Il 2 Giugno del 1946 le donne per la prima volta votarono e furono votate al Referendum per scegliere tra Monarchia e Repubblica, contribuendo all’inizio del percorso che avrebbe poi portato, nel 1948, alle Elezioni per il primo Governo di maggioranza.
Un traguardo epocale, che, dopo l’emanazione del Decreto Legislativo Luogotenenziale dell’Aprile del 1945, che sancì il suffragio universale, segnò la fine del divieto di elettorato sia attivo che passivo fino ad allora imposto alle donne.
“Una vicenda storica straordinaria – sottolinea il Vicesindaco e Assessore alle politiche di genere, Cristina Croce – frutto di anni di lunghi dibattiti e battaglie politiche, culturali e sociali, commentata da Tina Anselmi, una delle grandi protagoniste della Resistenza, con queste parole, toccanti, che ne riassumono l’essenza: E le italiane, fin dalle prime elezioni, parteciparono in numero maggiore degli
uomini, spazzando via le tante paure di chi temeva che fosse rischioso dare a noi il diritto di voto, perché non eravamo sufficientemente emancipate. Non eravamo pronte.
Il tempo delle donne è stato sempre un enigma per gli uomini. E tuttora vedo con dispiacere che per noi gli esami non sono ancora finiti. Come se essere maschio fosse un lasciapassare per la consapevolezza democratica’”.
“Ricordarlo, oggi – continua l’Assessore – a 70 anni da quel momento tanto agognato, 70 anni di un viaggio intrapreso ma non sicuramente concluso, significa non solo celebrare un anniversario fondamentale per il nostro Paese, ma soprattutto continuare a dare impulso e concretezza alla lotta verso la parità di genere sostanziale tra uomini e donne, per eliminare qualunque disuguaglianza, a qualunque livello: sociale, culturale, politico e lavorativo”.