da #SAVEORVIETO
Giuseppe Germani e i sindaci del territorio fra poche ore incontreranno la governatrice della Regione Umbria Catiuscia Marini. Anche loro ci andranno per chiedere il rispetto del nostro territorio. Da quel che siamo riusciti a comprendere, anche dalla parole del sindaco di Orvieto nel corso del messaggio pasquale agli orvietani, i massimi rappresentanti delle istituzioni del territorio chiederanno una svolta al sistema rifiuti regionale. E sul tavolo porranno le ragioni di un territorio che sta dicendo poche e chiare cose.
L’orvietano è stato solidale per vent’anni con il resto dell’Umbria. Tra i calanchi è stata realizzata una discarica. Vent’anni fa venne fatta quella scelta. Una scelta fatta quando la gestione dei rifiuti non aveva ben presente le diverse possibilità che si potevano definire all’interno di un sistema che vede nelle discariche il modo peggiore per trattare i rifiuti. In molti, anche allora, contestarono quella scelta. Che poi, in ogni caso, fu presa. E rappresentò una forte assunzione di responsabilità per un territorio come il nostro, Un elemento di solidarietà con tutte le comunità regionali che in alcuni momenti si è estesa ad altre emergenze come quella napoletana.
Quella scelta di responsabilità restò comunque una scelta sbagliata. Significava dire si ad una bomba ad orologeria, una bomba ecologica. Nasceva una discarica vicina ai luoghi del vino doc orvietano, vicina ad uliveti di grande qualità, a soli 4 chilometri in linea d’aria dal Duomo di Orvieto.
Ora la comunità del territorio, dopo 20 anni di assunzione di responsabilità, dice basta. Quella bomba sta minando il futuro di questo territorio. E lo dice affermando che oggi, con le tecnologie a disposizione, con la legislazione europea estremamente chiara, la discarica non serve più. Non solo è assolutamente sbagliato immaginare l’uso di un altro calanco ma anche qualsiasi ipotesi di sopraelevazione dell’esistente. Prolungare la vita della discarica significa creare un ulteriore alibi affinché la gestione dei rifiuti si prolunghi in un modo non virtuoso. Per questo personalmente resto colpito dalle dichiarazioni di un ex sindaco, Franco Raimondo Barbabella che come punto di caduta pone l’ampliamento del secondo calanco. No. E non perché siamo testardi ma perché non deve servire. Il sistema regionale delle discariche ha ancora la capacità di ospitare circa un milione di tonnellate di rifiuti. Bastano e avanzano se la volontà è quella di definire un ciclo completo e virtuoso della differenziata, del riciclo, e del riutilizzo.
La Regione deve intervenire modificando il piano dei rifiuti, portando la discussione all’interno dell’AURI, l’autorità unica umbra per i rifiuti (e le risorse idriche). E lì la discussione non può essere quella che definisce dove mettere i rifiuti ma come trattarli e come spingere la differenziata verso percentuali il più possibile alte. La discussione, quindi, è come fare a portare la raccolta differenziata a Terni dal 40% a cifre superiori al 65% come avviene ormai in molti dei comuni Umbri. E tra i comuni umbri nel 2015 l’orvietano ha raggiunto risultati straordinari all’interno di un territorio (quello ternano) che sino al 2014 aveva risultati deludenti.
Per questo vorremmo che dalla discussione con la regione si arrivasse ad una piattaforma tesa a:
Dire no al terzo calanco;
Dire no all’ampliamento e definire una data certa per la chiusura e la bonifica della discarica di Orvieto;
Dare impulso, attraverso l’impiantistica necessaria, alla chiusura virtuosa del ciclo dei rifiuti;
Investire nella differenziata e nell’impiantistica in quei territori dove la differenziata non decolla;
Sostenere con investimenti la campagna per il riciclo ed il riutilizzo dei rifiuti trattabili;
Nella fase in cui si definisce l’obiettivo rifiuti zero, il margine massimo di conferimento in discarica, come nelle realtà virtuose, non può andare oltre il 3-5% dei rifiuti. Questo significa che delle 485mila tonnellate di rifiuti prodotti in Umbria in discarica ce ne possono finire 25mila il che significa che il sistema rifiuti non ha bisogno di alcun ampliamento in nessuna realtà dell’Umbria, almeno per i prossimi 40 anni. E ne servono molti meno, forse nemmeno due per completare il ciclo rifiuti che di discariche non ha più necessità.