Lunedì 30 gennaio il consiglio comunale prenderà atto del definitivo via libera della Corte dei Conti all’uscita dallo stato di predissesto del Comune. L’assessore Massimo Gnagnarini traccia il percorso di questo storico risultato e ciò che ne consegue.
La storia finanziaria del Comune di Orvieto era stata caratterizzata, nel recente passato, da gravi errori e da superficialità colpevoli che avevano precipitato l’Ente verso la sua rovina economica certificata da un buco di bilancio emerso nel 2009 di oltre 8,5 Mln di
euro. Un disavanzo mostruoso rimasto invariato fino a tutto il 2013 nonostante il ricorso, durante la passata consigliatura, a dolorose alienazioni di beni patrimoniali del Comune per un valore di oltre 5 Mln di euro.
Il fallimento del Comune, ovvero il suo dissesto finanziario, fu sterilizzato grazie all’applicazione salvifica di un nuovo istituto legislativo , la cosiddetta legge sul predissesto dei comuni adottata dal Comune di Orvieto nel 2013, simile, per gli effetti e le conseguenze che produce, al più noto e consolidato istituto giuridico dell’amministrazione controllata prevista per le aziende private in difficoltà finanziaria.
Se da un lato ciò evitava il dissesto e il commissariamento del Comune e la conseguente e automatica non ricandidabilità degli amministratori responsabili, dall’altro imponeva, nero su bianco, un decennio di lacrime e sangue scaricando sui cittadini tutti gli oneri del
risanamento attraverso più tasse, meno servizi e la paralisi degli investimenti. Questa era, dunque, la situazione nel 2014 quando si è insediata l’Amministrazione Germani.
Avremmo potuto, come spesso suggeritoci dagli amici dell’opposizione, navigare in questa sorta di limbo grigio del predissesto per due quinquenni interi senza assumerci alcun altro rischio politico e protetti verso ogni obiezione o critica dall’alibi perfetto fornitoci dai vincoli
e dalle limitazioni di un Comune fallito o deficitario com’era il nostro con l’obbligo, peraltro, di mantenere alle massime aliquote consentite dalla legge le tasse e le tariffe a carico dei cittadini.
Invece no, ci eravamo messi in testa di poter ribaltare in fretta questa situazione picconando letteralmente il deficit ereditato per riconsegnare il più rapidamente possibile la città alla sua piena libertà economica con il diritto di scegliere come indirizzarne la spesa e
programmarne le entrate secondo il principio di piena autonomia finanziaria come sta scritto nella nostra Carta costituzionale.
Questo obbiettivo è stato oggi raggiunto!
Due le azioni messe in campo che si sono rivelate fondamentali per questo successo :
1) Il surplus ottenuto dai risultati di gestione. Serviva una nuova politica di bilancio capace di generare nuove entrate abbandonando il ricorso ai soliti e improduttivi tagli alla spesa, e , soprattutto, senza dover gravare ulteriormente sulle tasche degli orvietani ma, semmai, come abbiamo fatto, capace di intercettare una frazione della ricchezza circolante dei flussi turistici che attraversano la nostra città.
Da qui l’ attivazione di una serie di misure, dalla tassa di soggiorno alla differenziazione tariffaria dei parcheggi tra residenti e i non residenti, dalla razionalizzazione della gestione dei nostri beni culturali al recupero dell’evasione tributaria, che ci hanno consentito di abbattere, in soli tre anni, una quota assai superiore della massa deficitaria rispetto alle attese fissate nel vecchio Piano decennale di rientro dal deficit. Per contro a fronte di tali benefici, le novità introdotte, per nulla estemporanee e di natura fortemente strutturale , non si sono manifestati alcuno degli effetti negativi o indesiderati sul trend di crescita del nostro settore turistico che , invece, negli ultimi due anni è avanzato con percentuali a due cifre.
