Chi era davvero Amalasunta, regina dei Goti che terminò i suoi giorni relegata nell’isola Martana e il cui fantasma aleggia sul lago? Quali arcaici significati religiosi si celano dietro la figura di santa Cristina ed il suo terribile martirio? Quanti segnali misteriosi hanno lasciato gli Etruschi nel loro centenario cammino? Che funzione svolgevano le quattro costruzioni ciclopiche sommerse dalle acque?
Perché Bolsena è uno dei luoghi d’Italia in cui è così facile avvistare strani oggetti volanti e quale legame esiste con la leggenda di Agarthi? Cosa si nasconde nell’enigmatico pozzo scavato nell’isola Bisentina di cui nessuno conosce l’origine?
Perché questa zona ha una densa storia di stregoneria e racconti diabolici? Cosa simboleggia il terribile mostro Volta con le sue fauci terrificanti da cui uscivano lingue di fuoco? Cosa nasconde l’antica città scomparsa di Bisenzio? Chi era l’oscuro prete del miracolo eucaristico?
Sono queste e molte altre le domande a cui risponde il libro “Misteri, leggende e storia del lago di Bolsena”, appena dato alle stampe da Claudio Lattanzi per Intermedia Edizioni. “Dietro alle leggende e ai miti si celano sempre episodi e fenomeni storici di cui sono andate perdute tutte le fonti fuorchè le narrazioni stesse. Si deve dunque partire da queste per ricostruire il contesto e spesso si fanno scoperte straordinarie” dice l’autore, spiegando così l’intento di questa opera che è, in realtà, quello di ricostruire ciò che di perduto e dimenticato si nasconde dietro a tanti racconti avvincenti, fantastici, spesso cruenti e sinistri scaturiti nel tempo in questa terra.
Il lago di Bolsena è sempre stato al centro di storie fantastiche ed è stato anche teatro di eventi prodigiosi, tra cui il miracolo eucaristico per non parlare dei tanti misteri legati alla civiltà etrusca, ma cosa ha di tanto speciale questa zona della Tuscia e per quale motivo abbonda di queste straordinarie leggende?
La zona del lago di Bolsena riveste un grande interesse soprattutto per due motivi. Il primo è quello di aver avuto una continuità di civilizzazione e di presenza umana già dai tempi preistorici, con la civiltà del Rinaldone, antecedente alla cultura Villanoviana a sua volta anticipatrice degli Etruschi, risalente a tremila anni prima di Cristo. Cinquemila anni di antropizzazione hanno lasciato molti segni, alcuni dei quali straordinariamente affascinanti come, ad esempio, le cosiddette aiole. Si tratta di tumuli di pietra ciclopici a forma ellittica, nascosti sotto il lago, il maggiore dei quali misura 80 metri per 60 ed ha un’altezza di quasi cinque metri. Di queste strutture enormi ne sono state trovate finora quattro e segnalata una quinta, collocate alle estremità del lago e nessun archeologo è ancora riuscito a fornire una spiegazione univoca e convincente della loro costruzione. L’Italia è tuttavia piena di luoghi abitati fin da epoche arcaiche. La particolarità del lago è infatti anche quella di aver visto in azione personaggi di grande rilievo ed essere stato teatro di importanti cambiamenti nella storia della nostra civiltà.
Quali citerebbe tra i più importanti?
In realtà ce ne sono davvero molti. La vicenda di Amalasunta, la regina dei Goti che venne assassinata nel 535 avanti Cristo nell’isola Martana dove l’aveva relegata il cugino-marito Teodato è solo uno degli esempi tra i tanti di grande interesse. La crisi dinastica che si aprì alla morte di questa singolare regina che era stata educata come una principessa romana pur essendo una barbara e che era dotata di straordinaria avvenenza, fu all’origine dell’evento storico tra i più decisivi nel tardo impero romano, ovvero la riunificazione degli imperi di Occidente e di Oriente da parte del bizantino Giustiniano che condusse una guerra ventennale contro i Goti, offrendo tuttavia il fianco all’espansionismo dell’Islam che a metà del 1400 conquistò Costantinopoli, mettendo fine all’Impero bizantino con Maometto secondo. Amalasunta fu davvero una donna al bivio della storia. Contro di lei venne ordita una congiura anche dalla torbida e ambiziosa Teodora, l’ex prostituta divenuto regina dopo le nozze con Giustiniano che odiava la regina dei Goti perché di ostacolo al grandioso disegno politico del marito oltre che considerarla una pericolosa rivale in quanto a fascino. Più in generale, si può dire che il lago di Bolsena è stato l’epicentro di una straordinaria prova di forza che il Cristianesimo mise in atto per eliminare la presenza di una cultura pagana diffusa e radicata, riformulandola e assorbendola nella direzione della rielaborazione quando non era possibile semplicemente cancellarla.
Questo tema costituisce in effetti una delle trame del libro, ma di cosa si tratta esattamente?
