di Valeria Cioccolo
Il lavoro. Un tema caldo, di grandissima rilevanza umana e sociale. Riguarda in misura diversa tutte le generazioni, in modo spesso drammatico. Da una parte ci sono i dati, con cui istituzioni e enti di ricerca bombardano l’opinione pubblica e che vengono letti in modo contraddittorio perché usati dal politico di turno che li usa o per sottolineare l’efficacia della propria gestione o viceversa per bocciare gli avversari. Queste statistiche che ormai a scadenze sempre più ravvicinate ci raccontano il gravissimo problema legato alla disoccupazione giovanile. Alla fine del 2016 i giovani disoccupati erano 3 milioni, poco meno del 40% del totale.
Tra questi i “neet” (giovani che non lavorano, non studiano, non si formano) sono circa 1,5 milioni tra i giovani 15-29 anni. E come non ricordare che anche gli adulti 40-50enni che sono nel pieno del loro potenziale sono perseguitati ancora dal precariato, se ne non dal lavoro nero. Un quadro drammatico che già conosciamo e su cui si potrebbe parlarne all’infinito, lavoro che non c’è, lavoro ‘povero’, lavoro privo di dignità. Ma Rete Famiglia vuole ripartire dalle parole di Papa Francesco che afferma che il lavoro è quell’attività in cui “l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita. Il giusto salario permette l’accesso adeguato agli altri beni che sono destinati all’uso comune” e aprire forse un barlume di speranza, perché in qualche caso sembra che le coscienze si stiano muovendo.
Qualche mente più illuminata sta cominciando a parlare del lavoratore non più come un elemento del ‘mercato’, ma come persona. Finalmente! Nella sua Dottrina sociale la Chiesa lo afferma dall’inizio. Mi piace ricordare l’esempio di un imprenditore della nostra terra, l’Umbria, che mi ha colpito perché ha unito alla parola Capitalismo quello di Umanesimo.
Definisce la sua impresa un’impresa umanistica, dicendo: “Sogno una forma di capitalismo umanistico contemporaneo con forti radici antiche, dove il profitto si consegua senza danno o offesa per alcuno, e parte dello stesso si utilizzi per ogni iniziativa in grado di migliorare concretamente la condizione della vita umana: servizi, scuole, luoghi di culto e recupero dei beni culturali”(B.Cucinelli), in cui al centro ci sia soprattutto l’uomo con la sua dignità. Il cammino da fare è lungo. La realtà orvietana è anche più drammatica di altre su questo fronte probabilmente, lo vediamo nelle richieste di aiuto che arrivano. Col tempo forse si riuscirà a realizzare anche qui una complementarietà virtuosa, che non agisca nell’emergenza, ma riesca a far fruttare le molte ricchezze del territorio, i beni culturali in primis.
Il delicato ed importante tema del lavoro, nella sua centralità per il Paese, sarà affrontato anche nella 48ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia (Cagliari, 26-29 ottobre 2017).