ORVIETO – E’ entrato nel vivo il processo ai nove dipendenti del Ministero della Difesa accusati di truffa allo Stato per essersi assentati durante l’orario di lavoro. Si tratta di nove impiegati civili – otto uomini e una donna – della caserma Nino Bixio di Orvieto, sede del distaccamento logistico del Raggruppamento autonomo del Ministero della Difesa.
Ieri, presso il tribunale di Terni, si è tenuta una nuova udienza durante la quale è stato ascoltato anche l’allora comandante del distaccamento, Miglietta.
Gli episodi contestati attraverso le verifiche svolte sulle timbrature dei badge personali, incrociate ai pedinamenti e alle riprese video registrate dai militari dell’Arma, risalgono ad un periodo compreso tra l’inverno e l’estate 2013.
Secondo l’accusa i presunti “furbetti del cartellino” sarebbero usciti dalla caserma dove prestavano servizio fuori dall’orario previsto e senza timbrare il proprio cartellino.
Fra i nove, difesi dagli avvocati Guglielmo Santarelli, Oriana Brunorio, Francesco Venturi e Angelo Ranchino, c’è anche chi, durante l’orario di lavoro, si sarebbe allontanato per andare a lavorare in una tabaccheria di Orvieto, con cui collaborava all’insaputa dell’amministrazione pubblica. Le discrepanze tra i registri delle presenze e l’effettivo orario sarebbero emerse proprio dagli accertamenti dei carabinieri. Nella prossima udienza – aggiornata al 19 ottobre prossimo – verranno ascoltati altri test dell’accusa. Il ministero della Difesa, individuato come parte lesa, non si è costituito parte civile.