di Dante Freddi
Ciascun uomo reagisce di fronte agli eventi che lo coinvolgono attraverso “emozioni di base”, scrive Pier Luigi leoni, “(gioia, sofferenza, rabbia, paura, sorpresa, disgusto) che sono universali e innate, presenti in tutti gli umani come risultato dell’evoluzione verso un adattamento alla vita sociale”.
Queste emozioni intrecciate con il ragionamento ci consentono di individuare i mezzi migliori per la sopravvivenza.
Questa tesi psicosociologica è inserita in più ampio ragionamento di Leoni a commento di alcune foto di bambini profughi che gli avevo suggerito come tema per la rubrica del lunedì 21 di orvietosi.it..
È una lettura che mi piace e mi convince e provo quindi a utilizzarla per tentare un ragionamento che dimostri questa tesi: se fossimo tutti caritatevoli secondo l’insegnamento di papa Francesco, perfino buonisti, i governanti saprebbero trovare le migliori soluzioni per vivere tutti con maggiore serenità e felicità, anche di fronte alle sfide insidiose di questi tempi.
Le immagini di quei bambini, ma anche le schiere di migranti che si affannano alle frontiere, affamati o spinti dalla guerra, sono filtrate da quelle emozioni di base intrecciate con il ragionamento “Ed ecco venir fuori i predicatori dell’amore universale, i buonisti, i multiculturalisti, i pacifisti, ma anche i razzisti, gli identitari e i militaristi.”, continua Leoni.
Credo che i governanti abbiano gli stessi comportamenti nella maturazione delle idee, che da individuali aumentano valore attraverso il consenso che raccolgono e il potere di chi le propone, divenendo poi scelte a nome dei popoli.
Ma i sentimenti di base della classe politica si intrecciano alla razionalità anche condizionati dal pensiero prevalente che emerge dal popolo che governano.
Quando la Merkel ha aperto la Germania ai profughi è stato perché il suo popolo accoglieva con gentilezza e gioia e compassione quei disgraziati oppure il contrario? La sua capacità di ragionare è stata coerente e lo è ancora con la compassione dimostrata in maggioranza dal suo popolo, anche se le difficoltà oggettive hanno influenzato le recenti elezioni amministrative tedesche.
Gli Ungheresi non hanno mai manifestato accoglienza perché il governo ha interpretato la paura e il rifiuto del popolo o il contrario? La giornalista che sgambetta il siriano con il bimbo in mano aveva certamente come sentimenti di base la repulsione e la paura, intrecciate a qualche forma di egoismo nazionale fascisteggiante come componente del ragionamento: ne è uscito l’atteggiamento di chiusura, i muri, il rifiuto manifestato da alcuni Paesi di fronte a questo dramma epocale.
Se gli appelli alla misericordia di papa Francesco fossero accolti e divenissero il sentimento prevalente del popolo europeo i governanti, anche quelli che sono animati e propagandano i sentimenti di paura, di disgusto, di intollernza, dovrebbero adattarsi, farsi influenzare, ricostruirsi e comprendere la necessità di accoglienza, di rispetto, di solidarietà manifestato dai loro connazionali.
Le azioni razionali di governo, nell’interesse dei popoli, sarebbero costruite da persone “buone” che usano l’intelligenza e la ragione e il potere per individuare le soluzioni migliori rispetto alle condizioni storiche, politiche, economiche, organizzative che si presentano. Ma partendo da presone “buone”, termine desueto eppure comprensivo di tutte le migliori doti umane .
La razionalità che sorgerebbe dalla mistione con la carità potrebbe cercare e trovare soluzioni possibili e realizzabili non a motivare rifiuti, ma motivi di accoglienza e convivenza.
Enciclopedia Treccani. buonismo s. m. [der. di buono]. –Ostentazione di buoni sentimenti, di tolleranza.