ORVIETO – Organizzato dal Comune Orvieto, capofila di Aree Interne / “Area Interna Sud-Ovest Orvietano”, si è svolto venerdì 24 marzo nella sala consiliare del Comune, l’incontro sul tema: “La forza del luogo. Riforme, sviluppo, ambiente” al quale hanno partecipato l’assessore Regionale alle Riforme, Antonio Bartolini, i sindaci e gli amministratori dei 20 Comuni dell’area che comprende, oltre Orvieto: Allerona, Alviano, Attigliano, Baschi, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Città della Pieve, Ficulle, Fabro, Giove, Guardea, Lugnano in Teverina, Montecchio, Montegabbione, Monteleone di Orvieto, Parrano, Penna in Teverina, Porano, San Venanzo. Presenti anche i rappresentanti delle forze economiche e sociali dell’area stessa. I lavori sono stati introdotti dal sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani promotore dell’iniziativa che ha ringraziato l’Assessore Antonio Bartolini la dirigente Regionale, Cristina Corritoro e gli uffici regionali per il lavoro proficuo realizzato.
“Sul piano politico e amministrativo è stato raggiunto un primo risultato importante – ha sottolineato Germani – come sindaci e amministrazioni siamo riusciti a portare avanti un progetto complesso. Un’esperienza frutto del confronto dialettico, che è maturata sul campo e che, proprio per questo, sul piano del metodo è fondamentale.
All’assessore regionale presentiamo il progetto di un territorio vasto che va da Città della Pieve a Penna in Teverina. Il progetto contiene con una serie di misure che intercettano tanti aspetti del nostro stare insieme in un territorio che vive una situazione critica e che si rivolge alle energie più giovani. Questa strategia, fatta di tanti sotto-progetti che fra loro si interfacciano, prende in considerazione tre macro-azioni inerenti: Sanità, Mobilità e Istruzione che abbiamo declinato sulle necessità del territorio. Grazie ad un lavoro di squadra di tutte le amministrazioni locali siamo riusciti a chiudere il cerchio.
Altri progetti individuano le ‘misure di sistema’ su cui abbiamo cercato di far sì che tutta l’area avesse le stesse condizioni, in termini di servizi per i cittadini, così da renderla omogenea. Varie azioni dove il pubblico e il privato si interfacciano, mettendo in gioco risorse pubbliche per circa 13 mln di euro complessivi, che raggiungono oltre 25 mln di euro attraverso le risorse private.
Da qui a poco tempo avremo una serie di azioni che dovranno interagire sul territorio per raggiungere l’obiettivo che ci siamo dati: la nostra area deve tornare ad essere attrattiva in termini demografici e occupazionali. Abbiamo operato per far lavorare insieme i vari attrattori, ad esempio nel comparto cultura, allo scopo di prolungare la permanenza dei turisti sul territorio. Ora dobbiamo accelerare i tempi . Sappiamo che effetto del dopo sisma, il periodo gennaio / febbraio segnerà un -30% di presenze turistiche ad Orvieto, quindi occorre dare delle risposte concrete ai nostri operatori. Alla Regione chiediamo di anticipare i bandi e creare le condizioni perché questa strategia sia punto di riferimento anche oltre le ‘Aree Interne’.
Dobbiamo far crescere i nostri imprenditori. Oggi stesso ho avuto un nuovo incontro con Confindustria che si è resa disponibile come altre associazioni a livello locale. Con l’autorizzazione del Ministero e della Regione si potranno fare le azioni necessarie per stringere i tempi e passare alla fase conclusiva dando corso ai bandi inseriti in questa strategia”.
A chiusura del suo intervento il sindaco, ha voluto ricordare con un applauso di tutti i partecipanti e alla presenza della moglie, il professor Roberto Minervini prematuramente scomparso all’inizio del 2017.
L’assistente tecnico, architetto Massimo Bastiani ha sottolineato: “Si porta a sintesi un percorso e un lavoro lungo e complesso che abbiamo svolto insieme. Quando il Governo lanciò la sfida delle ‘Aree Interne’ si andava a sperimentare nei territori una novità. Quest’area è diventata ‘area pilota’ e siamo la 4^ strategia che viene approvata in Italia. Non ci veniva chiesto un progetto o un programma ma una vera e propria strategia per rilanciare questa area ritenuta critiche del territorio nazionale.
