di Gabriele Polleggioni per la rubrica “Storie di calcio”
Ascoltare la sua voce rievoca ricordi indelebili di un calcio dal sapore antico. La sua “faccia da duro” fa da scudo ad un’anima di infinita dolcezza. Questo è il ritratto di Mario Dettori, massaggiatore per “eccellenza”, storica figura del nostro calcio!
Buon 2017 Mario, dove e quando nasce il tuo amore per il calcio?
La passione per questo sport mi è stata trasmessa dai miei fratelli, giocavano al calcio e, fin da piccolino, anch’io mi avvicinai al rettangolo verde. Ben presto, esattamente a 16 anni, mi arruolai in Marina, come infermiere e massoterapista fino a che arrivai a Orvieto per diventare istruttore di Educazione fisica. Qui conobbi la mia futura moglie e iniziò, se così vogliamo chiamarla, la mia carriera da massaggiatore nell’Unione Sportiva Orvietana.
Come è iniziata questa tua nuova “carriera”?
Entrai a far parte di questa società grazie a Vittorio Michelangeli, fu lui a coinvolgermi, ricordo con piacere gli anni di quella che al tempo era la categoria Interregionale. Siamo alla fine degli anni 70 e per problemi economici della società si interruppe la nostra collaborazione che riprese qualche anno dopo per concludersi in modo definitivo durante “l’era Bagnato”,che preferì portare con se i suoi uomini, in campo e nello staff medico. In compenso ho seguito, fin dagli inizi, la carriera calcistica di mio figlio David, dal settore giovanile agli anni di prima squadra, vederlo crescere come uomo e come calciatore è stata la soddisfazione più grande!
Un ricordo per ogni squadra di cui hai fatto parte
Il primo ricordo riguarda l’U.S.O…e risale a qualche anno fa contro il Foligno eravamo sotto di un gol, il nostro giocatore RAFFIN, in seguito ad uno scontro di gioco si lussa la spalla, a bordo campo applico una fasciatura e lo rimando all’interno del terreno di gioco spronandolo a cercare il gol del pari. Pochi minuti dopo, ironia della sorte, fu proprio lui a mettere la palla in rete. A quel punto richiamammo il ragazzo in panchina per la sostituzione dato che l’infortunio era stato davvero grave!!!
Del settore giovanile ricordo con piacere la vittoria del torneo M.Frustalupi della categoria juniores(classe 1987), dove giocava mio figlio David con Massimo Baggiani allenatore.
Al F.Mosconi la grande cavalcata conclusa con la vittoria finale del campionato juniores provinciale…
A Castelgiorgio 2 anni e il ricordo di mister Crespo, un argentino dai modi alquanto pittoreschi!
Poi 7 anni a Porano, un gruppo di valore e un episodio in cui, con una moneta da 2 euro, ho ridotto l’ematoma al sopracciglio ad un giocatore della squadra avversaria.
In tanti anni hai visto molti giocatori, qual’e stato secondo te il migliore?
Difficile fare un solo nome, penso ad Alfio Poggioni ,capitano biancorosso per molte stagioni…ma anche Antonino Pellegrino aveva davvero grandi qualità, un’ala destra che, con tecnica e velocità faceva impazzire le difese avversarie.
Quale allenatore invece aveva secondo te qualcosa in più?
Stagione 76/77, mister Magherini, uomo dal carattere forte e spigoloso, guidava con maestria i vari Maestripieri, Casadio…
Credo che lui abbia avuto una marcia in più!
Che calcio era quello degli anni ’70, rispetto a quello moderno?
Sicuramente il livello tecnico era molto alto, i giocatori lottavano alla morte per la propria maglia e non erano così “schiavi” dei soldi come accade oggi in qualche circostanza! Ovunque si respirava aria di calcio e, ripeto, balzavano subito all’occhio le grandi qualità degli interpreti in campo.
Quale consiglio daresti,per quella che è la tua esperienza,ad un calciatore alle prime armi?
Consiglierei di mettere il massimo impegno in questo sport, seguendo le indicazioni dei tecnici, facendo tutto questo con la massima serietà! La strada per emergere credo sia proprio questa!
C’è un personaggio che ti è rimasto nel cuore legato al mondo calcistico?
Estate 1975, inaugurazione dello stadio Luigi Muzi. Partita amichevole U.S.O-LAZIO
Ebbi la fortuna e il piacere di conoscere l’allenatore della Lazio campione d’Italia Tommaso Mastrelli, diedi una mano nel preparare i suoi giocatori prima della gara e, con grande sorpresa, poco tempo dopo, ricevetti l’invito ad entrare a far parte dello staff della squadra capitolina. Motivi familiari e lavorativi non mi permisero di accettare quella proposta ma ricordo tutt’ora la grande umanità del mister bianco-celeste. Poi il mio amico e compaesano Antonello Cuccureddu, terzino bianconero che conosco dai tempi della mia infanzia ad Alghero!
Concludo l’intervista con un augurio di Mario al calcio orvietano e non solo…
Ho sempre avuto un debole per i settori giovanili, spero che le società si dedichino con amore e professionalità a questa attività, solo così ci troveremo davanti ad un calcio “onesto”e tecnicamente di ottimo livello.
Ringrazio di cuore Mario Dettori che, da bordo campo, senza fare gol, continua imperterrito a scrivere la storia del calcio orvietano…