di Dante Freddi
« La Verità è in un pozzo. Quando Democrito disse questa sentenza , volle notificare agli uomini che la Verità era occulta, stavasi in una grandissima profondità, e ch’era una fatica e uno stento gravissimo il ripescarla, e il tenerla fuori di quelle tenebre, e scoprirla agli occhi de’ mortali» Gasparo Gozzi- L’osservatore veneto.
La verità che cerchiamo, quale che sia, di accadimenti o di fenomeni di pensiero, e qui non c’è bisogno di citazioni filosofiche o letterarie, esiste, certo che esiste, ma è coperta dai veli che coprono gli occhi di chi guarda e dall’oggettiva difficoltà di disvelarla. Senza un’ onesta e libera ricerca non si vedrà mai per intero. Si potrà scoprire qualche velo, abbastanza magari per confondere anziché per chiarire, e soltanto la convinzione che ogni forma di assolutismo è contro la verità ci può avvicinare a una visione migliore di quanto cerchiamo.
Affermare con sicumera chi sono gli onesti e gli illuminati e addirittura porsi tra questi è un atto di presuntuosa superficialità, tipico di preoccupanti atteggiamenti pseudorivoluzionari, che non richiedono di studiare e pensare e argomentare, ma che si affidano soltanto al disprezzo e alla denigrazione dell’avversario. È un atteggiamento manicheo che, scendendo sul piano politico dei nostri tempi, dimostrano quegli aderenti al Movimento Cinque Stelle che pensano di essere i soli a occuparsi che il mondo sia migliore, di essere gli unici onesti perché urlano più forte contro i disonesti, incredibilmente inconsci, per ottusità o furbizia, di militare in un movimento governato da un paio di soci, che è di per sé contrario alla libertà e quindi alla ricerca della verità.
Lezioni che provengono da chi si è supinamente sottomesso a un padrone, e anche autoritario, mancano di credito e possono rappresentare la rabbia, anche legittima, ma non la ragionevole speranza di chi si impegna a costruire.