ORVIETO – E’ Francesco Basili il campione di potatura dell’olivo umbro 2016 “a vaso policonico”. Un altro orvietano, per il secondo anno consecutivo, che vince il campionato regionale tenutosi il 24 marzo scorso a Spello organizzato dalla Regione dell’Umbria ed il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università degli Studi di Perugia con la collaborazione del Centro Sociale San Felice di Spello.Una medaglia d’oro che ha il suo bel peso, testimonianza diretta che ad Orvieto c’è ancora rispetto per l’olivo e soprattutto per il territorio.
“Intorno ai campionati regionali e nazionale – racconta soddisfatto Francesco che con il padre Danilo gestisce un’azienda agricola – esiste e si sta sviluppando un “movimento” di addetti interessati, ben formati e informati sulle tecniche agronomiche più funzionali e confacenti a una gestione razionale degli oliveti.
Per quanto riguarda la potatura si sta finalmente tornando al “vaso policonico semplificato”, teorizzato negli anni 20-30 del secolo scorso da alcuni ricercatori (Roventini in toscana, Tonini in umbria) e con successo applicato (vedansi studi e pubblicazioni) e poi “dimenticato” dopo la gelata del 1956. Questo è, almeno nelle nostre zone del centro Italia, l’unico metodo di potatura in grado di assecondare la naturale fisiologia dell’olivo e permettere produzioni mediamente regolari nel tempo, allungando la vita utile dell’oliveto e innalzando notevolmente i redditi dell’olivicoltore perché di molto si riducono i costi di gestione”.
“Potare oggi nelle nostre zone – racconta ancora Francesco – significa spesso scontrarsi col pregiudizio dei proprietari di olivi che continuano, spesso, a volere che sia praticata l’acefalia alta che è un metodo che garantisce produzioni di olive ma alza molto i costi di raccolta, fertilizzazione e potatura (importanti voci di costo dell’oliveto) invecchiando anzitempo le piante (senescenza).
Mentre per la vite si è fatto molto e la gestione agronomica ha ormai raggiunto livelli superlativi, per l’olivo si sta provando a fare qualcosa per impedire che l’abbandono perduri e continui ma serve lo sforzo di tutti: olivicoltori, professionisti, addetti al settore.In tempi di crisi e mutamenti climatici è in gioco la sopravvivenza di un settore strategico e fondamentale non solo della nostra economia, ma anche della cultura e tradizioni rurali del nostro territorio”.
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