Venerdì 3 giugno si sono autoconvocati presso la sala del Governatore del palazzo dei Sette di Orvieto i risparmiatori soci della banca popolare di Bari per fare il punto sulla situazione, confrontare le esperienze, decidere il da farsi a tutela dei legittimi interessi.
La riunione ha avuto una partecipazione tale che ha riempito la sala e si è svolta con la presenza di avvocati e rappresentanti delle associazioni dei consumatori e di professionisti locali, che vogliamo ringraziare per il fattivo contributo che hanno già dato e promesso per il futuro.
È emerso dall’ incontro che le modalità con cui la Cassa dj Risparmio di Orvieto vendeva ai clienti erano le stesse su tutto il territorio: “il titolo era sicuro, BPB aveva ottimi dati di bilancio , il fatto di essere quotato solo sul mercato secondario escludeva dai rischi in quanto il valore dell’ azione era fisso perché determinato dalla banca, in due o tre mesi si potevano monetizzate le azioni”.
La quasi totalità dei presenti non aveva precedentemente mai acquistato azioni, aveva un rapporto di fiducia di lunga data e ha compilato solo in data successiva il modello Mifid.
È stato lamentato il mancato avviso del giorno in cui si teneva una assemblea di tale importanza da abbassare il valore delle azioni del 20%, nonostante i rapporti con i soci fossero tenuti o via mail a dai promotori.
Nella discussione sono emersi casi critici. Il più eclatante relativo ad una signora di 94 anni alla quale tutto il risparmio era stato investito in titoli ed a fronte della necessità di averlo a disposizione per le spese correnti era stato proposto un mutuo a tasso agevolato. Oggi è aiutata dal figlio.
Alcuni professionisti analizzato il bilancio hanno evidenziato criticità sia nella gestione corrente che nel rapporto tra crediti deteriorati e capitale proprio esprimendo preoccupazione per il futuro valore delle azioni.
È stato chiesto se corrispondesse a verità che la Fondazione proprietaria del 26% della Banca avesse potuto vendere le sue azioni realizzando una plusvalenza al contrario dei comuni clienti.
Considerando che tutte le domande poste dai singoli, sia personalmente che a mezzo stampa non hanno avuto risposta e che gli interlocutori abituali hanno dichiarato con imbarazzo la loro impossibilità a fornire risposte, si è deciso di costituire un comitato che cercherà di diradare le nebbie.
La presente comunicazione viene inviata alle due Banche, alla Fondazione CRO ed agli organi di controllo ABI , CONSOB, Banca d’Italia che ogni giorno sui media invocano trasparenza.
Nei prossimi giorni forniremo i riferimenti necessari per chi volesse attivare vie legali attraverso associazioni di consumatori o studi privati.
Firmato soci fondatori: Fabio Giovannella- Giovanni Cocucci- Luigi Ianni- Paolo Moretti
Per aderire o acquisire informazioni comitatorisparmiatoricro.bpb@gmail.com.