BASCHI – Caricato da un cinghiale, cacciatore salvo per miracolo. Una disavventura che avrebbe potuto assumere tutti i contorni di una vera tragedia quella successa ieri mattina a un giovane trentenne di Canino di Corbara, M.R. Il ragazzo era impegnato in una battuta di caccia al cinghiale insieme alla sua squadra vicino al lago di Corbara, nella zona del Fossatello (il calendario venatorio per la caccia al cinghiale si è chiuso il 31 dicembre dello scorso anno ma la Regione dell’Umbria ha concesso delle proroghe, ndr).
Un’area piuttosto impervia e difficoltosa da raggiungere ma particolarmente ricca di selvatici. Stando alla ricostruzione della dinamica dell’incidente, il cacciatore si trovava in appostamento quando ha sentito i propri cani “abbaiare a fermo”.
Un tipo di abbaio, questo, ben conosciuto dai cacciatori in quanto rappresenta il segnale della vicinanza del selvatico. Proprio per questo, il ragazzo, capito subito l’avvertimento acustico giunto dai propri cani, ha comunicato al resto della squadra che sarebbe andato lui a sparare al cinghiale. Dopo essersi fatto strada tra rovi e una fitta boscaglia è riuscito a raggiungere l’anfratto dove si trovava l’animale circondato dai suoi cani.
Ancora da capire se il cacciatore sia riuscito a sparare ferendo il cinghiale o se invece non abbia avuto nemmeno il tempo di imbracciare il fucile prima di venire letteralmente caricato dall’animale. Un affronto senza competizione che lo ha scaraventato a terra con una profonda ferita alla zona inguinale. Sono state proprio le sue grida ad allertare i compagni di squadra che lo hanno immediatamente raggiunto prestandogli i primi vitali soccorsi.
Le zanne del cinghiale, infatti, lo avevano colpito nella zona tra l’inguine e la coscia provocandogli una profonda ferita da cui è fuoriuscito molto sangue. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco del comando provinciale di Terni, gli uomini del soccorso Alpino e Spleologico e i carabinieri che hanno operato sul posto per le delicate operazioni di recupero del giovane cacciatore essendo la zona anche difficilmente raggiungibile.
Una volta soccorso, il trentenne è stato trasferito in elisoccorso all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, dove in base a quanto risulta, è stato sottoposto a un intervento chirurgico nella sala rossa del Pronto soccorso.
Da quanto si è appreso il ragazzo non sarebbe in pericolo di vita ma le sue condizioni rimangono gravi tanto che potrebbe subire importanti conseguenze all’arto colpito dalle zanne dell’animale.
Secondo i dati della Coldiretti dell’Umbria che prima della scadenza del calendario venatorio per la caccia al cinghiale (31 dicembre 2016) ne avevano chiesto una proroga all’assessore regionale Fernanda Cecchini, dal 2005 il numero dei cinghiali presenti in Italia è praticamente raddoppiato, passando da 600.000 esemplari a oltre un milione nel 2015, anno in cui i danni alle produzioni hanno raggiunto complessivamente i 100 milioni di euro. In Umbria il numero di cinghiali negli ultimi 10 anni, sempre secondo la stima della Coldiretti, è passato da circa 25/30.000 a 75/80.000. Quella dei danni da fauna selvatica come sottolineato dal presidente Albano Agabiti, è una questione che riguarda non solo l’economia del settore primario e che comporta, tra l’altro, il rischio di un progressivo abbandono delle campagne e di quelle zone montane dove l’agricoltura è un fattore determinante anche per il presidio ed il mantenimento dell’assetto idrogeologico e ambientale. (Sa.Simo)