2) L’ opportunità creatasi con la normativa della contabilità armonizzata. La svolta decisiva, ciò che ci ha fornito la consapevolezza di essere a un passo dalla fine del tunnel, c’è stata allorquando il legislatore ha introdotto la nuova norma di cui all’ Art. 2, Comma 6 del Dlg n. 78/2015 , che consentiva, a partire dal 2016 in pieno regime di contabilità armonizzata, di compensare tra loro taluni specifici Accantonamenti di bilancio, finora iniquamente rimasti separati, così da poter ricalcolare più favorevolmente all’ Ente il valore del risultato di amministrazione.
Si trattava, tuttavia, di intraprendere un percorso interpretativo capace di dimostrare l’applicabilità della nuova norma anche ai casi di Comuni in stato di predissesto finanziario com’era il caso del nostro Comune.
Trattandosi di prima applicazione eravamo ben consapevoli di dover agire costituendo un precedente sul quale la magistratura contabile si sarebbe dovuta pronunciare per la prima volta e che, pertanto, gli esiti del pronunciamento avrebbero determinato l’ammissibilità o meno anche di analoghi comportamenti in procinto di essere adottati da altre decine di Comuni italiani in stato di predissesto. Pertanto, dopo aver acquisito le prime favorevoli note interpretative in materia emanate dall’ Ifel , in data 11/5/2016 in occasione dell’approvazione del Rendiconto 2015 il Consiglio comunale approvò il cosiddetto emendamento Germani che in applicazione della nuova normativa rettificò il risultato d’amministrazione portando il deficit residuo da ripianare a soli 837.267,91 euro.
Contestualmente la Giunta sottopose al Consiglio la proposta di rimodulazione del Piano di risanamento che prevede l’abbattimento del deficit residuo in soli due anni (2016-2017) e che anticipa di sette anni la data di uscita dalla stato di predissesto in cui versa il Comune di Orvieto. Tale proposta, adottata dal Consiglio comunale con delibera n. 88 lo scorso 20/6/2016, a distanza di sei mesi, ci è stata restituita dalla Corte dei Conti dell’Umbria che l’ha definitivamente approvata il 30 dicembre 2016 con grande soddisfazione sul piano amministrativo ma anche su quello morale e professionale di quanti si sono adoperati per il raggiungimento di questo straordinario risultato.
Sono stati mesi di intenso lavoro e non sono mancate certo le polemiche politiche anche sfociate in qualche eccesso di troppo, ma sapevamo che ad esse saremmo stati comunque esposti in caso di battute di arresto, come in realtà è avvenuto realmente, di un percorso giurisprudenziale che ha richiesto ben tre gradi di lettura da parte della magistratura contabile prima di concludersi positivamente.
Siamo rimasti sempre sereni perchè sapevamo che assumendoci questo rischio politico tremendo in cui era in gioco la nostra credibilità politica potevamo fare solo del bene a questa nostra città e che, per contro, non avremmo mai potuto causare alcun male o danno ad essa poiché avessimo fallito tutto sarebbe rimasto semplicemente come era già.
Abbiamo potuto cancellare così in un sol colpo 4 Mln di debito che gli orvietani avrebbero dovuto pagare in tasse e minori servizi come era stabilito tra il 2018 e il 2023. Adesso abbiamo il dovere di raccogliere i frutti concreti di questa brillante operazione. E’ come se avessimo disincagliato la nave dalle secche in cui era finita ed era rimasta per anni immobilizzata. Adesso ci tocca navigare, riprendere la rotta, tracciare futuri approdi e, fuori di ogni metafora, accompagnare una città intera a muoversi e a rilanciare le proprie ambizioni.
Tutti devono e possono fare la loro parte. Per quanto attiene all’Amministrazione Germani l’occasione , già nelle prossime settimane, sarà quella della presentazione del Dup 2017 -2019 ( Documento Unico di Programmazione) ovvero degli obbiettivi fissati entro le fine dell’attuale consigliatura capaci di delineare una visione futura di città alta e condivisa.