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Home Cultura

Convegno della Fondazione ADI sul tema Obesità e diabete

Redazione by Redazione
17 Aprile 2016
in Cultura, Archivio notizie
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Promosso dall’ADI / Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica e patrocinato dal Comune, si svolge ad Orvieto il 15 e 16 aprile p.v. presso il Palazzo del Popolo / Centro Congressi, il convegno su Obesità e diabete. La terapia: dalle raccomandazioni alla pratica clinica, II Corso Residenziale in occasione dell’International Mediterranean Meeting Nu.Me. – Nutrition and Metabolism – 8°.

L’incontro tra specialisti verterà su tematiche di urgente attualità: l’obesità, il diabete, le patologie metaboliche, la malnutrizione e i risultati dei diversi tipi di diete. Sono tematiche solo in apparenza distanti (il diabete si accompagna spesso all’obesità cioè alla malnutrizione per eccesso) non solo perché unite da un marker metabolico comune, che è l’insulinoresistenza, ma per la condivisione della necessità di razionalizzare ed ottimizzare il trattamento e la prevenzione che non può prescindere dal cambiamento dello stile di vita. Modificare i comportamenti da sedentari ad attivi è una sfida che la Fondazione ADI ha raccolto e spera di portare a buon fine. Per questo motivo un particolare risalto viene dato alle pratiche virtuose e alle iniziative volte a implementare l’attività fisica.
 “Le patologie croniche non comunicabili (PCNC) – sostiene il Dr. Giuseppe Fatati, Presidente della Fondazione ADI Nu.Me. – rappresentano una delle sfide più difficili per tutti i sistemi sanitari, sia nei Paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo, a causa della loro continua e inesorabile crescita. L’esempio più paradigmatico è rappresentato dal diabete mellito e dall’obesità: il numero delle persone che ne sono affette e il costo sociale di queste patologie richiedono un’attenzione particolare. Si calcola che più di 246 milioni di persone nel mondo siano affette da diabete mellito; di queste, 3,8 milioni muoiono ogni anno per cause direttamente correlabili alla malattia di base. 
Nel 2025, secondo l’OMS il numero dei pazienti salirà a oltre 330 milioni con un incremento triplo in Africa, Medio Oriente, Sud Est Asiatico, doppio in America e Ovest Pacifico, del 50% in Europa se non cambierà nulla in termini di prevenzione. L’accresciuta prevalenza nel mondo del diabete tipo 2 ha portato l’OMS a parlare di vera e propria ‘epidemia’. Termini come globesità e diabesità sono ormai di uso comune e il mondo scientifico è concorde nel riconoscere che, in assenza di una azione immediata comune, si potranno avere problemi sanitari molto gravi per milioni di persone nei prossimi anni. 
L’insostenibilità dei costi del diabete è legata particolarmente alla tardività degli interventi e alla mancanza di una cultura effettiva basata sulla prevenzione primaria, secondaria e terziaria. La nutrigenomica e la nutrigenetica sono campi di ricerca innovativi che ci dovrebbero portare a comprendere sempre meglio in che modo un alimento, o meglio, un particolare stile alimentare, interferisce nel funzionamento dell’organismo a livello molecolare metabolico. 
La maggior parte dei report nazionali e internazionali evidenzia che la terapia del diabete tipo 2 non è nè precoce nè intensiva, denotando una inerzia terapeutica inaccettabile. 
Negli ultimi anni la disponibilità degli inibitori del DPP hanno apprestato nuove risorse terapeutiche e anche il modo di pensare il trattamento insulinico si è modificato. Nel mercato delle insuline si assiste ad una progressiva ed inarrestabile erosione dei consumi di prodotti di vecchia generazione (insuline umane) a vantaggio degli analoghi che rappresentano il trattamento di riferimento tanto tra le insuline rapide quanto tra le basali. Gli inibitori dell’SGLT2, l’ultima classe di antidiabetici in ordine temporale a essere stata introdotta, sono caratterizzati da un peculiare meccanismo di azione. 
