La complessa situazione dell’accoglienza dei migranti finora ha toccato solo marginalmente la nostra comunità. Adesso invece siamo chiamati a confrontarci direttamente, anche se involontariamente, con l’arrivo di persone provenienti da situazioni di povertà e di conflitti sociali e culturali molto forti.
All’appello della Prefettura ai comuni del Viterbese, riguardo la volontà di accogliere i soggetti richiedenti protezione internazionale, nonché di erogare i servizi richiesti, poche sono state le risposte di adesione da parte delle Amministrazioni Locali; si sono quindi creati spazi di operatività per soggetti privati, i quali, individuate le strutture idonee ad offrire i servizi richiesti, hanno partecipato alla “Procedura negoziata in via d’urgenza per l’affidamento in convenzione del servizio di accoglienza a favore di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale”, i cui costi sono a totale carico dello Stato.
Nella graduatoria provvisoria delle offerte figura una società privata che ha proposto, tra gli altri, 3 immobili ubicati nel comune di Acquapendente: 2 adiacenti la frazione di Trevinano, con una disponibilità di 45 posti e l’Albergo Aquila d’Oro, con una disponibilità di 50.
Al riguardo, il Comune non ha ricevuto alcuna informazione: né rispetto il soggetto proponente né rispetto il numero dei profughi.
Dietro segnalazione del Consiglio e dell’Assemblea di frazione di Trevinano, il Sindaco è venuto a conoscenza dell’operazione avviata dalla Prefettura. Immediatamente, l’Amministrazione si è attivata nei confronti della Prefettura per avere tutte le informazioni in merito e per gestire l’evidente squilibrio che si stava creando nella frazione, vista l’assoluta incongruità del rapporto tra profughi e residenti, e il concomitante arrivo dei primi 15 ospiti.
Il Sindaco, a seguito di un serrato confronto con il Prefetto di Viterbo, che ha mostrato comunque comprensione e disponibilità, ha ottenuto che si limitasse il numero degli ospiti, in particolare per la frazione di Trevinano si è ottenuto che gli attuali 15 ospiti rappresentino il tetto massimo, e si procedesse alla predisposizione di una struttura alternativa, individuata nel casale Sambucheto 2, all’interno della Riserva Naturale Monte Rufeno.
La società aggiudicatrice, composta da un’equipe multidisciplinare, provvederà alla fornitura dei seguenti servizi:
– screening sanitario;
– mediazione linguistico-culturale; – accoglienza materiale; – orientamento e accesso ai servizi del territorio; – formazione e riqualificazione professionale; – orientamento e accompagnamento all’inserimento lavorativo; – orientamento e accompagnamento all’inserimento abitativo;
– orientamento e accompagnamento all’inserimento sociale; – tutela legale; – tutela psico-socio-sanitaria; – aggiornamento e gestione della Banca Dati (Report giornaliero)
La Prefettura provvederà ad intensificare l’attività di controllo e vigilanza del territorio, con beneficio per tutta la comunità.
Inoltre, la convenzione prevede che l’ospitalità degli stranieri possa essere compensata con il loro impiego in attività lavorative socialmente utili. Questo impiego non andrà assolutamente ad intaccare le opportunità lavorative per gli aquesiani che anzi saranno chiamati come operatori in alcuni servizi nelle suddette strutture di prima accoglienza.
Il valore umanitario di questa ospitalità eleva la nostra cittadina a livelli di assoluta eccellenza. L’accoglienza e la disponibilità verso il prossimo hanno da sempre contraddistinto la nostra comunità. La nostra collocazione geografica, la nostra storia, le nostre tradizioni hanno creato le condizioni per lo sviluppo di questo sentimento dell’accoglienza e della solidarietà. In questa circostanza dobbiamo confermare tale sentimento, mettendo da parte timori e paure assolutamente ingiustificate.
Questo evento può essere l’occasione per un arricchimento culturale, oltre che opportunità di crescita per il paese.
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