Il 18 settembre del 1960, un violento nubifragio mise in luce alcuni tratti di muri in blocchi di tufo con segni incisi pertinenti alle strutture difensive della nuova Volsinii (Bolsena) fondata sulla riva del lago di Bolsena dopo la distruzione di Velzna (Orvieto) nel 264 a.C.
Per la sua importanza, l’area fu acquisita al Demanio dello Stato, ma negli ultimi anni era stata completamente obliterata dalla vegetazione e dall’interro.
Nei mesi di marzo e aprile di quest’anno, la Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria meridionale, coadiuvata dai volontari del locale Gruppo Archeologico “Velzna”, ha avviato un sistematico intervento di ripulitura con il duplice intento di accertare la specifica relazione dei tratti murari con il sistema difensivo della città già noto e di rendere fruibile ciò che rimane di un’importante struttura militare pertinente alla fase più antica dell’insediamento della nuova Volsinii. In considerazione della sua importanza, il progetto ha raccolto l’adesione di alcuni sponsor locali (sig.ri Riccardo Adami, Vincenzo Vitale), che hanno consentito di movimentare il notevole accumulo di terreno che aveva ricoperto le strutture.
I primi risultati ottenuti sono andati ben oltre le previsioni più ottimistiche. I lavori hanno, infatti, riportato in luce i resti di una torre monumentale, la cui presenza è da collegare, molto probabilmente, con l’esistenza di una vicina porta di accesso alla città. Le dimensioni della struttura conservata (m 5,50 x 6, per un’altezza di oltre 6 metri), collegata ad un muro di circa m 10 di lunghezza con blocchi di m 0,80 x 0,50 x 0,50, ne fanno un unicum nel quadro delle strutture militari dell’Etruria interna del III-II sec. a.C.
Importanti anche i materiali recuperati fino a ora all’interno e all’esterno della struttura. In uno strato di riempimento a rinforzo della torre sono stati rinvenuti numerosi frammenti di vasi a vernice nera del III sec. a.C., alcuni dei quali con bolli, e scarti di lavorazione di un’officina che lavorava l’osso, situata poco lontano. Da uno strato non in posto proviene, invece, la figurina miniaturistica di un quadrupede, realizzata in argilla depurata, probabilmente un cavallo che doveva avere anche il cavaliere realizzato a parte e numerosi frammenti ceramici di tipologia non attestata finora a Bolsena.
Lo scavo è al momento sospeso, ma se ne prevede la ripresa dopo l’estate. In questo periodo si provvederà a catalogare i materiali rinvenuti, al fine di determinare una cronologia puntuale delle strutture.
E’ molto probabile che anche questa scoperta sarà rivisitata in chiave di “archeologia fantastica” dai soliti “studiosi e ricercatori” autodidatti. Ci auguriamo almeno che questi rinvenimenti, così importanti per la storia di Bolsena, non siano accostati a strane teorie astronomiche e religiose.