A differenza di tutti gli altri antidiabetici, con l’eccezione degli inibitori dell’alfa-glucosidasi, non agiscono direttamente potenziando la secrezione insulinica da parte delle beta-cellule o favorendo l’azione dell’ormone a livello periferico, ma rimuovendo il glucosio in eccesso attraverso l’emuntorio renale. Infine non può essere sottovalutato il fatto che nel paziente diabetico, sottoposto a chirurgia bariatrica, si osservi un trend di normalizzazione della glicemia a partire dalla prima settimana post-operatoria, molto prima che il peso subisca variazioni significative. Partendo da questa osservazione si è cominciato a considerare il possibile meccanismo anti-diabetico della chirurgia bariatrica ipotizzando dei meccanismi d’azione degli interventi chirurgici diversi dalla semplice perdita di peso. Si è quindi iniziato a pensare al concetto non più di chirurgia bariatrica ma metabolica; è questo un campo di ricerca di notevole interesse. 
Il Piano Sanitario Nazionale ci invita a fornire prestazione appropriate al fine di garantire qualità, equità e sostenibilità di cura. Siamo d’accordo con quanti affermano che garantire una prestazione appropriata vuol dire da un lato avere un’ottima conoscenza dell’EBM e delle linee guida e dall’altro essere in grado di effettuare un’appropriata fenotipizzazione del paziente. Da questi presupposti un primo requisito per una gestione appropriata è la conoscenza dettagliata delle caratteristiche dei farmaci e delle diverse strategie terapeutiche da adattare alle esigenze cliniche e personali del paziente”. 
_______________________
Il convegno si apre Venerdì 15 aprile alle ore 10.30 con la presentazione e il saluto delle Autorità e si articola i tre sessioni: LE RACCOMANDAZIONI (Diabete: una sfida per una sanità sostenibile; Gli standard AMD-SID; Raccomandazioni per la gestione dell’ipercolesterolemia; Le raccomandazioni del 1871); OBESITÀ E DIABETE (Microbiota intestinale e malattie metaboliche; Obesità sarcopenica, Obesità e nutrigenomica: luci e ombre; La chirurgia metabolica; Autocontrollo e nuove tecnologie); LA TERAPIA FARMACOLOGICA (Recenti acquisizioni nella terapia con agonisti del recettore GLP1; Diabete: la terapia tradizionale; Recenti acquisizioni nella terapia dell’obesità; Diabete: le diete chetogeniche; La telemedicina).
Sabato 16, invece gli approfondimenti riguardano: OBESITÀ E PSICOLOGIA (sessione congiunta ADI-CNOP: Ruolo dei Servizi di Dietetica e Nutrizione Clinica; Prospettive pratiche di integrazioni professionali);  SESSIONE INIBITORI SGLT2 (Update sugli inibitori del DPPIV; SGLT2 e assetto glicometabolico; SGLT2 e rischio cardiovascolare); LE NUOVE INSULINE (U300: nuova formulazione di insulina glargine; Insulina Degludec; Le insuline biosimilari).
Durante il Corso Nu.Me., inoltre, sarà assegnato il Premio “Flaminio Fidanza / Spazio alle Idee” giunto alla 5^ edizione, riservato agli iscritti di età inferiore ai 35 anni appartenenti alle diverse categorie per cui è stato chiesto l’accreditamento al Corso. Il vincitore potrà partecipare al 8th International Mediterranean Meeting (Italian, Japanese and Polish Meeting) che si terrà a Danzica dal 25 al 27 Maggio 2016.
Il Prof. Flaminio Fidanza, spentosi nel 2012 a Perugia all’età di 93 anni, è stato uno dei massimi esperti mondiali della dieta mediterranea. Aveva fatto parte dal 1957 in poi dell’equipe di studiosi, guidata da Ancel Keys, che sul territorio nazionale aveva condotto il cosiddetto Studio dei Sette Paesi ed era stato soprattutto lui, negli anni successivi, a curare il monitoraggio e la raccolta dei dati.

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