20 comuni (altre aree nei hanno molti di meno) hanno effettuato un percorso effettivo di governance in collaborazione con la Regione ed i Ministeri; sono stati svolti 2 focus in cui abbiamo spiegato e motivato le nostre posizioni. La prima azione è stata la creazione del sistema di governance, nell’Orvietano siamo andati oltre, alla ricerca del coinvolgimento dei cittadini e di tutti coloro che avevano un’idea. La partecipazione ci ha consentito di capire se il tessuto imprenditoriale fosse sulla stessa lunghezza d’onda. Questo quadro ci ha consentito di ricomporre le problematiche di partenza che erano comuni.
La perdita del territorio agricolo è stato un tema molto approfondito: lo sforzo grande che è stato posto in atto è una strategia fatta di 7 azioni cardine, ovvero i temi cardine della strategia di rinascita di questo territorio, come innesco di una sistema territoriale che si nutre di questo e rilancia. Fondamentale il coinvolgimento del tessuto imprenditoriale locale. Azioni sinergiche le une con le altre, ad esempio in agricoltura. La perdita di turisti non è solo di Orvieto ma, per caduta, interessa anche gli altri comuni. Abbiamo notato una grandissima capacità di sintesi. Per la parte dell’istruzione è stato fatto un grande lavoro così come servizi base quale la banda larga sono fondamentali per mantenere i giovani sul territorio.
Ora usciranno i bandi e anche in questa fase dovremo continuare nella gestione collettiva per mettere a sistema le realizzazioni che attueremo. Tutto quello che arriverà dovrà essere l’occasione per ridisegnare ancora il territorio. Quindi non dobbiamo fermarci ma dobbiamo continuare ad elaborare momenti di sintesi”.
“E’ stato, e ancora lo sarà, un lavoro tecnico complesso proprio per il fatto che è stato sperimentato un metodo innovativo di lavoro” ha detto Carla Lodi, responsabile tecnico e coordinatrice di ‘Aree Interne’ che ha illustrato le azioni individuate. “Prima di tutto – ha spiegato – abbiamo pensato ai servizi alle persone. Il lavoro è stato enorme. Le azioni messe in atto potranno incidere su tutta l’area e sono ispirate dai diritti di cittadinanza. Per la sanità, ad esempio, la Casa Salute di Fabro, il kit scompenso cardiaco, il ‘Dopo di noi’ ad Allerona, la ippoterapia a Porano, sono servizi che non riguarda solo l’alto orvietano ma tutta l’area.
Lo stesso dicasi per la mobilità dove abbiamo lavorato su una forma di trasporto diverso: scuolabus a metano, auto elettriche, kit metano utenze domestiche, bici elettriche, riattivazione della stazione di Baschi per il trasporto merci molto caldeggiata dagli imprenditori che vogliono investire, considerandola fondamentale in quell’area, e poi TPL più trasporto scolastico.
Approccio analogo anche per la formazione pensando ad una scuola aperta al territorio e guardando alla bassa Toscana (con il Liceo Musicale di Città della Pieve); particolare attenzione alle scuole di montagna che potrebbero essere momenti di rilancio del territorio attraverso sperimentazioni tecnologiche che consentano una istruzione non di secondo livello ma a pieno titolo. E’ stato approfondito il rapporto scuola e occupabilità, inoltre, ci sono gli interventi sul sociale con asilo nido e scuole dell’obbligo nei piccoli centri come strategia di servizi alle famiglie che non saranno più costrette ad abbandonare i propri territori.
Ci sono infine le Misure di sistema: WiFi / banda larga; associazionismo, assistenza tecnica / animazione culturale, sentieristica, imprese culturali e creative; i Borghi Resilienti; gli Attrattori Culturali; e ancora, quel che abbiamo definito come De Re Rustica: cambiamenti climatici, Palazzo del Vino e dei prodotti della Terra, Rupe-Valle, Garzaia, Sviluppo multifunzionale delle aziende agricole. Infine, gli Interventi sul Sociale: rafforzamento dell’economia sociale, l’Operatore di quartiere, l’implementazione servizi Accompagnamento e potenziamento trasporto sociale, l’aumento degli orari di apertura dei servizi socio-educativi e culturali, l’accesso dei nuclei familiari in condizioni di difficoltà economica ai servizi educativi di prima infanzia”.
