La proposta di Dante Freddi
Fraternità, la parola a fondamento del pensiero e dell’azione di Papa Francesco
Per il teologo Christoph Teobald una parola riassume e fonda l’agire di Francesco: fraternità. Gesù Cristo porta nel mondo relazioni nuove, al cristiano l’impegno, la responsabilità e la sfida di viverle e testimoniarle. Il Papa invita a “scoprire la mistica di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in un santo pellegrinaggio”. Teobald identifica nella sottolineatura della “mistica della fraternità” un cambiamento di sguardo: il prossimo acquista una grandezza sacra perché in lui si scopre Dio, “s’impara a soffrire in un abbraccio con Gesù crocifisso”. Se non si esce da se stessi per incontrare, conoscere, soccorrere il prossimo, si resta prigionieri di un individualismo morboso. Così come la misericordia e le opere di misericordia traducono l’invito evangelico del “dono di sé” e del trovare Dio in tutto e in tutti. [Giovanni Santambrogio sul Sole24ore del 10.04.16].
L’opinione di Franco Raimondo Barbabella
A parte il fatto che Christoph Teobald, teologo gesuita tedesco e francese di elezione, ha una faccia simpatica, seguo un poco i suoi pensieri essendo egli uno dei massimi interpreti delle conseguenze teologiche del Concilio Vaticano II e uno dei pochi che si è preoccupato di gettare uno sguardo sul futuro della Chiesa nell’era che alcuni chiamano post-cristiana. Dunque, ad esempio, avevo seguito (ovviamente a distanza fisica) con curiosità i tre incontri tenuti nella Comunità di Bose nell’ottobre del 2013 sul tema del “Cristianesimo come stile”, che è l’aspetto originale della sua ricerca teologica post-conciliare. Mi aveva interessato in particolare la sua insistenza sui concetti di “esperienza” e di “testimonianza” come segni di autenticità nella ridefinizione di una riconoscibile identità cristiana. Dunque non mi meraviglia l’idea del “cambiamento di sguardo” nella “mistica della fraternità” e la convinzione che Papa Francesco ne voglia essere un lucido interprete. D’altronde il tema del riconoscimento di sé nell’altro è ampiamente sviluppato nel Novecento sia in ambito psicanalitico (es. Viktor Frankl) che filosofico (es. Martin Buber). E nei tempi più recenti, sia il riconoscimento delle diversità come fattore di crescita, sia la riproposizione in diverse modalità del dialogo come processo di ricerca comune di verità e di soluzioni condivise, sono la manifestazione palese che quel tema, sul piano laico come su quello religioso, è insieme prospettiva ideale e spinta effettuale ad una svolta nella verifica pratica dei valori formalmente professati.
L’opinione di Pier Luigi Leoni
I teologi mi hanno sempre dato l’impressione di andare alla scoperta dell’acqua calda. I teologi cattolici poi si sforzano sempre di ricamare coi disegni della retorica le affermazioni di qualsiasi Papa. Per fortuna quelli che scrissero i Vangeli non erano dei teologi. A parte l’autore del Vangelo di Giovanni, che però usa il linguaggio della teologia per descrivere i fatti e non per interpretarli. Preferisco l’interpretazione ante litteram dell’apostolato di Papa Francesco da parte di Santa Teresa di Calcutta. Quando le facevano presente che il suo impegno misericordioso nell’assistere i miserabili, compresi quelli irrimediabilmente vicini alla morte, non poteva risolvere il dramma dell’ingiustizia, della povertà e della malattia, e le dicevano che serviva ben altro, rispondeva pressappoco così: “Non voglio rubare il mestiere ai politici; mi limito a pregare; quello che faccio è il mio modo di pregare… anche per loro”.
La proposta di Barbabella a Leoni
È nata “Orvieto per tutti”, nuova associazione dei commercianti del centro storico
“Orvieto per tutti. Associazione del centro storico, si è presentata ieri pomeriggio al pubblico orvietano perché, annota nella comunicazione dell’evento, vuole “Il bene del centro storico”.
Il bene del centro storico è quindi il fine perseguito, raggiungibile, sostiene, “soltanto attraverso l’unione delle energie disponibili” che devono impegnarsi “per favorire proposte e sviluppare progetti condivisi”.
Il centro dell’incontro è stata una relazione che finalmente ha affrontato il problema di Orvieto da un punto di vista di marketing e i ragionamenti che hanno governato lo studio di Leonardo Riscaldati sono stati di metodo, di analisi del presente, di ascolto e monitoraggio delle criticità, di soluzioni per il loro superamento. …
Un bel piano, centrato sulla costruzione di un database in continua evoluzione che garantisca contatti utili a valorizzare iniziative e a promuovere attività e prodotti, secondo una metodologia già ampiamente utilizzata e verificata dalle aziende più strutturate, nuova in realtà impreparate e frammentate come il nostro Centro commerciale naturale.
Ma la buona volontà sembra esserci ed è molto. Per una volta infatti in qualche intervento si è detto perfino che non si devono occupare alla portoghese i parcheggi destinati ai clienti e che è cambiato il mondo della vendita, che non può essere più quello di un tempo, se una quantità ormai crescente di acquisti di prodotti e di pacchetti turistici naviga sul web.
Insomma, aspettare il cliente sulla porta, parcheggi o no, non è il futuro. Per la prima volta è sembrato che la resistenza al cambiamento, almeno in chi è intervenuto, sia stata superata, ma credo che le difficoltà che incontreranno i giovani promotori dell’associazione non saranno poche. Se poi chi amministra il profilo FB continua con comunicazioni come sono apparse nei giorni scorsi, in totale contrasto con i toni della serata di ieri, le difficoltà per realizzare un progetto di visione, difficile e costoso, saranno davvero insuperabili.” (Dante Freddi, OrvietoSi, 14.04.2016)
Una nuova associazione è sempre benvenuta, purché non sia un’associazione per delinquere. E questa senz’altro non lo è. Anzi, ha il pregio di non proporsi il risanamento del mondo e la felicità universale, essendo tale campo già affollato, ma semplicemente di razionalizzare gli affari dei commercianti del centro storico di Orvieto. L’associazione avrà successo, a mio parere, se i soci si renderanno pienamente conto che le opportunità offerte dal web sono solo parzialmente sfruttate e che la creazione di un portale adeguato e puntualmente aggiornato richiede un consistente investimento iniziale e costi annuali che devono essere sempre coperti, altrimenti crolla tutto il lavoro fatto. Auguri!