ORVIETO – La ripresa delle indagini presso la necropoli etrusca di Crocifisso del Tufo ha come scopo la valorizzazione del sito ed una migliore comprensione dello sviluppo planimetrico di una delle più importanti aree archeologiche aperte al pubblico della nostra città. La presenza di pregevoli reperti ha suscitato, nel corso dei secoli, la cupidigia di “ricercatori” e avventurieri ed è solamente a partire dagli anni ’60 del secolo scorso che sono state intraprese indagini scientifiche.
Il settore della necropoli in cui si sono concentrate le ricerche tra il 2015 e il 2016 è stato infatti interessato da scavi già nel XIX secolo, un’attività certificata dalla presenza numerose trincee, spesso letteralmente riempite da reperti archeologici, che al tempo vennero abbandonati perché ritenuti “di niuno
conto”.
Nel corso del 2016 le indagini sono state estese ad un altro isolato di tombe
a camera. Una di queste, la n. 203, ha restituito un ricchissimo corredo, che
comprende alcuni monili in oro, almeno quattro vasi di produzione greca,
buccheri ed elementi in bronzo. Si tratta di reperti databili tra il 550 ed il 520/510 a.C. Una sepoltura a cassetta ancora inviolata è stata individuata presso l’ingresso della tomba 203, con un corredo di vasi in bucchero ed una piccola lancia in ferro. Su una minuscola banchina posta all’interno del sepolcro era ancora adagiato un osso, forse animale. La tomba potrebbe essere quindi un cenotafio.
La mostra che si inaugura presso l’antiquarium della necropoli, intitolato all’archeologo Mario Bizzarri che negli anni ’60 ne riprese le indagini, espone la ricostruzione della piccola tomba a casetta ed i preziosi elementi del corredo della tomba 203. La campagna di scavo 2017 prenderà il via a partire dalla fine di maggio e continuerà sino alla fine di agosto. La mostra si concluderà qualche giorno dopo, il 3 settembre. Ci sono buone possibilità che i rinvenimenti 2017 siano i protagonisti di un altro evento simile da tenersi entro la fine dell’anno.
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