di Fabio Giovannella
Eravamo a cena tra amici e poiché alcuni presenti sono impegnati nella nota vicenda della CRO inevitabilmente se ne è parlato, anche se avevamo deciso di non farlo, dato la compagnia piacevole e il cibo buono. Ma tant’è.
Il discorso però ha preso una piega differente dal solito, si è dato per scontato che si è trattato di una ingiustizia, forse di qualcosa che potrebbe forse rassomigliare ad una truffa, ( la giustizia lo sta verificando), certamente di un danno alla città e una perdita di immagine e reputazione per la Banca e la Fondazione CRO.
Lo si è affrontato dal punto di vista del senso di solitudine del singolo individuo .
La sua fiducia era stata tradita e rischiava di essere considerato un fesso, che guardandosi intorno non trovava punti di riferimento istituzionali a cui rivolgersi
La controparte invece era molto presente in tutti gli ambienti che contano e fanno opinione.
Il Comune come istituzione al di là di presenze, iniziative e dichiarazioni di circostanza era sostanzialmente infastidito dalle iniziative che si andavano sviluppando.
I partiti politici totalmente assenti, ben attenti a non essere compromessi sull’argomento a meno di una interpellanza parlamentare del movimento 5 stelle, di cui va dato atto, e di un incontro organizzato dal PD nel quale si parlava dei massimi sistemi e che nulla ha generato di propositivo e costruttivo.
La città è molto ripiegata in se stessa e nei suoi particolarismi, che generano gli effetti che sono sotto gli occhi di tutti.
La riflessione che ne è scaturita è che forse in questo ed in altri atteggiamenti simili vadano ricercate le ragioni che spiegano i comportamenti dei cittadini quando divengono elettori.
Crediamo che i partiti dovrebbero riflettere, essere ripiegati su se stessi e scansare i problemi dove porta? Forse a un Trump nostrano?