio Idrogeologico ed Idraulico Molto Elevato ed in avvenire R2 Rischio Medio. Attualmente questa classificazione ha comportato la sospensione delle nuove costruzioni in frazione Pianlungo ed ha prodotto una svalutazione immobiliare, delle civili abitazioni e delle aziende, sia che esse ricadono sotto il Comune di Castel Viscardo o in quello di Allerona. Da tener presente che il mercato immobiliare fa riferimento all’intero paese e non considera il confine tra i due comuni sito lì, al fatidico “Stop” !
Nell’immediato futuro i cittadini, in modo congiunto, dovrebbero richiedere una rivalutazione catastale dei loro immobili poiché i valori attribuiti non sono più congrui con ciò che stabilisce il piano regolatore vigente. Il piano regolatore di Pianlungo è bloccato, nessun proprietario di immobili o terreni fabbricabili può costruire, intanto l’ IMU viene regolarmente pagata e non ha subito nessun tipo di variazione a ribasso. Per quanto concerne i proprietari dei vigneti dietro all’argine, oltre ad aver subito maggiormente un danno ambientale/paesaggistico che rimane difficile quantificare, è palese a tutti che le loro proprietà di fatto gravitano sopra il “letto di fiume”, ovvero su di un terreno ufficialmente destinato alla piena del fiume Paglia. A voi le conclusioni.
Purtroppo l’azione legale del Comitato non ha avuto sentenza, c’era d’aspettarselo per una serie di motivi. Il Tribunale Ordinario di Terni, diversamente ad altri Tribunali Ordinari d’Italia, con ordinanza ha deciso che non ha la competenza per esaminare il caso e perciò alla fine non esistono né vinti né vincitori. La faccenda comunque rimane ad oggi aperta, tuttavia il Comitato non è rimasto deluso dalla decisione del giudice poichè essendosi costituito un pregresso giuridico, semmai in futuro si verificasse una piena del Paglia che dovesse arrecare danni a qualcuno o a qualcosa, con il reclamo presentato sussistono tutti i presupposti giuridici per richiedere alle Istituzioni di competenza il risarcimento del danno.
Il Comitato Salvaguardia di Allerona Scalo nacque con uno scopo molto ambizioso, quello di tutelare il paese. Nel momento in cui, in pochi giorni, i residenti ignari di ciò che stava avvenendo videro crescere un “Muro” alto più di tre metri di cemento armato, alcuni (più di 400 persone con la raccolta firme), capirono che per il bene dell’intera collettività bisognava valorizzare il centro abitato e non deturparlo, pur attraverso la costruzione di opere finalizzate alla difesa dello stesso. Il Comitato potrebbe proseguire nella sua impresa ma se non sollecitata, stimolata e supportata fattivamente dai concittadini, l’ esperienza si esaurisce. Per perseguire lo scopo è necessario il coinvolgimento e l’aiuto di tutti, altrimenti vengono meno i valori e le motivazioni che sostengono le attività atte alla salvaguardia ed alla crescita del bene comune del paese. Rimaniamo a disposizione per ulteriori informazioni e se richiesti ai fini consentiti per legge, per la produzione di copie dei documenti di cui disponiamo. Ai concittadini ed ai posteri spetta, l’ardua sentenza !