di Dante Freddi
La vita esile e insoddisfacente dei partiti orvietani, quando c’è, ha creato un vuoto che si sta riempiendo di iniziative diverse, con finalità, strutture, àmbiti territoriali e tematici specifici, che si alimentano nell’humus social, FB, twitter, giornali on line, ma vivono anche nella città fisica, con incontri veri tra persone che si toccano, mangiano insieme, discutono, si frequentano.
Negli ultimi giorni è apparsa su FB #SAVEORVIETO , che, si legge nella presentazione della comunità social, “non è una associazione di ambientalisti ma un progetto collettivo di comunicazione. Una vera e propria battaglia a difesa del nostro territorio che vuole coinvolgere cittadine e cittadini, politica, associazioni, intellettuali”.
In occasione del dibattito sulla discarica Le Crete, con l’iniziativa “Contro l’ampliamento della discarica…mattiamoci la faccia” ha dimostrato come si possano aggregare centinaia di persone in poco tempo e come queste costituiscano, con la loro faccia, una straordinaria dimostrazione di partecipazione, che ha certamente influito nell’unità conseguita lunedì in Consiglio comunale contro la discarica. Il 14 maggio ci sarà una Marcia del Rispetto #STOPDISCARICA e quelle facce potranno incontrarsi de visu. Potrebbe nascere qualcosa d’altro, perché moltissimi sentono la necessità di esserci, senza interessi personali da difendere, soltanto perché è un modo onesto di offrire la propria pennellata al disegno dell’ambiente in cui viviamo.
Mercoledì prossimo, il 13 aprile, nascerà ufficialmente un’altra comunità, Orvieto per tutti, alle 17:00, palazzo dei Sette, che si presenta come “Espressione di un Gruppo di Cittadini del Centro Storico ed è aperta a tutti coloro che vogliono contribuire alla soluzione delle problematiche Orvietane”.
In questo caso l’àmbito territoriale è il centro storico e l’obiettivo il suo rilancio commerciale e turistico. Anche se questa comunità è legata a finalità specifiche, orfana dei sindacati di categoria, deve allargarsi alla città che contiene questi interessi e ai cittadini che ci vivono, che costituiscono l’anima del luogo e lo rendono accogliente o no. Per immaginare lo sviluppo turistico o commerciale del centro storico, non basta “merce attraente” da offrire, coerente con le richieste di mercato, ma ci vogliono un ambiente accogliente, la città, e cittadini che partecipino al progetto, testimoni, coscienti o meno, di una cultura e di un modo di vivere, ospiti partecipi alla costruzione di un’atmosfera di ospitalità che si senta e si veda.
Ma non basta. Proprio in questi giorni è attivo il sito web di CoM (www.comunitainmovimento.it), “Comunità in Movimento, la libera associazione di cittadini, nata qualche mese fa con l’intento di reagire all’emarginazione e all’impoverimento del nostro territorio. Nonostante gli ultimi tentativi di invertire l’immagine, a nostro avviso infatti restano evidenti sia l’impostazione centralistica della politica regionale sia la debolezza e la scarsa lungimiranza delle classi dirigenti locali. Il nostro simbolo per questo è un voltapagina, giacché esigenza primaria di cui sentiamo l’urgenza è un cambiamento culturale, di coscienza, e di comportamenti”.
“Comunità in Movimento” è più attenta alla visione politica, istituzionale, e i suoi animatori si muovono spinti dall’”urgenza di un cambiamento culturale, di coscienza, e di comportamenti”, con specifico obiettivo strategico nella “la formazione della macroregione dell’Italia Mediana e la centralità dei territori nella politica dell’Umbria”.
Insomma, non si può proprio dire che Orvieto sonnecchi.