FABRO – Ventuno anni, costretta a battere sulla strada, caso chiuso. Così finisce la storia della giovane ragazza straniera, probabilmente nigeriana, finita sotto al treno il 6 settembre scorso lungo la linea lenta della ferrovia tra Ficulle e Fabro. Gli inquirenti sono riusciti a identificarla tramite i numeri salvati sul cellulare che le hanno trovato addosso.
A toglierle la vita sarebbe stata una tragica fatalità. Lo confermano le testimonianze raccolte dagli inquirenti. Una storia come quella di tante altre, come quella di molte altre sue connazionali costrette a prostituirsi per poter vivere in un paese che non è il loro. Una realtà difficile da raccontare perché di donne come lei ne è pieno il mondo e proprio come lei non hanno storia perché nessuno vuole raccontarla. Sono donne senza volto la cui esistenza non importa a nessuno o almeno fino a quando servono per dare piacere a qualcuno. Poi, quando i loro occhi si chiudono per sempre, finiscono nei più bui dei dimenticatoi, sotto metri cubi di terra vile senza nessuno a darle l’ultimo saluto o a porre un fiore sulla tomba.