di Varia Cioccolo
Molti giovani credono ancora nel matrimonio, ma non è facile riuscire a portare avanti questa scelta. Spesso i problemi che sopraggiungono nella coppia sembrano insormontabili, ma non è sempre così, basta saper riconoscere i propri limiti, le proprie debolezze e quando serve saper chiedere aiuto. Abbiamo chiesto una testimonianza a due coordinatori e consulenti di Rete Famiglia, Alba e Massimo, che ci spiegano cosa può aiutare un rapporto in crisi.
Potete darci una foto attuale sulle coppie?
Abbiamo raccolto dati come gruppo di studio sulla famiglia e attraverso le esperienze dei corsi di preparazione al matrimonio che vengono proposti ormai in tutte le diocesi Italiane. L’età media della coppie che si avviano alla realtà del matrimonio è cresciuta nel corso degli anni, per il 40% è di circa 30 – 34 anni.
Circa il 30% delle coppie che si sposa ha già una esperienza di convivenza, ma in qualche modo il corso di preparazione al matrimonio è l’unico strumento preventivo, esistente in Italia, per il disagio relazionale nella coppia che in qualche caso emerge. Il 53% dei partecipanti esprime infatti buona soddisfazione di questa esperienza, e questo è valido anche per chi ha una pratica religiosa saltuaria.
È importante acquisire strumenti relazionali, culturali e comunicativi poiché nessun matrimonio è per sempre se i coniugi non sono disposti a lavorare per esso. Avere una formazione di base o persone di riferimento per trovare soluzioni in alcuni momenti decisivi della vita è fondamentale poiché non si può mai dare nessun rapporto per scontato… Le cose cambiano, le circostanze cambiano, le persone cambiano.
Cosa può aiutare la coppia in crisi?
È la donna nel 60% dei casi che si rivolge agli esperti. Le difficoltà si concentrano maggiormente nei primi 10 anni di convivenza.
La capacità di comunicare bene è un fattore preventivo delle separazioni, saper ascoltare attentamente l’altra persona, saper condividere ed esprimere i propri bisogni e i propri sentimenti. È importante anche saper mediare e trovare soluzioni che possano tenere presenti le esigenze di entrambi i coniugi. Possono essere di aiuto e arricchimento i Gruppi di accompagnamento coniugale, che permettono di apprendere dagli altri e non rischiare di trovarsi soli davanti a soluzioni definitive.
A volte le coppie in crisi hanno anche difficoltà ad effettuare richiesta di aiuto. È infatti molto raro che si chieda aiuto all’inizio della crisi, perché è diffuso il pensiero che “i panni sporchi si lavano in famiglia” e anche per il dispiacere che si potrebbe dare alle famiglie di origine, cosa che poi di solito accade. Si sceglie più spesso una terapia individuale perché la coppia non riflette sul “noi” del rapporto. Il rapporto viene ritenuto qualcosa che cresce automaticamente, mentre ha bisogno di essere nutrito, come una pianta.
Il conflitto di per sè non è negativo?
No, il conflitto è un’esperienza normale per gli esseri umani, infatti non indebolisce l’amore: le coppie che hanno imparato a litigare prima delle nozze sono più felici e affrontano meno delusioni. Anzi è dannoso far finta che i conflitti non esistono. Non ci sono conflitti dannosi di per sè, purché non nascano da cattive intenzioni o dalla mera intenzione di interrompere definitivamente una relazione, in caso ad esempio dell’inizio di un’altra storia extraconiugale. È importante il “come”: come si entra nel conflitto, come ci si sta dentro, come se ne esce fuori.
Quando invece il conflitto diventa un problema?
I problemi sorgono quando la coppia non vede la propria relazione, ma pensa ed agisce come se ci fossero due individualità che si fronteggiano, quando c’è carenza di riflessività e incapacità dei partner di assumere il punto di vista dell’altro. Chiedere aiuto può dare l’opportunità di cambiare contratto cioè le regole anche implicite che la coppia si è data senza cambiare partner.
Una soluzione possibile?
Il perdono. Perdonare non è un atto ma un processo che richiede tempo, che richiede di rinunciare alla vendetta e al dimostrare che si ha ragione. Per perdonare è anche necessario curare le proprie ferite e prendere l’iniziativa personale senza aspettare l’altro. Questo consentirà di guardare avanti ricordandoti che “non sei la somma del passato ma una possibilità immensa di futuro!”
Rete Famiglia Centro di Ascolto: contatto e-mail: retefamigliaorvieto@gmail.com;
Orari di apertura: martedì mattina dalle 9.00 alle 11.30 e nel medesimo orario l’ultimo sabato del mese (per marzo è il 25); giovedì pomeriggio dalle 16.00 alle 18.00 ad Orvieto in via Soliana 1/A (tra Piazza Marconi e il Duomo); telefono: 0763/395010 negli orari di apertura.