ORVIETO – Gettare le basi per una strategia atta a costruire il futuro di quell’ampia fascia di persone moderate che, per usare le parole di Giuseppe Fioroni nel suo intervento, «hanno lasciato il Centrosinistra». Questa la tematica su cui si sono confrontati nella due giorni dell’8 e 9 luglio cattolici, politici, esperti, esponenti di partito che si sono incontrati a Palazzo del Popolo di Orvieto per il convegno “L’impegno dei Cattolici Democratici nella politica di oggi tra solidarietà e legalità” organizzata dal Centro Studi Aldo Moro in collaborazione con L’Unità.
Il summit si è aperto venerdì mattina con un dibattito sulle verità nascoste e le verità accertate sul rapimento e la morte di Aldo Moro a cui hanno partecipato la senatrice Rosa Maria Di Giorgi, l’onoevole Ernesto Preziosi, il senatore Giuseppe Luigi Ciucca e l’onorevole Gero Grassi. Un dibattito interessante durante il quale si è tracciato quello che può essere definita la nuova democrazia alla quale, purtroppo, oggi, si affianca la desinenza “senza partecipazione”.
Aldo Moro parlava di democrazia integrale, ovvero di una democrazia che consentisse una grande partecipazione resa dal consenso del paese, questo era il grande assillo di Moro. Una volta c’era un senso di identità e autorevolezza – è stato detto – mentre oggi si vive in una democrazia senza partecipazione.La costituzione affida ai partiti politici la democrazia, ma questo genera, il più delle volte, comitati elettorali sempre più fragili.
Significativa anche la battaglia contro l’analfabetismo combattua Aldo Moro. Quando in RAI iniziò il programma “Non è mai troppo tardi” format didattico per permettere un’alfabetizzazione a tutte quelle persone che non avevano potuto finire le scuole, il direttore RAI disse a Moro: “Il maestro Manzi che conduce il programma è uno dei migliori insegnanti ma ha un difetto, è comunista”. E Moro rispose: “A me non interessa l’indirizzo politico ma che sia efficace nel suo lavoro didattico”.
Nel 1964 Moro con la sua riforma scolastica auspicava far studiare anche il figlio del bracciante a fianco di quello del medico, e se il figlio del bracciante meritava avrebbe meritato di studiare e diventare medico. Un anno prima Moro con il Piano Solo puntava all’obbligatorietà della scuola media.
Il primo pomeriggio della prima giornata di convegno è stato incentrato invece su “Europa, Regioni, Città, nuove opportunità di sviluppo”. Hanno partecipato David Sassoli, vice presidente dell’Europarlamento, l’europarlamentare Enrico Gabarra, il consigliere regionale della basilicata Vito Santarsieto e il presidente della Commissione Ambiente della Regione Umbria, Eros Brega.
Proprio quest’ultimo ha rimarcato la necessità di stringere il rapporto tra le Regioni e l’Europa perché le Regioni possono essenzialmente vincere le grandi sfide del lavoro, dell’investimento e della programmazione soltanto stando nelle politiche di sviluppo europeo.
Il summit è proseguito poi alle 17 con il confronto sulla tematica principale del convegno ovvero il rapporto tra cattolici, politica e solidarietà introdotto da Giuseppe Fioroni. “Anche oggi – ha detto Fioroni – è possibile fare una politica che non rinnega le proprie radici e i propri valori che sono il nostro futuro”. E parlando del futuro del Pd ha aggiunto: “Credo che sia riduttivo e miope dire che la strada da seguire sia quella di dare più spazio alla sinistra, semmai si deve guardare ai moderati. Il Centrosinistra deve rivedere il suo rapporto con il mondo cattolico che ci ha abbandonato”.
Di grande profondità l’intervento del cardinale, Gualtiero Bassetti che ha evidenziato l’urgenza di costruire in Italia e in Europa un nuovo patto sociale per sconfiggere le nuove disuguaglianza e promuovere un modello di sviluppo più equo e giusto, e in questo senso l’impegno dei cristiani non è solo auspicabile ma doveroso”. Guardando al futuro dell’Europa il Cardinale di Perugia ha invitato a dare forma a “un nuovo umanesimo” che si costruisce “dialogando, generando e integrando”.
A chiudere la prima giornata del Convegno, è stato il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini soffermandosi sul tema del Referendum Costituzionale. “L’appuntamento del prossimo autunno del referendum costituzionale – ha detto Guerini – vorrei che potesse unire il paese, cercando di dare a quell’appuntamento il significato che ha, rispettando le opinioni diverse. Non dirò mai che chi vota no è nemico dell’Italia ma non accetto che si dica che chi vota si è un attentatore della democrazia”.
Proprio il tema della legalità ha carala seconda giornata che ha portato sul palco accanto al presidente dell’Associazione nazionale magistrati Piercamillo Davigo, anche il sottosegretario di Stato Giampiero Bocci.
“Ciascuno di noi – ha detto Bocci – deve avere la consapevolezza che questo paese non uscirà mai dalla crisi se non si recupererà forte il senso di legalità e di rispetto delle regole che non sono solo quelle scritte ma anche quelle non scritte che ci portiamo dietro da centinaia di anni consegnate da altre generazioni.
Non è sufficiente avere il tasso di crescita superiore rispetto a ieri, bisogna lavorare per un paese sicuro e giusto e la giustizia passa per azioni di contrasto che competono alle forze dell’ordine, ai magistrati ma anche per azioni di prevenzioni molte delle quali dipendono dalle quello che noi riusciremo a fare.
Usciremo da questa difficioltà recuperando credibilità se ogni azione sarà preceduta da una premessa che si chiama legalità, rispetto delle regole e pubblica ammnistrazione trasparente. Dobbiamo preseguire su una strada comune che si chiama legalità e trasparenza. Questo impegno lo dobbiamo sprattutto alle nuove generazioni che hanno bisogno di nuove pratiche, nuovi esempi”.