ORVIETO – “Il corteo rimane sempre il corteo”. Una frase pronunciata da una signora all’amica mentre sono in coda al supermercato racchiude in sé tutto il significato dell’evento: Orvieto senza il suo corteo è come una casa senza fondamenta.
Checché se ne dica in ogni drappo, spada, elmo, vessillo .. in ogni fila del corteo batte il cuore di ogni orvietano. Ormai ci siamo. Domani è il gran giorno.
Quello in cui si rinnova la tradizione, si da nutrimento alle radici della Rupe, si scopre il valore, quello vero, dell’essere Orvietani. Come da qualche anno a questa parte la sfilata si fa in tre: ci saranno il corteo del podestà, il corteo del capitano del popolo e il corteo della città. I figuranti usciranno sempre dalla caserma Piave e raggiungeranno piazza del Popolo.
Qui il corteo del capitano del Popolo salirà nel palazzo, il corteo della città rimarrà in piazza mentre quello del Podestà arriverà al palazzo comunale. Una volta a piazza della Repubblica una parte si affaccerà dal balcone comunale mentre l’altra raggiungerà via Garibaldi. Sarà in questo momento che suonerà il campanone delle arti a palazzo del Popolo.
Il corteo del capitano del popolo raggiungerà piazza del Comune mentre la milizia rimarrà schierata lungo il corso e si ricongiungerà con il corteo del podestà. Tutto questo coprirà i trequarti d’ora, dalle 9.45 alle 10.30, in cui solitamente il corteo rimaneva dentro palazzo del Popolo per poi uscire e arrivare in piazza Duomo.
Una volta raggiunta la cattedrale, dunque, il corteo continuerà la sua tradizionale sfilata per le vie del centro storico. Ma qui la prima grossa novità. Il corteo dei popolani – sempre sotto la supervisione di Nicoletta De Angelis – entrerà nella Cattedrale dove alle 9 il Cardinale Ennio Antonelli, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Famiglia, presiederà la Solenne Concelebrazione Eucaristica per poi sfilare nel corteo religioso al seguito dell’atteso corteo storico.
Inoltre, a cambiare, sarà anche la collocazione dei popolani che non sfileranno più alla fine ma faranno da anello di congiunzione tra il corteo storico e la processione religiosa.
Da quest’anno, inoltre, grazie alla collaborazione tra Associazione Lea Pacini, che cura il corteo storico, e Orvieto e Medioevo, che gestisce i popolani, è stata selezionata un’arte che, dietro al vessillo della corporazione, farà sfilare alcuni esponenti di quella particolare attività con un oggetto rappresentativo. Si è deciso di iniziare con i fornaciai e di portare, lungo tutto il tragitto della storica processione, uno dei tubi del Pozzo della Cava, realizzati nel medioevo per raccogliere l’acqua dai tetti delle abitazioni.
A chiudere domenica la giornata dedicata al corteo sarà il concerto dell’Umbria Ensemble Orchestra Iniziativa a favore della Terra Santa in programma alle 19 presso il teatro Mancinelli. Tante, ancora, come ogni anno le iniziative collaterali al corteo storico.
Dopo “Alla festa leggiadra. Ballate, madrigali e danze all’epoca di Boccaccio” della “Ensemble Micrologus” di ieri sera, stasera alle 21.15 sarà la volta della 51esima Staffetta dei Quartieri che vedrà protagonisti quattro quartieri e dieci frazionisti, tra cui un master 40 e una donna.
Non dimentichiamo poi le mostre fotografiche: “Il Corteo dentro l’Immagine”, allestita al primo piano del Palazzo dei Sette e visitabile ad ingresso gratuito dalle 10 alle 20 ancora fino a giovedì 2 giugno, a cui si sono aggiunti anche gli scatti realizzati dall’Associazione Fotoamaorvieto che hanno trovato posto nell’Atrio del Palazzo dei Sette. (Sa.Simo)
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