Dieci ore di sessione, hanno caratterizzato la prima giornata del decimo Congresso italiano di Teriologia organizzato dall’Associazione Teriologica Italiana, in collaborazione con Regione Lazio (Direzione Ambienti e Sistemi Naturali), Riserva Naturale Monte Rufeno, Comune di Acquapendente e Società Italiana di Ecopatologia della Fauna, ospitato ad Acquapendente presso il Teatro Boni, Dalle ore 09.00 alle ore 15.45, gli interventi dei relatori P. Genovesi, L. Ancillotto, T. Notomista, E. Mori, M. Menchetti, S. Bertolino, D.Russo, A. Iacucci, P.Colangelo, V. Gamberi, E.Mori, A. Esther, K. Baert, E. Herwig, T. Petit, A. Ribas Salvador, G. Aloise, R. Renzi, F. Annesi, R. Castiglia, C. Romeo, F, Santicchia, E. Fesce, M.V. Mazzamuto, S. Vezzoso, G.Grilli, A. Martinoli, L.A Wauters, N. Ferrari, M.V. Mazzamuto, M. Morandini, M. Panzeri, D. Preatoni, L.A. Wauters, A. Martinoli, M. Masseti, G. Dondini, A. Tomassini, S.Vergari, E. Berti, M. Scalisi, V. La Morgia, D. Paoloni, P. Aragno, P. Genovesi, N. Ferrari, E. Chinchio, M. Crotta, S. Bertolino, S. Liyoi hanno magnificamente interpretato gli impatti, controllo e mitigazioni dei mammiferi alloctoni. “Abbiamo raggiunto la finalità”, sottolineano i coordinatori Adriano Martinoli, Nicola Ferrari, Andrea Monaco, Maria Vittoria Mazzamuto, “tanto di offrire l’occasione per un aggiornamento dello status dei mammiferi alloctoni quanto di favorire il confronto teorico e pratico, sugli aspetti strategici a scala nazionale e regionale, sugli approcci alla pianificazione degli interventi e sulle modalità di attuazione degli stessi. Tutto ciò in una prospettiva di efficace raccordo ed interscambio di esperienze a diversa scala geografica e con il fine ultimo di predisporsi ad affrontare le criticità e le opportunità che deriveranno dall’applicazione del Regolamento (UE) n. 1143/2014. Negli ultimi anni in Europa e più in generale su scala globale, il numero di introduzioni di specie alloctone invasive è cresciuto in maniera esponenziale fino a rappresentare oggi una delle principali cause di perdita di diversità biologica. Rispetto agli effetti sulle attività antropiche, se da una parte sono evidenti i crescenti impatti economici delle specie stesse, le ricadute delle introduzioni sulla salute animale e umana e gli aspetti sanitari sono stati a lungo trascurati. Gli effetti congiunti sulla biodiversità, sull’economia e sulla salute pubblica sono pertanto destinate a sollevare un crescente interesse pubblico rendendo la problematica delle invasioni biologiche una delle maggiori sfide nell’ambito della gestione dei mammiferi, il gruppo con la più lunga storia di introduzione tra i vertebrati.
Per fronteggiare con maggiore efficacia questa minaccia è irrinunciabile, sia a livello di approfondimenti conoscitivi, sia la definizione di strategie gestionali e di prevenzione efficaci, promuovere interazioni e sinergie, anche a livello internazionale, volte a rendere risolutivi gli interventi attuati. Non a caso la collaborazione tra paesi europei per combattere le specie invasive è uno dei principi guida del regolamento entrato in vigore nel 2015 ma pienamente operativo a partire dal 2016”. Dalle 15.45 alle ore 17.30 si è svolta una tavola rotonda sull’”Atlante italiano dei mammiferi, verso una nuova visione” con gli interventi di Luigi Boitani, Mauro Bon, Dario Capizzi, Gianluca Forti, Roberto Lardelli, Anna Loy, Damiano G. Preatoni. “Con questa iniziativa”, sottolineano gli stessi, “permette un passo avanti verso una più completa conoscenza delle distribuzione della specie mammiferi italiani (esempio rendicontazione ai sensi dell’articolo 17 della Direttiva Habitat), ma senza dimenticare gli importanti risvolti che tale banca dati potrebbe avere per molti altri scopi (pianificazioni e valutazioni ambientali, attività di ricerca e modellizzazione) in particolare se condivisa da diverse comunità scientifiche. Le moderne tecnologie hanno permesso una sostanziale evoluzione delle modalità con cui i dati dei grandi inventari naturalistici (meglio noti come “atlanti”) vengono raccolti, scoprendo scenari un tempo impensabili. In particolare, tali mutamenti riguardano le modalità con cui i dati possono essere raccolti e trasmessi e l’incremento della platea dei rilevatori. Con la diffusione di strumenti come gli smartphone, provvisti di rilevatori GPS e fotocamere versatili, c’è l’opportunità di raccogliere e trasmettere in tempo reale dati faunistici, con possibilità di validazione pressoché immediata. Inoltre tali strumenti rendono possibile la partecipazione alle campagne di segnalazione da parte dei cittadini. Tale approccio, comunemente noto come citizen science, permette di coinvolgere nella raccolta dei dati anche persone non strettamente addette ai lavori, con importante ritorno in termini di aumento di consapevolezza e disseminazione delle problematiche interenti la conservazione della biodiversità. Tali approcci hanno fatto breccia in molti settori e, per rimanere all’esempio italiano, interessano ormai molti gruppi faunistici in primis gli uccelli. Benchè i mammiferi differiscano sostanzialmente dagli uccelli per quanto riguarda la difficoltà di rilevamento e la corretta identificazione della specie, questa sfida è comunque un’opportunità da cogliere, con la realizzazione di un atlante basato sulle segnalazioni di un ampia compagine di rilevatori, con necessità di validazione dei dati da parte di esperti”. L’intensa prima giornata congressuale si chiude con una dimostrazione da parte di Roberto Lardelli del portale ornitho.it.