ORVIETO – Non sarebbe stata la prima volta che la maestra quarantottenne orvietana, sotto inchiesta per aver maltrattato e offeso i piccoli alunni della scuola per l’infanzia di Allerona scalo con l’aggravante della minore età delle vittime e l’abuso di autorità, si sarebbe lasciata andare a “comportamenti oltre modo aggressivi e lesivi della personalità dei minori”.
Così è scritto nella richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Elisabetta Massini. Infatti sarebbe stata protagonista di episodi analoghi in altri istituti e, richiamata dal ministero dell’istruzione, avrebbe cambiato più volte scuola.
Nuovi risvolti in questa brutta vicenda che vede coinvolti una quindicina di bambini dai tre a sei anni e, per certi versi, un’intera comunità, sono emersi ieri nel corso dell’udienza preliminare di fronte al gup di Terni. In aula, oltre al legale difensore della maestra, erano presenti tre coppie di genitori che si sono costituiti parte civile nel processo.
«Abbiamo chiamato in causa anche il ministero dell’Istruzione – ha spiegato l’avvocato difensore di una delle coppie di genitori, il legale Maria Bruna Pesci – non era la prima volta che la signora in questione si era resa protagonista di tali atteggiamenti. Era stata richiamata più volte per episodi simili in altre scuole. E’ una vicenda inquietante e ancor di più lo è questa tendenza a minimizzare. Il fatto che si siano costituiti parte civile solamente altre due coppie di genitori mi fa molto pensare. I bambini sono fortemente provati, confidiamo che la giustizia faccia il suo giusto corso». Ora il gup dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta dei legali delle famiglie di citazione del Ministero dell’Istruzione come responsabile civile. Mentre nella prossima udienza, fissata all’8 marzo 2017 il giudice dovrà decidere sul rinvio a giudizio della maestra quarantottenne che, ad aprile scorso, dopo alcune denunce dei genitori, è stata incastrata dalle telecamere della polizia mentre maltrattava i bambini e per questo interdetta dall’esercizio della professione per nove mesi.
Nella richiesta di rinvio a giudizio è spiegato che l’imputata ha tirato schiaffi in testa ai piccoli, li ha strattonati con violenza, ha urlato, li ha minacciati ed umiliati, strappando i loro disegnini e accartocciando fogli di carta. Nel provvedimento cautelare attraverso il quale nell’aprile 2016 il giudice ha disposto la «sospensione dall’esercizio della pubblica funzione per nove mesi» vengono descritti i «comportamenti oltre modo aggressivi e lesivi della personalità dei minori».
“Oggi ti appiccico al muro! Ti metto in castigo tutto il giorno! Oggi tu da qui non ti muovi, rimani fermo fino a quando lo dico io!” Sono solo alcune delle frasi ingiuriose e cattive pronunciate ai bambini e immortalate dalle telecamere. Maltrattamenti sia verbali che fisici. Si sono registrati anche episodi in cui la donna con una cartellina di cartone picchiettava la testa di uno dei piccoli alunni. E poi ancora. Punizioni gratuite, schiaffi, buffetti in testa e rimproveri senza motivo che, per bambini così piccoli, significava stare diverse ore a piangere e lamentarsi. A far scattare le indagini, partite a dicembre dello scorso anno, sono state le segnalazioni di alcuni genitori preoccupati da una serie di episodi e da alcuni commenti dei figli. A portare avanti le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Elisabetta Massini, sono stati gli uomini del commissariato di Orvieto.