di Valeria Cioccolo
Alessandra ha 16 anni, frequenta il terzo anno di scuola superiore. La mattina in classe la professoressa la chiama per un’interrogazione. Lei non è pronta, e non riesce emotivamente a sostenere questa prova. Scoppia in lacrime. Eppure nella vita le sfide e le battaglie sono pane quotidiano. Un’interrogazione non è certo una tragedia eppure viene affrontata spesso come tale.
Ne parliamo con Roberta (nome di fantasia) insegnante di una scuola superiore di Orvieto. “Questo atteggiamento – spiega – è sempre più frequente tra i ragazzi adolescenti. Hanno modi da ‘duri’, spesso provocatori, si atteggiano a comportamenti che li dovrebbero far sembrare più grandi. Ma nella mia esperienza ho notato che, nel corso degli anni, i ragazzi hanno sempre più difficoltà a relazionarsi e soprattutto ad affrontare situazioni che dovrebbero denotare maturità. Se si piange per un’interrogazione, cosa succederà domani ad un colloquio di lavoro? Non si può certo essere preparati ad ogni domanda e la ‘bravura’ sta proprio nel non darsi vedere nel panico. Quello che posso dire è invece di considerarla una nemica, la scuola può aiutare”.
Come?
“Ritengo che il compito sia soprattutto degli insegnanti. Ogni ragazzo e ragazza è una storia a sé, il lavoro del docente è anche questo, ed è la parte più impegnativa ma più bella a mio parere, di leggere cosa i ragazzi dicono tra le parole, i malesseri, e negli atteggiamenti di rabbia e di ribellione. La ‘personalizzazione’ dei percorsi di studio per quanto mi riguarda consiste anche in questo, nel cercare di capire come ognuno può essere aiutato a dare il meglio. Le risposte che ricevo dai ragazzi sono molto positive”.
Non solo lezioni, la scuola è ricchezza per la vita
“Proprio per questo posso dire che la scuola non è solo un impartire lezioni sulle varie materie, letteratura, scienze, matematica, il contesto scolastico non è esclusivamente luogo di apprendimento, ma incide su sul benessere individuale e relazionale. L’istruzione ha il compito fondamentale di attrezzare la persona, accrescendone le abilità e le conoscenze, promuovendo la capacità di stare con gli altri, diventa una risorsa utile per affrontare la vita”.
Rete Famiglia è disponibile per aiuto e supporto con il Centro di Ascolto: contatto e-mail: retefamigliaorvieto@gmail.com – Sede: Orvieto in via Soliana 1/A (tra Piazza Marconi e il Duomo) – Orari: martedì mattina dalle 9.00 alle 11.30 e nel medesimo orario l’ultimo sabato del mese; giovedì pomeriggio dalle 16.00 alle 18.00; Telefono: 0763/395010 negli orari di apertura.