di Dante Freddi
Cassa di Risparmio, acque agitate. Serpeggiano timori tra i risparmiatori. La controllante Banca Popolare di Bari «deprezza» le azioni.
È il titolo de La Nazione di ieri mattina (l’articolo è in fondo) in cui il collega Claudio Lattanzi, raccontando che la popolare di Bari ha “deprezzato” le azioni da 9,53 a 7,50, sostiene la tranquillizzante tesi che “Si tratta di una perdita nominale che potrebbe cioè diventare reale solo nel caso in cui le azioni in questione fossero vendute , ma tanto basta a creare agitazione in tanti orvietani che hanno investito in quella che, ancora oggi nonostante, i passaggi di proprietà, viene ancora considerata come la banca orvietana per eccellenza”. Deprezzate, che hanno perso valore, svalutate è tra virgolette, come se fosse un termine improprio.
Io capisco poco di economia, tant’è che mi sono fidato della proposta del consulente CRO e ho acquistato le azioni per un importo significativo, almeno per me, ma conosco la differenza tra REALE e NOMINALE, che sono i termini con cui “gioca” il giornalista.
Secondo il ragionamento di Lattanzi la perdita che ho subito è virtuale e diverrebbe reale soltanto se vendessi. Quindi quegli orvietani “ingenui” che si lamentano perché hanno acquistato a 9,53 una cosa che ora ne vale 7,50 si agitano inutilmente per una perdita nominale, teorica, virtuale.
Mi chiedo, c’è forse la possibilità che quelle azioni riprendano il valore di 9,53 o più e quindi il virtuale e il reale si allineino di nuovo? C’è la possibilità che io, dato che prima o poi quei soldi li dovrò riprendere, non subisca danni?
No, nessuno ha avuto il coraggio di accennarmelo, sarebbe stato troppo raccontarlo anche a un risparmiatore sempliciotto.
Ma tant’è. La vita è breve, la prossima volta se avrò ancora qualche risparmio mi regolerò e adesso perdo il 20% e me la prendo in saccoccia.
La svalutazione di 2 euro per azione è infatti “bastata” ad agitarmi e sono andato in banca per far diventare la mia perdita reale, anziché, furbo, tenermi le azioni con il valore nominale. Ma non è finita qui. Per essere la perdita reale devo riavere i quattrini sonanti, in quantità minore, perché ho perso il 20%, ma sonanti.
So invece che per rimettere in casa i miei soldi devo attendere almeno undici, dodici mesi, non so, nessuno lo dice con certezza. Io vendo, perdo e ancora ho in tasca azioni del valore virtuale 7,50, che però non si trasformano in euro e quindi sono senza i miei soldi e con l’incertezza che quando li riavrò potrebbero essere ancora meno, perché intanto è subentrata la sfiducia e non so come andrà a finire.