“I trascorsi amministrativi, le diverse articolazioni e appartenenze territoriali e, non da ultimo, le variabili a livello normativo – ha concluso Lodi – hanno spesso impedito, negli anni passati, il pieno dispiegamento delle potenzialità associative sia dei servizi sia delle funzioni amministrative.
Le più recenti misure di finanza locale e alcune esperienze di progettazione condivisa intercomunale – tra tutte il progetto delle Aree interne – hanno determinato un nuovo clima e un più deciso coordinamento interistituzionale che si evidenzia sia nella gestione delle due funzioni già associate tra i 20 comuni – Protezione Civile e Catasto – sia nella volontà di rendere più efficienti e adeguati alcuni servizi gestiti in forma associata che si sono evoluti secondo uno schema ‘a geometria variabile’.
Questa volontà ha determinato la scelta delle amministrazioni di valutare la possibilità di associare: il turismo e sviluppo economico, e la progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini. Inoltre, si intendono consolidare ed ampliare le esperienze pregresse di servizi e funzioni associate sperimentate o in corso di sperimentazione – Polizia Municipale, Urbanistica, Ragioneria e personale, Suape, Formazione del personale – tra piccoli gruppi di comuni”.
Alvaro Parca, sindaco di Giove ha rivolto “Un ringraziamento al sindaco di Orvieto e ai funzionari del comune che hanno lavorato con tenacia a questo progetto. E’ la prima volta in cui partecipo ad una così ampia condivisione di obiettivi che va sfruttata e perseguita anche per il futuro. Questa riunione di Comuni è una sfida verso qualcosa di più duraturo, è la spinta a superare gli ostacoli e ad operare unitariamente. Penso, ad esempio, all’estrema frammentazione degli elementi di appartenenza di ciascuno dei nostri comuni: 3 GAL, 2 zone sociali. Un ruolo essenziale per superare questi ostacoli è quello della Regione che auspico consideri questa Area Interna come uno dei bacini omogenei individuati per le gestioni associate di specifiche funzioni”.
Per l’Associazione “Val di Paglia bene comune”, il presidente, Enrico Petrangeli ha sostenuto: “Come associazioni siamo stati coinvolti ed abbiamo partecipato ad alcuni livelli di discussione. Dall’esterno non è facile apprezzare la mole di lavoro che effettivamente è stato svolto. Ci siamo approcciati in modo positivo con l’obiettivo di affermare il principio dei ‘diritti di cittadinanza’ proprio per legare lo sviluppo alla crescita di tutto il territorio. Una prospettiva temporalmente interessante perché apre prospettive di lavoro durevoli per parecchi anni, che andranno oltre le scadenze amministrative. La chiamata alla partecipazione di privati ed associazioni è anch’essa importante per la ‘non infinitezza’ delle risorse. Ciò significa che tutti dobbiamo prendere consapevolezza del fatto che non esistono risorse per risolvere ogni problema ma che deve intervenire un sistema organico di piena sussidiarietà. Dal nostro punto di vista il percorso intrapreso è interessante e uscirà più corroborato per innescare occasioni di sviluppo. Richiama tutti a favorire la promozione di politiche della salute, di mobilità e politiche contro la povertà educativa”.
Valentino Filippetti, sindaco di Parrano “Di ‘Aree Interne’ si parlò per la prima volta il 22 luglio 2013 con l’onorevole Barca e dopo quattro anni si è messa a punto una proposta per il futuro. Mi chiedo allora, per il futuro cosa manca? Prima di tutto un ‘modello istituzionale’, cioè la condivisione tra i vari Comuni per la costruzione di un sistema amministrativo unitario, senza rinunciare alla propria autonomia. Mi chiedo, inoltre, chi sono i soggetti per i quali facciamo tutto questo? Serve un ‘piano di sviluppo civile’ che si basi su una economia che, nell’immediato, produca un effetto sul piano occupazionale. Penso infine, che una cabina di regia, un centro di competenza come elemento di animazione dovrà dare un ruolo fondamentale all’economia sociale”.
Franco Raimondo Barbabella per le Associazioni del territorio ha evidenziato “La positività di questo modo di lavorare, cioè in modo progettuale, perché convinto che questo è il metodo più concreto. La politica, da molto tempo a questa parte, si è orientata a vedere il risultato immediato delle azioni. Ma è sbagliato perché il miglior modo per realizzare iniziative subito, è quello di inquadrarle in una strategia di lungo periodo. La progettazione partecipata è il metodo da seguire in una fase storica come è quella che stiamo vivendo. Discutiamo sui vari temi quindi, approcciandoli in modo progettuale.
