di ufficio stampa Pozzo della Cava.
Era il 25 aprile del 1996 quando gli addetti allo svuotamento del Pozzo della Cava (si lavorava anche le domeniche e i giorni festivi, unendo ditte con competenze archeologiche e speleologiche) trovarono la sorgente, sepolta per secoli sotto dodici metri di calcinacci e immondizia, a 350 anni esatti dalla chiusura al pubblico della struttura.
Per festeggiare questa ricorrenza la gestione del complesso ipogeo del pozzo realizzerà tre giorni di eventi, dal 23 al 25 aprile prossimi.
Per le tre giornate sarà allestita la mostra «Un Pozzo di Storie», con i disegni dell’illustratrice orvietana Alessandra Roticiani (in arte XaNa), che ha rappresentato, non senza ironia, i protagonisti di cinque episodi legati al pozzo, ai locali circostanti e all’antico quartiere della Cava, spaziando dal Rinascimento all’Ottocento.
Proprio attorno a queste storie ruoteranno anche tre speciali «Visite Narrate» al pozzo e alle grotte, che si terranno alle 15, alle 17 e alle 19 di sabato 23 aprile; trattandosi di posti limitati (al massimo 25 partecipanti per ogni turno) è consigliata la prenotazione al 339.648.0334. Inoltre la partecipazione è gratuita per i residenti.
Domenica 24 la festa raggiungerà il culmine con il debutto del nuovo spettacolo della Compagnia delle Lavandaie della Tuscia dal titolo «Tre concate da lava’»: alle 16 l’allegra brigata delle comari bolsenesi partirà da Piazza della Repubblica per raggiungere, attraverso Via Filippeschi, lo slargo compreso tra il pozzo e la Chiesa della Madonna della Cava, per esibirsi in una lunga serie di “lavate-cantate”, forma di intrattenimento, tra folklore e ricerca storica, che ha reso famoso il nutrito gruppo femminile capitanato da Simonetta Chiaretti.
Lunedì 25, poi, conclusione con la vera protagonista, ossia l’«Acqua di Pozzo», con l’omaggio, ai primi 200 visitatori, di una piccola bottiglietta contenente l’acqua del Pozzo della Cava come ricordo dell’anniversario.
«Ci è piaciuto sottolineare questo avvenimento -dice Tersilio Sciarra, scopritore del pozzo e recentemente protagonista, con la sua scoperta, di una puntata del «Tg3 Persone»- perché ritrovare la sorgente ha rappresentato un sogno durato 12 anni e costellato di lungaggini burocratiche, sebbene avessimo dichiarato di voler eseguire tutti i lavori a nostre spese. Domande presentate e ripresentate e ben sette anni di attesa per avere l’autorizzazione definitiva, in un gioco di rimpalli tra uffici di una nazione priva di leggi per privati che volevano riportare alla luce i propri tesori e renderli fruibili. Vogliamo festeggiare con i disegni di Alessandra, che abbiamo anche scelto per le etichette dei nostri vini e dell’Amaro del Pozzo, e con la spensieratezza e l’allegria delle Lavandaie, che ci faranno fare un tuffo nel passato giocando con l’acqua, protagonista della ricorrenza, e con la quotidianità della Tuscia che ogni giorno promuoviamo, non senza fatica».
Un ringraziamento particolare a Fabio Materazzini per la foto della Compagnia delle Lavandaie della Tuscia.
XaNa – Alessandra Roticiani: diplomata in Pittura all’Accademia di Belle Arti, con un passato di decoratrice di ceramica artistica ad Orvieto, appassionata di discipline orientali e di tarocchi, attualmente si divide tra Orvieto e Pisa; è lei l’autrice delle illustrazioni della mostra, che faranno da filo conduttore alle visite guidate di sabato 23.
La Compagnia delle Lavandaie della Tuscia: nata da un’idea di Simonetta Chiaretti, raggruppa donne che hanno conservato l’abitudine e l’arte di lavare i panni nelle acque del lavatoio pubblico ed altre che hanno aderito con entusiasmo all’idea di recuperare e valorizzare un’esperienza tradizionale di lavoro e di socializzazione. Il lavaggio di gruppo viene riproposto ad ogni spettacolo con modalità, abbigliamento e strumenti tradizionali, come un vero e proprio laboratorio in cui la confidenza con l’acqua la maestria delle lavandaie “storiche” si trasmette alle ragazze più giovani e al pubblico. Presenteranno al Pozzo della Cava il nuovo spettacolo fatto di canti di lavoro, conte, nenie e tradizioni nella forma “volante” con conche e catini, a ricordo del vicino lavatoio pubblico di Piazza Malcorini demolito negli anni Settanta.
Fabio Materazzini: di origini cavajole, è un fotoamatore e socio fondatore all’Associazione Culturale FotoAmaOrvieto, molto attiva sul territorio con attività formative ed espositive, anche nel quartiere della Cava. Ha partecipato a numerose esposizioni collettive ed è autore della foto della Compagnia delle Lavandaie della Tuscia utilizzata nel materiale promozionale dell’evento.