ORVIETO – E’ arrivato il momento che la Regione si prenda le proprie responsabilità. In sei mesi il ciclo sui rifiuti deve essere chiuso. E’ il momento di lottare insieme senza colori politici. Basta risolvere i problemi ternani (la discarica assorbe infatti maggiormente i volumi provenienti dai comuni della Provincia di Terni ex ATI 4), in sei mesi la Regione è in grado di chiudere il ciclo dei rifiuti senza che Orvieto debbe contribuire con l’aumento del secondo calanco.
Suona un po’ come un diktat alla Regione quello del segretario del Pd Andrea Scopetti che ieri, insieme ad Andrea Taddei, reduci dal coordinamento comunale di venerdì sera, hanno voluto pronunciare in vista del consiglio comunale di domani in cui verrà discussa la mozione sull’ampliamento della discarica.
Ma da via Pianzola vogliono starsene ben alla larga da interessi e strumentalizzazioni.
“Dobbiamo difendere il nostro territorio – dice Scopetti – diciamo sì agli ultimi accordi, ringraziamo Germani e i sindaci che si sono prodigati e i cittadini che hanno manifetstato il loro interesse, ma non basta. Deve rappresentare solo l’inizio”. Tre gli obiettivi che il Pd è intenzionato a raggiungere nella politica dei rifiuti: aumento dei livelli occupazionali, difesa del suolo e dell’ambiente e incentivi per i cittadini. E poi l’appello alle istituzioni del territorio affinché si uniscano alla battaglia “lasciando da parte tensioni e divisioni”.
“Su questo tema – rimarca il segretario del Pd – non ci possono essere divisioni tra politici, associazioni e cittadini. A chi chiede da che parte sta il Partito Democratico noi rispondiamo che stiamo dalla parte dei cittadini, delle categorie ma anche dalla parte di chi in questo territorio intende continuare o iniziare ad investire economicamente”.
Ma i conti con la realtà vanno fatti. Dal momento che, come disse in tempi non sospetti l’assessore Cecchini “i rifiuti non si mangiano”, da qualche parte devono essere smaltiti. Le condizioni per chiudere il giro dei rifiuti, però, secondo il Pd ci sono. “In Umbria ci sono attive tre discariche, ci sono inceneritori, termovalorizzatori. Perché dobbiamo risolvere noi i problemi dei nostri vicini di casa? Non vogliamo aprire battaglie con i territori vicini ma sicuramente a Terni c’è un problema e nonostante lì si siano concentrati negli anni tutti gli investimenti sulla gestione dei rifiuti, la differenziata è ancora a livelli ridicoli e sono i rifiuti di Terni a costituire 2/3 del materiale che va a Le Crete. Vogliamo che anche quel territorio prenda una posizione chiara”.
Come anche la Regione del resto. “La Regione deve assumersi le sue responsabilità e non scaricare la colpa sui comuni per non aver rispettato la differenziata. Gli diamo tempo sei mesi per chiudere il ciclo sui rifiuti. Come? Portando al 70% la differenziata in tutto il territorio. Se in città come Narni e Terni non funziona non deve essere un problema di Orvieto”.
Forse, però, l’errore è stato fatto a monte, nell’Ati4. Ne è convinto Andrea Taddei. “I parametri di riempimento della discarica dipendono dalle politiche – ha detto – ma se vogliamo allungarli in termini temporali bisogna fare la differenziata. Di fronte ad un impegno da parte dei cittadini sono necessari incentivi. Bisognerebbe sostanziare queste azioni ma devono venire dalla Regione queste decisioni. Questa è la partita che bisogna vincere. Il sindaco ci sta provando chiamando a raccolta anche le aree interne. Oggi serve di andare a modificare quello che ė l’utilizzo della discarica localizzando ad Orvieto strutture innovative. Non serve aumentare i volumi ma usare i rifiuti per farne altro”.Intanto, l’appuntamento più stringente è quello con il consiglio comunale di domani per cui il Pd ha chiesto a tutta l’assise di uscire in maniera unitaria, senza divisione, dal voto sulla mozione dell’ampliamento affinché poi “le risultanze del consiglio possano essere portate in sede di consiglio regionale”. (Sa.Simo)
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