Una mostra, due musei. Una straordinaria scultura etrusca e un ricchissimo corredo funerario al centro di un’interessante e innovativa esposizione allestita ad Orvieto
“Nella prima settimana di novembre esplorava una tomba, la quale per la sua importanza sia di costruzione, che per gli oggetti contenutivi esige che sia particolarmente descritta”, così scriveva Gian Francesco Gamurrini nel primo resoconto della scoperta della tomba del Guerriero pubblicato nel fascicolo, relativo al febbraio 1881, della rivista “Notizie degli Scavi di Antichità”.
La scoperta era stata effettuata da Riccardo Mancini mentre conduceva indagini archeologiche in terreni di sua proprietà. Il suggerimento di G.F. Gamurrini, uno dei maggiori archeologi del suo tempo, è stato alla base del progetto della mostra L’intrepido Larth. Storia di un guerriero etrusco allestita presso il Museo “Claudio Faina” e il Museo Archeologico Nazionale di Orvieto (12 aprile -17 settembre 2017), due luoghi della cultura che si affacciano sulla stessa Piazza del Duomo e che – per motivi diversi – possono essere considerati i testimoni di una stagione dell’archeologia orvietana particolarmente vivace e che portò al pieno riconoscimento dell’etruscità della città.
Un periodo intenso di scavi e ricerche, con le sue luci e le sue ombre, che venne avviato dalla scoperta delle tombe dipinte Golini I e II in località Settecamini nel 1863 e si concluse nei primi anni del Novecento, quando il Regno d’Italia riuscì a dotarsi di una legge in grado di assicurare la tutela del patrimonio archeologico nazionale.
Lungo il percorso espositivo – articolato significativamente attraverso i due musei – si potranno analizzare i tempi e i modi della scoperta (Museo “Claudio Faina”) e osservare il ricco corredo funerario che caratterizzava la tomba e, al cui interno, spiccano una serie di vasi attici di particolare interesse (Museo Archeologico Nazionale di Orvieto). Si potrà, inoltre, tornare ad osservare, con una consapevolezza maggiore, il cippo a testa di guerriero che si conferma come una delle opere più riuscite della scultura in pietra degli Etruschi. L’esposizione, che costituisce l’occasione per visitare o tornare a visitare i due musei archeologici orvietani, è organizzata dalla Fondazione per il Museo “Claudio Faina” e dal Polo Museale dell’Umbria ed è curata da Luana Cenciaioli e Giuseppe M. Della Fina. Il catalogo è pubblicato dalle Edizioni Quasar (Roma).