A me preme porre all’attenzione il ruolo della Cultura e della Formazione dove ci sono problemi colossali e non ce ne accorgiamo. Il sistema scolastico che abbiamo appartiene al passato, in termini di organizzazione e di strutture, spesso inadeguate e articolate in maniera tale che la didattica oggi è quella tradizionale. Il documento presentato va nella direzione giusta perché è progettuale e guarda lontano. Un ultimo passaggio sulla questione istituzionale: aver lavorato in 20 Comuni è una bella premessa per sviluppare questa metodologia. Auspico che si arrivi alla unità delle Amministrazioni Locali di cui molto si parla ma che è difficile concretizzare in tempi brevi”.
Federico Gori, sindaco di Montecchio e presidente dei Piccoli Comuni di ANCI Umbria “Il punto di partenza si è arricchito di una serie di esperienze personali e buone pratiche. Abbiamo costruito un nuovo metodo di ragionare del territorio ed il potenziale è enorme. Rispetto al concetto di ‘area pilota’ con Orvieto capofila è stato difficile capire come intervenire; tuttavia siamo riusciti a far emergere una strategia che va oltre l’area interna e va verso il bacino omogeneo che ANCI ha più volte prospettato per aggregare alcune funzioni. Rispetto ad un quadro nazionale, su questo tema partiamo avvantaggiati quindi siamo sulla buona strada. La questione delle scuole è un cardine su cui, come amministratori, non dobbiamo mai abbassare la guardia, mantenendo prima di tutto i presìdi scolastici sui territori che stanno a significare il mantenimento della presenza della collettività nelle zone di origine. Significa che dobbiamo capire come intervenire nelle aree interne della stessa ‘Area Interna’ perché è innegabile che fra noi vi sono territori ancora più marginali di altri”.
Fabio Roncella, sindaco di Montegabbione: “Il mio è un controcanto ma per arricchire il confronto. E’ importante non ridurre la quantità di democrazia che abbiamo. Abbiamo sviluppato un lungo confronto, ma anche scontri a tratti entusiasmanti, di sicuro abbiamo dato vita ad una esperienza che aiuta a crescere. Facciamo attenzione quindi, alla tutela delle autonomie che possono solo dare ricchezza. E’ stato piacevole partecipare a questo lavoro che va fatto percepire ai cittadini. Sono onorato di aver fatto parte di questo tavolo”.
“L’opportunità che è stata data è quella di costruire una strategia per uscire da una condizione di marginalità che viviamo – ha detto Daniele Longaroni, sindaco di Castel Viscardo che ha aggiunto: servizi socio-sanitari e trasporti devono interfacciarsi, quindi vanno messe in campo delle azioni innovative. La visione strategica nuova ci può aiutare. Il progetto ‘Aree Interne’ realizzato con l’impegno delle Amministrazioni che hanno ascoltato varie realtà e sensibilità è stato importante, ma non può precludere dal mondo imprenditoriale e dalla cittadinanza. Il lavoro messo in campo non tiene conto della visione del campanile ma individua le varie cose utili a tutto il territorio. E’ stato importante che i vari Sindaci abbiano detto NO ai campanili. Ritengo che dobbiamo utilizzare queste risorse per tornare a rendere attrattivo tutto il territorio. Chiediamo alla Regione di accelerare l’emanazione dei bandi. Siamo in una fase in cui c’è bisogno di investire e della vicinanza della Regione, che c’è sempre stata, ma questo progetto va molto più lontano”.
Marsilio Marinelli, sindaco di San Venanzo ha affermato: “Ringrazio il Comune Orvieto e l’Assessore Regionale che ha voluto capire le peculiarità di ogni Comune appartenente all’Area Interna, peculiarità che non possono essere eliminate ma tutelate e armonizzare. Questa strategia può avere successo politico solo se, dal basso, riusciamo a far rinascere l’economia. Gli strumenti ci sono: ambiente e riqualificazione dei borghi, ad esempio. Passi in avanti sono stati già fatti con le prime funzioni associate”.
