Stop dei fanghi in discarica, la Sii chiede aiuto al prefetto per la convocazione urgente di un tavolo con Regione, Comune, Acea e Arpa. Il motivo è spiegato dal direttore regionale del Sii, Paolo Rueca in due missive – datate 16 febbraio e 28 febbraio – indirizzate ai competenti uffici della Regione, all’Arpa, al Comune di Terni, alla Prefettura di Terni, all’Ati4, all’Asm, alla società Umbriadue e all’Acea.
Nelle lettere, Rueca, spiega che, a causa del recepimento delle nuove linee guida dettate dall’Ispra (Istituto superiore protezione ambientale) sui criteri tecnici per stabilire quando il trattamento dei liquami-fanghi urbani sia o meno necessario in discarica, “la società Acea Ambiente con nota del 3 febbraio 2017, comunicava alla Sii la sospensione dei conferimenti dei fanghi di depurazione presso la discarica di Orvieto, fino alla ricezione di caratterizzazione analitica con l’introduzione dei parametri richiesti dalle nuove linee guida.
La Sii si è prontamente attivata per produrre la nuova caratterizzazione e ricercare sistemi alternativi di smaltimento rispetto alla discarica”.
I fanghi sono quelli prodotti dai depuratori dei reflui fognari di tipo urbano, con particolare riferimento a quelli residui delle attività dell’impianto di Terni Via Vanzetti.
La richiesta è stata inoltrata proprio per discutere la situazione venutasi a creare dopo l’emanazione delle nuove linee guida Ispra che hanno introdotto nuovi parametri di caratterizzazione per alcune tipologie di rifiuto. “Le linee guida – spiega il direttore generale – non hanno ancora beneficiato dell’emanazione di conseguenti decreti attuativi creando una situazione di incertezza che non vale solo per Terni ma per l’intero territorio nazionale.
Molte altre realtà si trovano infatti oggi – prosegue – nelle medesime condizioni, tanto che è stato posto un quesito ufficiale, anche dalla Regione Umbria, al ministero dell’Ambiente chiedendo lumi circa la legittimità dell’immediata adozione della normativa tecnica da parte dei siti di smaltimento”. Come ricorda sempre Rueca, la discarica di Acea di Orvieto, come peraltro tutti i siti di smaltimento sul territorio nazionale, in funzione di norme tecniche emanate da Ispra senza che le stesse siano state recepite e validate da un decreto legge, ha cautelativamente vietato il conferimento dei fanghi presso il sito.
In particolare dall’oggi al domani i fanghi, per poter essere smaltiti, devono essere conformi ad un nuovo parametro relativo alla putrescibilità e pertanto devono essere assoggettati ad un ulteriore trattamento. “Questo ha comportato – sostiene ancora il direttore generale – una serie di problematiche per la gestione dei fanghi nel nostro impianto caratterizzato dallo spargimento sui letti di elevata quantità di prodotto finale per assoggettarlo ad un trattamento finale di stabilizzazione.
L’alternativa – puntualizza Rueca – consiste nel trovare impianti autorizzati al trattamento, ma ad oggi non si trovano strutture con le volumetrie necessarie ed in più i costi stanno elevandosi in maniera preoccupante con riflessi sulla tariffa. Questa situazione – conclude il direttore generale – ha creato presso il nostro impianto di Terni una seria problematica di emissioni odorigine in quanto il fango rimane deposto sui letti per molti giorni creando notevole disagio alla popolazione”.