Dopo il duro j’accuse di Carlo Pagnotta, il patron del jazz in Umbria, arriva subito la replica da parte della Te.Ma per bocca di Cristina Calcagni, membro del cda. “L’evento UJW – ricorda Calcagni – impegna circa 700.000 euro per 5 giorni all’anno, reperiti con enormi difficolta ed unicamente dall’associazione Te.Ma, la quale con un largo anticipo sull’evento apre a firma del Presidente una fideiussione per pagare anticipatamente i viaggi e il necessario a tutti gli artisti coinvolti”.
“E’ intollerabile che il sig. Pagnotta – afferma Calcagni – imponga al primo cittadino scelte non di sua competenza ed invero il tutto senza una qualsiasi reazione da parte del primo cittadino stesso”.
“Ancora una volta – prosegue – nel silenzio di chi ci governa e all’interno di un esercizio commerciale di un nostro concittadino, il direttore artistico della Fondazione UJW si presenta senza invito alla stampa e alla collettività orvietana, esternando con carte alla mano, ovvero quelle prodotte dal Consiglio di Amministrazione della Te.Ma ed illustrate in occasione dell’ultima assemblea dei soci, mettendo in dubbio la professionalità e la cristallinità dell’operato non solo del CdA ma anche dei numerosi professionisti che lo hanno confezionato secondo la normativa vigente e nel totale rispetto delle regole contabili e sostanziali.
Il sig. Pagnotta ha dichiarato che per 22 edizioni non ci sono stati problemi nell’organizzazione della manifestazione UJW ad Orvieto. Ovvero edizioni precedenti a questo CdA. Probabilmente così come ha dichiarato tale manifestazione assorbe denaro pubblico in dimensioni largamente esorbitanti rispetto a quanto il Comune abbia avuto o ha intenzione di spendere. A dimostrazione di questo assunto l’edizione 18 di UJW maturava un debito di 224.589,00 che doveva esser sanato dal Comune di Orvieto, il quale si impegnava con delibera n. 142 del 21.10.2010 a contribuire nella misura di 299.000 euro per quell’edizione. Per questo importo fu autorizzato dal Comune all’allora CdA l’apertura di un altro mutuo presso l’Istituto CREDIUMBRIA.
Tale impegno oggi messo in discussione dal Comune è uno dei principali elementi di poca chiarezza che animano il dibattito cittadino nei confronti dell’amministrazione comunale, così come il nulla Osta del Comune sulla maxi rata da pagare a saldo di un’altra convenzione con un altro mutuo di 900.000 nei confronti della CRO”.
E poi ancora. “A poco serve per il Sig. Pagnotta – aggiunge Calcagni – verificare che l’edizione 23 del 2015 integralmente gestita dalla Associazione Te.Ma abbia chiuso con un leggero margine di 3.000 euro mantenendo inalterati gli standard qualitativi di detta manifestazione, sembra che se non si sforano i budget e non si buttano i denari pubblici non sia possibile fare cultura. Mi preme ricordare che in aggiunta a questa prestazione economica è stata prodotta una stagione teatrale che ha avuto 7 spettacoli formativi, sociali e culturali offerti agli studenti e ai soci a titolo gratuito. Questo è lo spirito imprenditoriale con il quale si fa cultura non bruciando risorse pubbliche sull’altare di un’unica manifestazione ancorchè significativa ma non esaustiva per la vita culturale di una collettività.
Incredibile per me ascoltare le parole del sig. Tizi, il quale si autodefinisce uno dei fondatori dell’Associazione Te.Ma e perciò si presume l’abbia accompagnata in tutti gli anni nei quali la stessa abbia maturato oltre un milione di euro di debito, sentire l’impellente esigenza di abbandonarla nel momento in cui un CdA cercava di operare pur nelle ristrettezze economiche a disposizione per fornire un servizio alla collettività adducendo come motivazione pubblica la sua impossibilità di contrastare la gestione di questo CdA.
Per contro le motivazioni addotte all’interno del CdA stesso, atti che ricordo sono per loro natura pubblici poiché atti di una associazione pubblica controllata dal Comune, che in assenza di contributi straordinari da parte del Comune, a poco valeva darsi pena amministrare la cultura in questa città e di fronte ad una gestione che aveva la grande colpa di condurre questa amministrazione con un bilancio in attivo di 7000 euro.
In questo quadro si inserisce la stravagante, misogina e profondamente antifemminista richiesta da parte del Sig. Pagnotta al Sindaco di Orvieto di farsi forte dei propri “attributi” per cacciare questo CdA , di cui mi onoro di far parte e che si è presentato dimissionario all’assemblea dei soci ottenendo il respingimento di tali dimissioni con l’appoggio del sindaco stesso, perché lui UJW 25 la farà ugualmente senza la Te.Ma o in subordine con un CdA nominato forse direttamente da lui.
L’arroganza con la quale si è presentato ad Orvieto per la seconda volta inveendo contro chi ha gestito con oculatezza e trasparenza le risorse della collettività orvietana, offendono non solo chi è stato oggetto di strumentali critiche ma la città tutta, che pur vedendo in questa manifestazione Umbria Jazz Winter un appuntamento fondamentale per l’economia turistica culturale, ha ben chiaro che non si può confondere la gratitudine con la sudditanza nei confronti della direzione artistica di UJW, la quale piuttosto che occuparsi della qualità del food and beverage ovvero schierarsi e fomentando fazioni con azioni divisive nella città, sarebbe opportuno si occupasse di fornire un’offerta qualitativa dal punto di vista artistico che riporti tale evento agli onori della sua fama”.
“Mi preme concludere che non si esce dalla voragine di depressione socio/economica nella quale si dibatte la nostra città, senza il coraggio di denunciare con forza quei meccanismi che in disprezzo delle regole della convivenza civile e forse anche della legge, la hanno generata. Una battaglia per la Te.Ma non è solo la battaglia per il mantenimento del Teatro per gli orvietani , battaglia per la quale i nostri concittadini ternani si stanno in queste ore mobilitando con forza per correggere errate scelte del passato, ma è una battaglia sui principi e i valori costituenti di una collettività che deve potersi permettere i propri servizi in un quadro di equilibrio armonico rispetto alle proprie possibilità. L’invito al sig. Pagnotta: la offra una bottiglia di champagne ma per chiedere scusa per le scorrerie fatte ad Orvieto non per proporre e costruire ma sempre e soltanto per distruggere e disprezzare”.