La zona del lago fu uno dei centri sacri, se non proprio il centro per eccellenza, della dodecapoli etrusca. La particolare concezione religiosa di questo popolo che vedeva nella natura una realtà vivente e potente, determinò una sacralizzazione diffusa del territorio che la successiva evangelizzazione cristiana assorbì e trasformò secondo i principi e le simbologie della nuova religione, ma con grande fatica. Da questo punto di vista, si possono leggere alcuni dei capitoli più importanti nella vicenda del lago di Bolsena, a partire dalla figura di santa Cristina nella cui arcaica devozione si riflette il culto della divinità delle acque, in precedenza tributato all’etrusca Voltumnae. Usando questa chiave di lettura, assume un significato diverso anche la presenza delle sette chiesette sull’isola Bisentina, da molti ricercatori indicata come l’ombelico sacro” del territorio etrusco e quindi luogo simbolico da riconvertire alla fede di Cristo. Il discorso potrebbe proseguire con la festa della Barabbata di Marta in cui sopravvive la celebrazione pagana legata al culto della fertilità e della rigenerazione della stagioni che ha la sua genesi originaria nel mito di Persefone per popoli etruschi diretti alle celebrazioni che si svolgevano nel fanum e molti altri fatti ancora. L’evangelizzazione del lago è stato davvero una sfida impegnativa per la Chiesa ; questo sforzo ha tuttavia prodotto una straordinaria densità culturale. Non è forse strano che, in un fazzoletto di terra tanto minuscolo siano stati riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa due eventi miracolosi come la trasformazione di un’ostia nel sangue di Cristo nel 1263 (ma probabilmente si tratta dell’anno successivo) e i prodigi legati al terribile martirio di Cristina, la santa- bambina?
L’isola Bisentina è anche al centro del mito di Agarthi secondo cui esistono, nella superficie terreste, delle entrate che conducono in un’altra dimensione, in una sorta di mondo parallelo al centro della terra dove vivono strane creature.
Il collegamento tra la Bisentina è il mito di Agarthi è relativamente recente, ma si collega ad una delle teorie più note tra quelle elaborate in vari ambienti esoterici ottocenteschi. Alla base di questo mito c’è la teoria della cosiddetta “terra cava”, cioè l’idea secondo la quale il centro della terra sarebbe vuoto e li vivrebbe una razza eletta depositaria di conoscenze primigenie dell’umanità. Gli altri punti di accesso a questo mondo sotterraneo si troverebbero sotto alle cascate Iguassù in Argentina, nella foresta amazzonica, in California, al polo nord, accanto alla piramide di Giza in Egitto, sul monte Shasta in India, sul monte Ipomeo a Ischia e sull’isola di Pasqua. Il fondamento scientifico o pseudo scientifico da cui trasse origine il mito è quello, appunto, della terra cava, cioè la teoria propugnata già nel 1600 da un grande scienziato come Edmond Halley la cui fama è giunta a noi soprattutto come scopritore della cometa che da lui prese nome e che fu un talento scientifico multiforme. Halley elaborò una teoria basata sull’esistenza di più poli magnetici da cui derivava una struttura terrestre come formata da un involucro esterno e da un nucleo interno separato.
Sta di fatto che il lago di Bolsena è conosciuto, sia in Italia che all’estero, anche per numerosi avvistamenti di oggetti volanti non identificati.
E’ vero e la conferma viene dal Centro italiano di studi ufologici i cui referenti mi hanno gentilmente concesso di visionare le schede personali, compilate nel corso degli anni, da numerose persone che hanno visto strani oggetti e strani fenomeni sui cieli del lago. Anche in questo caso, è possibile trovare una spiegazione ad alcuni episodi singolari e inquietanti di cui si ha testimonianza in epoca storica e nell’antichità. Si tratta delle cosiddette “palle d’oro o di fuoco” apparse sul lago, cioè manifestazioni apparentemente inspiegabili che sarebbero state in realtà fuoriuscite di gas infiammabile dalle profondità del lago come residuo dell’attività vulcanica e tellurica. Chiarito ciò, si sono registrati anche avvistamenti di oggetti di grandi dimensioni e di forma triangolare che si sono innalzati in cielo per immergersi, nel giro di pochi istanti e senza produrre il minimo rumore, nelle acque del lago. Qui entriamo però in un ambito diverso e ognuno è libero di credere o meno agli ufo.
Nel tuo saggio si dà anche conto delle recenti scoperte in merito all’identità del prete boemo nelle cui mani incredule avvenne il miracolo eucaristico. Chi era esattamente?
Per nove secoli questo prete boemo era come scomparso dal radar della storia. Subito dopo l’evento prodigioso, nessuno sembra più interessarsi di lui che viene, appunto, descritto come “un prete boemo di nome Pietro da Praga”. Solo recentemente, si è scoperto che non si sarebbe affatto trattato di un semplice ed umile religioso o di un modesto pellegrino come avevano tramandato tutte le fonti, ma di un importante diplomatico in servizio alla corte del re di Boemia il quale era stato inviato a Roma per compiere una missione molto delicata. Pietro avrebbe infatti dovuto incontrare il pontefice Urbano IV a Viterbo e ad Orvieto per mettere appunto degli accordi relativi alla guerra che la Boemia avrebbe dichiarato alla Lituania con lo scopo di convertirla al Cristianesimo; operazione alla quale non poteva non essere interessato il pontefice.
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L’autore
Claudio Lattanzi, laureato in Scienze politiche all’università di Perugia, giornalista della redazione umbra de La Nazione, socio della casa editrice Intermedia Edizioni, è autore di saggi sul sistema di potere in Umbria, sulle infiltrazioni della malavita organizzata e di taglio storico. Tra i suoi libri “Orvietopoli”, “Scacco al monsignore”, “La mafia in Umbria”, “I padrini dell’Umbria” (libro più venduto degli ultimi quindici anni di un autore umbro”, “La zarina” biografia di Maria Rita Lorenzetti, “Chi comanda Terni” e “Misteri, leggende e storia del lago di Bolsena”.
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