La rubrica “Orvieto per il sociale” curata dalla nostra collaboratrice Valeria Cioccolo in collaborazione con Rete Famiglia affronta un problema molto delicato: l’adolescenza. L’ingresso nell’adolescenza del figlio, spesso, provoca un certo disagio nei genitori: il bambino dolce e timido di ieri si sta trasformando in un ragazzino diverso, a volte scontroso e incomprensibile. Questa fase della crescita porta (inevitabilmente) con sé conflitti, relazioni faticose e discussioni per la conquista di ‘nuovi diritti’ e di una maggiore autonomia. Ricordiamo ai nostri lettori che l’articolo, dopo la giornata di oggi, verrà pubblicato nello spazio del giornale dedicato alla rubrica “Orvieto per il sociale” .
di Valeria Cioccolo
Ragazzi insicuri che fondamentalmente mancano di autostima e che spesso si nascondono dietro atteggiamenti spavaldi. Indossano una maschera che non è nient’altro che un’autodifesa, un voler apparire il più simile possibile ai modelli che la società impone: vincenti, belli, trasgressivi e senza paura.
Parliamo quella dell’adolescenza, una fascia d’età particolarmente critica e delicata, che comincia sempre più precocemente dai 12/13 anni fino ai 18 (o oltre), un’età in cui non solo il fisico si trasforma, ma matura anche la personalità, un momento delicatissimo della crescita in cui spesso la famiglia si trova a gestire situazioni di ribellione, di rifiuto delle regole, o problemi che sembra impossibile superare da soli. La scuola può essere però di grande supporto. Non dimentichiamo che, insieme alla casa, è il luogo dove i ragazzi trascorrono più tempo. I docenti inoltre, vivono i ragazzi in un contesto diverso da quello domestico e riescono quindi ad individuare disagi e disturbi che i genitori a volte stentano a vedere con obiettività.
Rete Famiglia ha chiesto in proposito ad una docente di un istituto secondario di Orvieto che conferma come oggi la scuola sia più preparata ad affrontare e capire situazioni di disagio, più o meno gravi, e a collaborare insieme alla famiglia per risolvere i problemi che si presentano.
Quali sono i principali problemi che vivono gli adolescenti?
“Ogni ragazzo é una storia a sè – ci dice -, ci sono alcuni che vivono in casa situazioni di crisi, di separazione, di dolore. Reagiscono spesso in maniera ‘estrema’ (anche questo è un comportamento tipico dell’adolescenza) chiudendosi in se stessi, rifiutando il cibo o al contrario magari bullizzando il compagno. Gli insegnanti per loro rappresentano a volte l’unico punto fermo in un mondo che si è fatto improvvisamente nemico, sono persone di cui si fidano e a cui spesso confidano o manifestano il proprio malessere”.
Come la scuola interviene quando si accorge di queste difficoltà e può essere quindi di supporto alle famiglie?
“Oggi la scuola è molto attenta ai disagi che vivono i ragazzi, una volta chi non riusciva a stare al passo con gli altri era etichettato come uno svogliato, e i provvedimenti della scuola erano per lo più punitivi. Non è più così, se ci si trova di fronte a uno studente in difficoltà si cerca di individuare il problema, coinvolgendo la famiglia e se serve, degli specialisti. Inoltre per difficoltà di apprendimento particolari la didattica prevede dei piani formativi personalizzati che si adattano alle capacità di ognuno e valorizzando le caratteristiche dello studente”.
Vista la tua esperienza di docente, che consiglio si sente di dare alle famiglie?
“Non c’è un unico consiglio. Nella mia esperienza dico che sono importanti la comprensione, l’osservazione, l’ascolto. È anche importante essere di esempio, non basta la regola. E forse nella società iperconnessa e iperveloce che viviamo, è positivo per un adolescente essere stimolato dalla famiglia a partecipare ad attività ‘positive’: lo sport, attività culturali, o di associazionismo. E infine, dico ai genitori non aver paura delle difficoltà dei propri figli, non c’è vergogna a riconoscerle, e affrontarle, collaborando con la scuola e affidandosi a degli esperti”.
Puoi parlare con Rete Famiglia anche di questo problema: il Centro può essere contattato via e-mail: retefamigliaorvieto@gmail.com; oppure ci si può recare personalmente alla Sede che si trova a Orvieto in via Soliana 1/A, il martedì mattina dalle 9.00 alle 11.30 e nel medesimo orario il I sabato del mese; il giovedì pomeriggio dalle 16.00 alle 18.00; si può telefonare al n. 0763/395010 negli orari di apertura.