di Valeria Cioccolo
“Contagio” è una parola che ha una connotazione spesso negativa. Eppure a ben pensare è invece neutra, perchè contagiare vuol dire diffondere attraverso la prossimità, la vicinanza. Rete famiglia, a sei mesi dall’apertura dello sportello di ascolto e ad un anno dall’avvio del progetto, si incontra con il Vescovo Mons. Bendetto Tuzia per fare un primo bilancio e condividere spunti e riflessioni.
Si legge entusiasmo negli occhi dei coordinatori e dei volontari che nel corso del tempo sono cresciuti, il che fa ben sperare anche in un possibile ampliamento del progetto. Le parole del vescovo descrivono un modo di agire volto non solo all’attesa, ma all’incontro attraverso gesti, attraverso il moltiplicarsi di mani tese. I casi che si sono presentati in questi mesi sono stati affrontati in profondità, cercando di sciogliere ad uno ad uno i nodi che aggrovigliavano e soffocavano le persone, attivando tanti “fili” e appunto facendo “rete”, sia con gli esperti, ma anche con tante associazion del posto, dal Banco Alimentare, alla Caritas, dalle Acli, agli Uffici del comune, per citarne solo alcuni. Ma al di là dell’aiuto materiale che è stato dato, le persone che sono arrivate allo centro avevano soprattutto un grande carico di sofferenza, avevano bisogno di contatto, tenerezza, attenzione. E’ stato perciò fondamentale anche il gesto, la parola, l’ascolto.
Il vescovo ha infatti sottolineato come la famiglia assomigli sempre più al malcapitato abbandonato sulla strada della parabola del Buon Samaritano. Anche se la mancanza di lavoro e la povertà sono sicuramente dei punti cardine da affrontare per vivere bene e degnamente, il principale nodo che la affligge oggi è soprattutto spirituale, di confusione rispetto a ruoli, obiettivi, principi. Ma l’esperienza di Rete famiglia incoraggia, perchè c’è un annuncio fatto anche e soprattutto di gesti, relazioni, disponibilità. E’ ciò che il vescovo ha chiamato “il contagio del bene”. Rete famiglia va allora avanti cercando di “contagiare” con il bene sempre più persone: le famiglie che chiedono aiuto, più volontari che donano parte del proprio tempo per accompagnare e far crescere il progetto, esperti che prestano le proprie competenze a chi è meno fortunato.
Si può contattare Rete famiglia anche per parteciparvi attivamente
Rete Famiglia, contatti: e-mail: retefamigliaorvieto@gmail.com
Sede: Orvieto – via Soliana 1/A (tra Piazza Marconi e il Duomo) martedì 9.00 – 11.30 ultimo sabato del mese ( sabato 25 marzo aperto) 9,00-11,30; giovedì 16.00 – 18.00; Telefono: 0763/395010 negli orari di apertura.