ORVIETO – Dal libro Sollazzo e saporetto di Simone de’ Prodenzani, andrà in scena lo spettacolo di letture e musiche trecentesche Liber Solatii et Liber Saporecti a cura dell’associazione di promozione sociale Estroversi con l’Ensemble Laus Veris, progetto e direzione artistica di Gianluca Foresi e Giordano Ceccotti. Venerdì 3 Giugno a partire dalle ore 21,00 in piazza Simoncelli andrà in scena lo spettacolo con la voce recitante Gianluca Foresi, Katerina Ghannudi (voce, arpa), Enea Sorini (voce, salterio, percussioni), Giordano Ceccotti (viella, ribeca, symphonia, buccina), Peppe Frana (liuto, chitarrino), Giorgio Pinai (flauto doppio, ceccola, flauti dritto).
“ La scelta – affermano – è stata operata sulla base di un tema ricorrente, ovvero la menzione di canti, danze e musiche da eseguire insieme alla lettura dei versi; lo spettacolo è perciò un connubio fra musica e poesia, che rende omaggio ad entrambe le arti ”.
Al fine di consentire l’allestimento e lo svolgimento del concerto, dalle ore 14,00 alle ore 24,00 di venerdì 3 Giugno 2016, è fatto divieto assoluto di transito e sosta con rimozione dei veicoli in piazza Simoncelli. Il servizio segnaletica stradale curerà la parte di propria competenza mentre il comando della polizia locale adotterà i provvedimenti necessari a garantire il normale flusso della circolazione.
Simone di Ugolino di Nallo, della ricca famiglia dei Prodenzani, oltre ad essere stato un forte esponente della vita politica di Orvieto, è anche autore di numerose opere letterarie tra cui spiccano il Liber Solatii e il Liber Saporecti.
Il Sollazzo è il primo novelliere in versi della letteratura italiana, e tratta dei sette peccati capitali e dei vari vizi e comportamenti dettati da malvagità d’animo. Incentrando il discorso sul binomio sollazzo e riso, già riscontrato in Dante, il Prodenzani si ispira anche al Decameron del Boccaccio nell’impostazione dell’opera divisa in novelle, di ambientazione quasi tutta umbro-toscana durante il periodo natalizio, che descrivono in maniera comica le donne viziose, le mogli di mariti infedeli, i preti e le monache lussuriosi, il denaro come oggetto di tentazione.
Il Saporetto fa invece un quadro storico della vita sociale nelle corti del Centro Italia tra ‘300 e ‘400 attraverso un’immaginaria corte di Buongoverno.
In questo caso l’autore divide l’opera in quattro cantiche: Mundus placitus e Mundus blandus riferiti alla giovinezza ed alla spensieratezza, dove il Prodenzani descrive la vita quotidiana attraverso banchetti, danze, cacce, collegandola ai momenti più spensierati della giovinezza, Mundus tranquillus e Mundus meritorius riferiti alla vecchiaia: nel primo articola in maniera più solenne proposte e risposte su questioni religiose, mentre nel secondo il Mondo meritorio, trasformandolo in un corredo di preghiere.
Lo spettacolo dà un’idea dei due libri accostando il comico del primo allo spirituale del secondo al fine di offrire agli spettatori una visione il più possibile completa dell’opera di Simone de Prodenzani che, grazie alla sua opera, ha reso noti, gli autori più famosi del medioevo nelle terre umbro-toscane, come Antonio Zaccara da Teramo, Francesco Landini detto il Cieco degli organi, fra Bartolino da Padova, frate Blasius, tutti importanti compositori e musicisti dell’Ars Nova, le cui composizioni sono contenute in diversi manoscritti musicali, il codice Squarcialupi, conservato alla Biblioteca Medicea Laurenziana a Firenze, sicuramente uno dei più importanti manoscritti in cui abbiamo i curatori del progetto hanno potuto trovare la maggior parte dei brani citati dal Prodenzani.