Secondo il sindaco Monteleone di Orvieto, Angelo Larocca “E’ stato fatto un lavoro bellissimo e con grande sforzo, ma la soddisfazione maggiore è che è stata prodotta una strategia che ci accomuna. Ci riuniremo ancora per portare avanti questo progetto e soffermarci sulle schede già prodotte, senza improvvisare la governance. Condivido la preoccupazione sulla scuola di qualità che, già di per sé può essere attrattiva. Adesso dobbiamo riuscire a mettere in campo le basi per dare gambe a questi progetti che sono corposi”.
Gianpiero Lattanzi, presidente della Provincia di Terni e sindaco di Guardea ha dichiarato: “Quando quattro anni fa iniziammo questo percorso eravamo pochi. Le Aree Interne nascono dalla forza delle proposte che scaturiscono dai luoghi. Le azioni individuate per il cambiamento sono effettivamente il primo grande successo raggiunto. Sono frutto di numerosi incontri che hanno messo insieme due territori l’Orvietano e l’Amerino naturalmente divisi da una barriera naturale che è il fiume Tevere. Questa esperienza ha determinato la presa di coscienza di una progettualità di più ampio respiro per una gestione associata delle funzioni che risolva le deficienze che molti piccoli Comuni hanno: dopo la protezione civile e il catasto, abbiamo la possibilità di associare tributi, polizia locale, personale, il turismo e i servizi sociali. La carenza di personale è un problema serio. Un primo passo che in itinere potrà essere integrato e/o variato riguarda la scuola e la necessità di collegamenti tra i vari centri. Questo è un territorio importante fatto di bellissimi borghi, di emergenze naturalistiche, quindi vanno create le condizioni perché si arrivi ad una permanenza che consenta di dar vita ad una economia più ampia e quindi maggiori occasioni di lavoro. Si tratta quindi di una esperienza significativa anche rispetto all’ambito provinciale”.
“Da questo confronto, di cui ringrazio tutti i partecipanti per la presenza folta e qualificata, emergono tre livelli di riflessione – ha dichiarato l’assessore Regionale alle Riforme, Antonio Bartolini a conclusione dell’incontro – man mano, il lavoro è progredito al punto tale da arrivare ad una soluzione condivisa della strategia delle ‘Aree Interne’, che è fondamentale per la ri-partenza di un nuovo ciclo economico. La sua funzione è di innesco, di una nuova filosofia e di una nuova marcia.
Il tema dell’innesco e dell’uso dei fondi comunitari e all’attenzione del mondo economico e della banca d’Italia che ci inviata partire con i progetti di sviluppo. Dall’attuale fase di passaggio all’indomani di una crisi economica pesante (più lunga di quella del ’29), inevitabilmente usciranno imprese e territori più forti e capaci di ripartire ed altri più indeboliti. Il fatto che nella nostra regione l’Area Interna è partita è sicuramente elemento di vantaggio e quindi non dobbiamo perdere l’occasione. Specie in questa fase di fine crisi, ma comunque ancora di crisi, i progetti sono ambiziosi e importanti. Non nascondo che ancora un anno e mezzo fà eravamo preoccupati per come si procedeva. Si deve fare un salto culturale e la Regione deve accelerare sui bandi. Io sono fiducioso. Sappiamo che l’attività degli uffici regionali è prioritariamente legata all’emergenza della ricostruzione delle zone terremotate, ma conto che entro giugno partiranno i primi bandi.
E’ vero è un punto di partenza. Il modello di governance non c’è dirigismo, se lo scelgono i Sindaci. Quella di oggi è una giornata istruttiva che mi fa rendere conto che, sotto il profilo della governante, si può fare molto di più per inquadrare lo sviluppo economico tra le funzioni associate dell’Area Interna”.
Un ultima considerazione l’assessore Bartolini l’ha svolta rispetto alle riforme. “La Regione non porta avanti la politica delle fusioni obbligatorie, che è una strategia sbagliata – ha sottolineato – non le facciamo le fusioni a freddo perché serve la volontà dei cittadini. Non imponiamo il tema delle unioni obbligatorie e non ne vogliamo più parlare. Abbiamo dato come possibilità minima quella del comune capofila. Se c’è un clima politico positivo per pensare che ci sono vantaggi in termini di efficienza la regione aiuta e incentiva. Quest’area territoriale sta vivendo una grande occasione,non lasciamocela sfuggire”.