ORVIETO – Perché nell’ospedale non abiti solo sofferenza, ma anche speranza, sorriso e invenzione. Ecco che allora arrivano nella pediatria del Santa Maria della Stella “buffi dottori”, libri animati, giochi e musica per trasformare quel letto di ospedale nell’isola di Peter Pan o nel tappeto volante di mago Pancione.
Non a caso il progetto proposto dall’associazione Lettori Portatili, di concerto con i responsabili di Pediatria-Neonatologia dell’ospedale di Orvieto, con l’Amrei (Associazione Malattie Reumatiche Infantili) aderente all’Amumri (Associazione Marche Umbria per le malattie reumatiche infantili) e che già ha raccolto l’adesione della giunta di Orvieto, si chiama “Magica Bua”. Perché la permanenza del bambino in ospedale sia avvertita più come gioco che come “costrizione” favorendo così un atteggiamento positivo nei confronti della malattia, breve o lunga che sia.
“L’obiettivo principale – spiega infatti l’associazione – è promuovere il benessere e la salute delle persone fornendo tanto ai piccoli pazienti quando alle loro madri, la possibilità di qualificare il loro tempo in ospedale partecipandovi in modo attivo e traendone stimoli di crescita intellettuale e di socializzazione”.
A livello pratico, il progetto si basa su tre settori d’intervento: le puerpere con il loro neonato in degenza e in follow-up, i bambini in attesa di prestazioni ambulatoriali e i bambini ricoverati. Nel primo caso, attraverso operatori esperti, psicologi e lettori professionisti, l’idea è quella di introdurre nel tempo delle puerpere in ospedale uno spazio creativo e di confronto intrattenendole con brani scelti ad hoc ed interventi musicali dal vivo ad basso impatto acustico. “Gli obiettivi specifici – ribadisce l’associazione – sono di offrire uno spazio di condivisione e ascolto in cui ciascuna madre potrà portare la propria esperienza e ascoltare quella altrui. Oltre a sollecitare la pratica della lettura ad alta voce del proprio bambino fin dai primi mesi di vita”.
Poi ci sono i bambini in attesa. Ad oggi la pediatria del Santa Maria della Stella non dispone di un luogo ad hoc “e i bambini – spiega ancora l’associazione – devono sentirsi come a casa propria in un ambiente dove possono ritrovare i colori della loro cameretta”.
In quest’ottica, una volta individuata l’area insieme ai responsabili del servizio, sarà qualificata visivamente da semplici arredi, stuoie a terra, pannelli alle pareti su cui scrivere e disegnare liberamente il tutto caratterizzato dal colore che con la sua forza attrattiva veicoli il bambino all’interno dell’area fin dal suo arrivo in sala d’aspetto. Qui non sarà solo: vi troverà altri bambini e operatori di formazione specifica che li intratterranno in vari modi. Primo fra tutti la lettura ad alta voce.
Il progetto si rivolge, chiaramente, anche ai bambini ricoverati. Alla lettura ad alta voce saranno affiancate anche attività ludiche e piccoli laboratori manuali o creativi da proporre quasi estemporaneamente secondo la tipologia e l’età dei piccoli pazienti. Che allora possa l’ospedale spalancare le porte al sorriso e alla speranza. (Sa.Simo)