La Commissione bicamerale d’inchiesta che nei giorni scorsi ha visitato l’Umbria e si è recata a Perugia, Terni e Orvieto fa presagire risultati preoccupanti. Non c’è ancora una relazione ufficiale della Commissione, ma intanto già un dato è preoccupante, confermato dall’Arpa, come rilevavano ieri sia il Corriere delll’Umbria che l’Avvenire: in 108 punti vicini a discariche umbre sono presenti fanghi industriali e trielina, materiale che potrebbe aver procurato danni ancora non valutabili. Non si precisa la condizione orvietana.
Particolare attenzione è rivolto alla discarica “Le Crete” per la sua storia, dato che ha ammassato nel 2003, attraverso un accordo con la Regione Campania, 130mila tonnellate di rifiuti campani, che sarebbero dovuti essere soltanto 20mila. Nel 1997 la Procura di Orvieto accertò in un’inchiesta come tutti i liquami prodotti finissero nel fiume Paglia. Nel 2004 un’altra inchiesta, che passò a Perugia e cadde in prescrizione. Poi ci fu la questione dei parametri di mercurio non corretti, che la SAO ritenne riconducibili alle attività estrattive di Cinabro del Monte Amiata.
Ora l’attenzione sulle “Crete” si è fatta particolarmente pressante. Ogni discrepanza amministrativa rilevata dalla Commissione, insieme all’anomala incidenza dei tumori nei comuni dell’area, di cui si dice da anni, creano la necessità di approfondimento di indagini e di verità indiscutibili.
Se ne saprà qualcosa di più giovedì prossimo, quando ascolteremo le comunicazioni del consigliere regionale Raffaele Nevi, del sindaco di Porano Giorgio Cocco, del coordinatore provinciale di Forza italia Sergio Bruschini e del capogruppo di Fi in consiglio Roberta Tardani in occasione della conferenza stampa convocata per le10:00 nel palazzo comunale di Orvieto.