di Andrea Sacripanti – Gruppo Misto
E’ sconcertante rilevare come, anche nell’ultima seduta consiliare, la maggioranza abbia mostrato gravi sintomi di miopia politica che di certo non favoriscono il sano confronto tra i vari schieramenti.
L’arroccamento su posizioni oltranziste da parte della sinistra, che ormai perdura da troppo tempo, non ha consentito di migliorare gli atti di natura finanziaria riguardanti regolamenti e tariffe dei tributi comunali, soltanto perché gli emendamenti presentati provenivano da quei “nanetti dell’opposizione” che non meritano neppure di essere considerati.
Io stesso ho presentato una risoluzione e due emendamenti.
Con la prima chiedevo al Consiglio di impegnare il Sindaco a rivolgersi ad un Avvocato per verificare se vi fossero le condizioni per impugnare i contratti che legano per 15 lunghi anni il Comune di Orvieto a COSP e a SAO per la gestione del ciclo dei rifiuti. Credo che fosse una richiesta più che legittima e mi sarei aspettato l’adesione dell’intero Consiglio sul presupposto che proprio queste convenzioni contengono condizioni inique per i Cittadini orvietani a tutto vantaggio dei gestori privati. Come non ricordare le gravi inefficienze legate alla raccolta dei rifiuti, soprattutto nel Centro storico, dove l’immondizia giace per le nostre vie fino a tarda mattinata, e quelle legate alla pulizia di vie e piazze che rimangono sporche per intere settimane. I servizi in questione dovrebbero essere gestiti e garantite da COSP, come da contratto, ma, oltre a non mostrare segni di miglioramento, nonostante le numerose rassicurazioni, sul versante della raccolta in Centro storico, per aumentare le frequenze di raccolta dell’umido in favore di bar e ristoranti, originariamente erano previsti soltanto tre giorni, e per incrementare le ore di spazzamento e pulitura il Comune, e quindi i Cittadini orvietani, dovrà sborsare addirittura circa 200 mila euro in più oltre ai 2,7 milioni già previsti. E tutto ciò per avere un servizio che altri avrebbero dovuto, ab origine, assicurare!
Sul fonte dello smaltimento dei rifiuti, la musica non cambia. I vantaggi economici che gli Orvietani si aspettavano dalla raccolta differenziata, vengono quasi totalmente azzerati dall’aumento delle tariffe che il Comune deve a SAO per le tonnellate di indifferenziato sversate in discarica. Si è passati, infatti, da una tariffa di 130 euro a tonnellata a ben 172 euro e ciò ha comportato che, pur in presenza di un considerevole calo dell’indifferenziato, si è passati da 6,5 tonnellate nel 2015 a 4,9 previste nel 2016, il risparmio che si genererà sarà soltanto di 150 mila euro. Nel 2015, infatti, sono stati pagati a SAO circa 1 milione di euro e nel 2016 si prevede di corrisponderne circa 850 mila.
Queste ed altre le anomalie che chiedevo fossero poste all’attenzione di un Legale, in quanto mi sembra ormai chiaro che agli alti costi che i Cittadini devono sostenere, non corrispondano servizi di qualità, non coerenti, peraltro, con quelli che sono gli standard di un servizio di pubblica utilità.
Per la cronaca, la Sinistra consiliare, PD e Per Andare Avanti, ha votato contro.
Col primo emendamento, invece, chiedevo di aumentare da 12 a 24 le rate di rientro dal debito tributario in favore dei contribuenti morosi il cui debito è compreso tra i 3000 e i 9.900 euro. Ci è stato spiegato, in Commissione consiliare, che questa fascia interessava il maggior numero di accertamenti e, trattandosi per lo più di famiglie e piccole aziende in difficoltà, ho ritenuto opportuno che fosse concessa loro un’ulteriore agevolazione.
Il PD ha presentato una pregiudiziale sul presupposto che l’emendamento non era corredato dei pareri tecnici e contabili e per questo non si è proceduto né alla discussione, né alla sua approvazione. E pensare che per stessa ammissione dell’Assessore al bilancio, l’emendamento in parola non avrebbe avuto alcuna ripercussione sugli equilibri di un bilancio, quello 2016, che, peraltro, non è stato ancora scritto!
Il secondo emendamento, invece, riguarda una situazione a dir poco scandalosa. Dal 2016, i residenti in area vasta, che prima beneficiavano di un abbattimento del 60 % della TARI a fronte dei disagi sopportati per dover gettare l’immondizia in cassonetti distanti dalle loro abitazioni, pagheranno l’intera tariffa in quanto il servizio porta a porta è stato esteso anche nelle campagne. Nulla di strano sembrerebbe. E, invece, guardando bene il calendario della raccolta dei rifiuti, ci si accorge che tra i centri abitati e le aree vaste esiste una differenza della quale è impossibile non tenere conto.
Mentre le frequenze di raccolta dell’organico sono le stesse, per tutte le altre frazioni (carta, vetro, plastica, indifferenziato) la raccolta presso le abitazioni ricadenti in area vasta viene effettuata con una cadenza giornaliera pari alla metà dei centri abitati. Ciò riguarda più di mille utenze che si vedranno costrette a pagare la stessa tariffa, con un aggravio pari al 60% di quanto pagato lo scorso anno, per un servizio svolto a metà rispetto alle 14 mila utenze dei centri abitati, che vedranno diminuite le loro bollette, per compensazione, di un misero 4%.
Per mitigare questa incomprensibile scelta, che penalizza pesantemente alcuni e genera un impercettibile beneficio per altri, ho proposto di ripristinare un abbattimento pari al 40% della TARI per le abitazioni di campagna, ma non è stato preso in considerazione da una sinistra sempre più sorda alle ingiustizie sociali.