Riceviamo dal M5S Orvieto e pubblichiamo.
La bolletta idrica non comprende solo il consumo ma soprattutto gli oneri che i cittadini pagano anche più di una volta. Vergaglia:«Mentre alla Camera muore la legge per l’acqua pubblica nei territori si comincia a capire il vero costo delle privatizzazioni e la scarsa efficacia di nomine fatte per calcolo politico.».
Avete mai letto una bolletta idrica? Una parte rilevante delle voci è negli oneri, nelle quote fisse.
Cioè quando pagate la bolletta pagate anche i lavori che il privato, ad esempio la Sii, fa come investimento nell’infrastruttura. Ovviamente questi soldi coprono solo una parte dei costi, al resto ci pensano i fondi regionali appositi, che però sono alimentati dalle tasse.
Per fare un esempio pratico il progetto del nuovo acquedotto di Terria, in forza di un Bando del 200 costerà oltre ventitré milioni di Euro. Di questi, a leggere le carte, 15 milioni sono finanziati attraverso la Regione, quindi anche da cittadini non direttamente interessati all’opera, ed i restanti 8 milioni dovranno invece gravare sulle bollette dei cittadini ed imprese, cioè gli utenti serviti da Sii.
Si noti che Sii quando guadagna non è che mandi un bonifico alla Regione od ai singoli cittadini, neanche se “clienti”.
Ora su questi temi il M5S ha richiesto la convocazione urgente di un tavolo regionale e, nei vari Consigli Comunali come quello di Orvieto, saranno depositate interrogazioni per capire bene l’impatto degli oneri fissi sui cittadini di questo ed altri progetti in vista della nuova ripartizione in un unico ambito territoriale.
Forse sarebbe accettabile un investimento pubblico di questa portata per mettere in sicurezza le condotte che perdono una grossa percentuale della risorsa, o per abbattere i residui tossici disciolti, nel caso orvietano ad esempio l’arsenico. Qualcosa del genere i cittadini la capirebbero e sarebbero disposti a sostenerla nonostante avvantaggi il privato prima che loro.
Ma così non è stato. Le scelte sono state molto diverse.
«A questo punto ci chiediamo anche quale attività di “controllo ed indirizzo” per evitare stangate e tutelare gli interessi dei cittadini abbia fino ad ora svolto Leonardo Mariani nel Cda della Sii, voluto da Germani a fronte di un curriculum probabilmente inadeguato e dalla presenza francamente impalpabile. Ne chiederemo l’audizione in Commissione di Garanzia anche alla luce del parere del 22 ottobre 2015, in cui il ministero dell’Interno rileva il fatto che l’amministratore nominato nella società partecipata “è chiamato a esercitare la sua funzione tecnica secondo gli interessi dell’ente che gli ha conferito l’incarico.”, per cui le domanda sono semplici: cosa sta facendo Mariani per gli interessi del Comune di Orvieto? Ha, ad esempio, preferito sostenere gli investimenti su nuovi approvvigionamenti invece di premiare una maggiore qualità della rete?» Lucia Vergaglia, M5S Orvieto