ORVIETO “Oggi ti appiccico al muro! Ti metto in castigo tutto il giorno! Oggi tu da qui non ti muovi, rimani fermo fino a quando lo dico io!” Sono solo alcune delle frasi ingiuriose e cattive pronunciate ai bambini di una scuola per l’infanzia vicino ad Orvieto, da una maestra, quarantasette anni, orvietana, inchiodata dalle telecamere della polizia.
Maltrattamenti sia verbali che fisici. Si sono registrati anche episodi in cui la donna con una cartellina di cartone picchiettava la testa di uno dei piccoli alunni. E poi ancora. Punizioni gratuite, schiaffi, buffetti in testa e rimproveri senza motivo che, per bambini così piccoli, significava stare diverse ore a piangere e lamentarsi.
A far scattare le indagini, partite a dicembre dello scorso anno, sono state le segnalazioni di alcuni genitori preoccupati da una serie di episodi e da alcuni commenti dei figli. Anche perché le vessazioni, sempre più frequenti, messe in pratica dalla maestra, hanno interessato alunni di età compresa tra i tre e i sei anni. A portare avanti le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Elisabetta Massini, sono gli uomini del commissariato di Orvieto. Considerata la delicatezza degli esposti, il sostituto Massini ha deciso di disporre intercettazioni video ambientali. Le microcamere, a febbraio scorso, sono state quindi installate all’interno della scuola materna, consegnando agli investigatori gli abusi compiuti dalla quarantasettenne, che avrebbe abusato ripetutamente dei mezzi di correzione e disciplina.
In particolare dal commissariato di piazza Cahen parlano di reiterate condotte violente, umilianti e vessatorie nei confronti dei bimbi. Intanto a carico della maestra, indagata per maltrattamenti, è stata subito emessa la misura cautelare della sospensione della pubblica funzione, con conseguente interdizione per nove mesi dall’attività lavorativa. Un caso per certi versi simile a quello venuto fuori non molto tempo fa nella scuola media Fratelli Agosti della vicina Bagnoregio.
Indagata una professoressa di 58 anni accusata di comportamenti violenti e offensivi verso un alunno in particolare. L’alunno – che avrebbe un lieve deficit cognitivo – sarebbe stato oggetto di reiterati comportamenti violenti e offensivi, fino a insulti come «deficiente» o «puzzi» e altre frasi irripetibili. La professoressa avrebbe incoraggiato anche i compagni di classe a tenere atteggiamenti ostili nei confronti del minore. In un’occasione, li avrebbe invitati a portare di peso il ragazzo fuori dall’aula. (Sa.Simo)
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