di Fabio Giovannella e Dante Freddi per il costituendo Comitato risparmiatori CRO-BpB di Orvieto, Terni, Viterbo.
Abbiamo partecipato come uditori alla riunione dei capogruppo del comune di Orvieto dove, tra le altre cose, si discuteva di cassa di Risparmio e di Banca popolare di Bari.
Sul tema gli argomenti erano due: il futuro della partecipazione della Fondazione e la non più tanto recente svalutazione del capitale sociale.
Vorremmo iniziare con un racconto:
c’era una volta una città ricca di una storia importante che gli antenati avevano fatto grande, il territorio si rivolgeva ad essa per scambiare le sue merci, lì trovava il modo di curarsi, era un punto di riferimento organizzativo, componeva le sue liti ed amministrava giustizia presso il suo tribunale, portava alla sua Banca il denaro che veniva investito nel territorio per il suo sviluppo, un Vescovo dedicato per la sua fede, aveva a disposizione monumenti straordinari e soprattutto una cattedrale gioiello di arte italiana, che i turisti correvano a vedere.
Poi i tempi sono cambiati e hanno cominciato a correre veloci, le tecnologie hanno reso il mondo più piccolo e si è cominciato a ragionare su basi diverse e più ampie.
La città invece ha scelto di essere lenta, “slow”, non ha predisposto le lobbies adeguate per affrontare i tempi oggettivamente sfavorevoli.
Il commercio si è ridotto, la sanità è stata marginalizzata, il tribunale si è cercato di tenerlo con un banchetto sulla porta, il vescovo è in condominio, ora in quella città si parla di Banca… fortuna che il duomo non ha le ruote.
Nel merito due sono gli argomenti:
Futuro della Fondazione CRO: verificata la disponibilità del presidente Fumi a un’audizione con i capigruppo consiliari del Comune di Orvieto. Sapremo qualcosa di più sul futuro della Fondazione, importantissima per la città.
CRO- Banca popolare di Bari: il sindaco ha scritto ai vertici della Popolare di Bari ed ha ottenuto un appuntamento per il 21 giugno. Il sindaco riferirà e poi eventualmente si farà il un Consiglio comunale aperto, presumibilmente dopo l’estate. D’altra parte “siamo o no città slow”.
Proviamo ad anticipare cosa sarà detto al Sindaco: in Italia ci sono troppi Istituti di credito e la Banca d’Italia ne vuole l’aggregazione; per competere nel mondo moderno e fornire servizi adeguati serve una dimensione adeguata, si cercherà di salvaguardare la presenza della Cassa di Risparmio di Orvieto e i suoi livelli occupazionali, ma si deve tener presente che con le politiche della BCE dei tassi bassi e internet si deve spingere per una riduzione dei costi e alleggerimento degli sportelli , CRO è fortunata perché ha una proprietà forte.
E allora cosa ne penserà il Comune, quale sarà la sua strategia? ha buttato via il banchetto del tribunale?
Il secondo tema della svalutazione del capitale sociale è stato trattato durante la Conferenza dei capigruppo molto velocemente (non detto chiaramente ma traspariva dalla prudenza delle parole) “erano azionisti se lo dovevano aspettare “ è il mecato.. bellezza. Nessuno si è posto il problema di dare una risposta ai quesiti formulati dal Comitato o quantomeno approfondirne i contenuti, i risparmiatori che si sono rivolti alle associazioni dei consumatori attivando cause sulle modalità di vendita esistono? quale sara il futuro dei soldi incagliati quando entro l’anno la BPB che, sollecitata da Banca d’ Italia, dovrà trasformarsi in S.P.A. i recenti casi non allarmano?
I soldi raccolti sul territorio, in parte bruciati a Bari, e gli altri incagliati non sono sottratti al territorio? non hanno, ad esempio, impatto sul valore degli immobili, delle ristrutturazioni, dei contratti di affitto , degli acquisti etc. …..?
I problemi spesso vengono considerati come cosa di singole minoranze e sono affrontati, come dicono gli economisti, rivolti alle banche centrali, con la logica del calamaro: prima si intorbidano le acque e poi quando si schiariscono non trovi più nessuno, ma la somma dei problemi delle minoranze è uguale ai problemi della città.