di Massimo Gnagnarini – Assessore al Bilancio del Comune di Orvieto.
Ricomprendendo i chiodi arrugginiti rinvenuti su una malconcia staccionata che delimita uno dei nostri giardini pubblici e alcuni sanpietrini rinvenuti fuori della loro naturale sede di pavimentazione stradale, la nostra città non ha certo eliminato tutte le criticità che opportunamente ci vengono segnalate dai cittadini e alle quali viene data, più o meno celermente, una soluzione.
Quelle suddette sono criticità affatto minori e non sono da minimizzare in alcun modo, tuttavia ne esistono altre più complesse e di meno facile soluzione come ad esempio una più raffinata organizzazione della raccolta differenziata dei rifiuti piuttosto che il riordino delle regole da rispettare specie nel centro storico sull’occupazione del suolo e quelle dei cartelli pubblicitari e molte altre perchè , come è ovvio, non si finisce mai di migliorare.
Tuttavia l’Amministrazione Germani si può presentare all’appuntamento di mezza consigliatura con un bilancio politico e amministrativo dove si possono apprezzare molti fatti positivi la cui realizzazione era per niente scontata e che si discosta da una realtà che , sia in campo regionale che nazionale, presenta spesso più ombre che luci.
E’ un fatto che a Orvieto si sono ridotte le tasse comunali che i cittadini devono pagare e ciò in controtendenza agli aumenti che si sono , invece, registrati negli altri comuni della nostra Regione e in campo nazionale.
E’ un fatto che a Orvieto sia stato possibile, attraverso una più oculata gestione delle entrate, aver dimezzato lo spaventoso buco di bilancio che durava da almeno dieci anni e ciò in assoluta controtendenza alle difficoltà attuali in cui si trovano oggi alcuni Comuni, anche più grandi, della nostra stessa Regione.
E’ un fatto che Orvieto continua a mantenere e a migliorare, anche con nuovi investimenti, un sistema di servizi sociali che è, in termini quantitativi e qualitativi, tra i migliori della nostra Regione.
E’ un fatto che a Orvieto siano ripresi gli investimenti e le opere pubbliche dopo anni di immobilismo e spending review improvvisate e principalmente condotte a danno dei cittadini e non sempre seguite da altrettanto rigore nel trattamento riservato agli affari di Palazzo.
E’ un fatto che Orvieto abbia potuto beneficiare di uno straordinario incremento della sua principale risorsa economica ovvero quella dell’accoglienza turistica. Poco importa se ciò sia derivato da un trend positivo arricchito o meno dagli effetti di una politica di promozione e marketing territoriale mirato che l’Amministrazione sta implementando ma che richiede i suoi tempi almeno a medio termine. Il dato incontrovertibile è che il numero dei turisti è fortemente aumentato e con esso sono aumentate le attività connesse da quelle della ristorazione a quelle della ricettività alberghiera considerando in essa il proliferare delle strutture cosiddette alternative che vanno dai B&B agli affitti brevi di abitazioni messe a disposizione. Si tratta di nuova ricchezza ed è ciò che veramente conta.
E’ un fatto che queste cose possano accadere perchè Orvieto continua a investire e a migliorare le sue straordinarie dotazioni di mobilità alternativa, dai parcheggi alle scale mobili, dalla funicolare al terminal di Piazza della Pace, ecc…
E’ un fatto che a Orvieto , oltre UJW, sia tornata da quest’ anno con grande energia e successo UFF, che sia stato aperto un nuovo Museo quello della ceramica, che proprio in questi giorni sia accaduto un evento di straordinaria qualità di contenuti e risalto mediatico che ha posto le basi per un rilancio economico e culturale del Vino di Orvieto su scala internazionale e di mercato globale.
Insomma Orvieto va.
Spiace che Roma, alla quale ci lega un Patto di Conciniana memoria, si trovi nel contempo con qualche difficoltà se è vero come è vero che dopo la “rivoluzione” , nei suoi primi cento giorni di governo la nuova amministrazione abbia assunto una, diconsi una, delibera quella dell’assestamento di bilancio. Cosa avranno assestato con 14 miliardi di euro di deficit non è dato saperlo.