La consigliera grillina Lucia Vergaglia, in merito alla questione delle azioni Bpb si è rivolta ai portavoce pentastellati umbri alla Camera dei Deputati a tutela degli interessi dei concittadini e della stessa Cassa di Risparmio di Orvieto.
Qui di seguito il testo dell’interrogazione (Link) dei deputati del MoVimento 5 Stelle Tiziana Ciprini e Filippo Gallinella (primo firmatario) posta al ministro Padoan, convocato a risponderne in Commissione:
Al Ministro dell’economia e delle finanze
— Per sapere – premesso che:
il 20 marzo 2009 è stata completata la cessione della partecipazione maggioritaria della Cassa di Risparmio di Orvieto spa, pari al 73,57 per cento del capitale al Gruppo Banca Popolare di Bari. In seguito all’operazione di cessione la Fondazione Cassa di risparmio di Orvieto ha ridotto la quota di partecipazione al 26,43 per cento del capitale sociale;
in data 11 luglio 2016 è stato presentato un esposto alla procura di Orvieto (TR), finalizzato ad accertare eventuali violazioni normative nelle fasi di collocazione, da parte della Cassa di risparmio di Orvieto, degli strumenti finanziari denominati «Banca Popolare di Bari 6,5% 2014/2021 subordinato TIER II». Gli strumenti finanziari in oggetto sono particolarmente legati al valore della quotazione delle azioni della Banca Popolare di Bari. Tali azioni sono negoziate in un mercato «over the counter» e per questa ragione risultano essere di fatto illiquide. La quotazione originaria delle azioni della Banca Popolare di Bari era pari a 9,53 euro, mentre, in seguito all’approvazione del bilancio 2015 il valore delle stesse è stato ridotto a 7,50 euro;
gli strumenti finanziari subordinati denominati «Banca Popolare di Bari 6,5% 2014/2021 subordinato TIER II» sono stati distribuiti prevalentemente ad una clientela retail. Famiglie e pensionati hanno di fatto sottoscritto strumenti finanziari caratterizzati da una elevata complessità e da un alto rischio di perdita di valore nominale. La questio desta particolare attenzione per i possibili pregiudizi economici e sociali connessi ad una «svalutazione» del valore nominale degli strumenti finanziari sottoscritti e soprattutto ad una eventuale conversione degli stessi in azioni bancarie illiquide e – secondo gli interroganti con molta probabilità – prive di valore;
la normativa attualmente in vigore per gli interroganti non soddisfa le crescenti esigenze di trasparenza dei rischi connessi alla sottoscrizione di strumenti finanziari e si mostra pertanto inadeguata a tutelare i risparmiatori lasciandoli privi delle informazioni utili ad effettuare una corretta valutazione del grado di rischio degli stessi strumenti finanziari. Spesso la collocazione dei medesimi strumenti finanziari da parte delle banche avviene in dubbie circostanze di conflitto di interessi e per tal motivo si reputa necessario un intervento delle preposte autorità al fine di vietare categoricamente l’offerta al pubblico risparmio di strumenti finanziari rischiosi e non coerenti al profilo di rischio di famiglie e pensionati –:
quali siano le iniziative di competenza che il Governo intenda assumere al fine di vietare categoricamente l’offerta al pubblico risparmio di strumenti finanziari non coerenti al profilo di rischio di famiglie e pensionati e tutelare i risparmiatori, evitando che possano determinarsi situazioni potenzialmente pregiudizievoli come quelle ricollegabili alla vicenda della Cassa di risparmio di Orvieto e della Banca popolare di Bari.