di Dante Freddi
ORVIETO – Sindacati al gran completo, con tanto di “compagni” o “amici” che vengono da Terni, come si faceva una volta nelle riunioni di partito, per spiegare alla stampa e quindi alla città i motivi dello stato di agitazione dei dipendenti del Comune di Orvieto.
Tutti hanno insistito su alcuni punti chiave: vengono depotenziati servizi come Anagrafe e Tributi, si operano spostamenti senza coprire i servizi che hanno necessità effettivo bisogno di personale, come vigili, addetti al Cimitero ( ce ne sono 19 di cimiteri) operai per la manutenzione. Dopo il pensionamento dell’ultimo meccanico c’è una fornita officina senza chi ci lavori. Poi, ha fatto presente la signora Panzolini, della funzione pubblica CGIL, dato che mancano posti all’asilo, si operi anche in quella direzione, che è stata esternalizzata. La signora Panzolini non sa che quando l’amministrazione Còncina decise l’esternalizzazione un bambino orvietano costava come se fosse assistito in un 5 stelle lusso e che l’errore gestionale riparato fu ritenuto emblematico di successo ammnistrativo, grazie anche alla grande disponibilità dei dipendenti.
Insomma, per le RSU i cittadini si accorgeranno che non è stato migliorato nulla nonostante le promesse di efficienza dell’Amministrazione.
In più di un intervento è stata stigmatizzato scarso rispetto per i lavoratori, che si sono trovati a dover cambiare poltrona senza neppure un minimo di confronto personale, con una comunicazione ufficiale, dimostrando così l’Amministrazione scarsa sensibilità. Sentimento comprensibile.
L’aumento delle posizioni organizzative, da 9 a 13, è stato da tutti considerato un errore, perché in controtendenza con altri comuni e non necessario, anche se comunque non comporterà aumento di spesa.
Ma la domanda di tutti è il perché l’amministrazione rifiuti il confronto e non abbia proceduto alla concertazione, accontentandosi di alcuni incontri con le organizzazioni sindacali, secondo lo stile “renziano”, è stato detto, senza concertazione, chiarezza d’impostazione e trasparenza d’azione.
E che quello stile non sia granché apprezzato dai sindacati lo sappiamo.
Al di là di possibili errori organizzativi degli amministratori, che hanno comunque il diritto di compierli se motivati da onestà intellettuale, le difficoltà oggettive saltano agli occhi quando di osserva la scheda che disegna l’insieme dei dipendenti che devono essere aggiornati, integrati in altre posizioni e a cui si chiede comunque un cambiamento. Sono 111 le persone che hanno da 50 anni a oltre 60, con una storia lavorativa lunga, sicuramente produttiva, che devono confrontarsi velocemente con un ambiente di lavoro che ha esigenze sempre diverse. Non c’è neppure un dipendente sotto i 30 anni.
Queste criticità sono oggettive e vanno comprese e seguite con amorevole attenzione da parte di chi è più avanti per rimuovere le resistenze di chi deve muoversi velocemente, colleghi e sindacati.
Ma questi termini non sono né sindacali né politici e non so neppure se siano previste simili forme di accompagnamento formativo e motivazionale.
Per chi è responsabile del personale, in questo caso l’assessore Gnagnarini, la vedo difficile.
COMPOSIZIONE DEL PERSONALE IN SERVIZIO
Per genere:
M n. 94
F n. 64
Per età:
18 a 30 anni n. 0
30 a 40 anni n. 9
40 a 50 anni n. 38
50 a 60 anni n. 83
oltre 60 anni n. 28
Per titolo di studio:
Licenza SM n. 37
Diploma Prof. n. 6
Maturità n. 83
Laurea n. 32
Per inquadramento:
Dirigenti n. 3
Categoria (D) n. 55
Categoria (C) n. 54
Categoria (B) n. 46
A seguito dell’incontro di ieri mattina i sindacati hanno diffuso un comunicato per sintetizzare i temi presentati .
Prima le esigenze dei cittadini: non è solo la posizione dell’Amministrazione, ma anche quella dei dipendenti del Comune di Orvieto.
Ed è per questo che non ci piace questa riorganizzazione, perchè non migliora i servizi per la cittadinanza. Anzi.
Da tempo OOSS, RSU e tutto il personale, con un atteggiamento di aperta collaborazione, chiedevano una riorganizzazione dell’ente, consapevoli del fatto che esistono delle criticità nell’attuale organizzazione amministrativa e del lavoro.
Di fatto però questo nuovo modello non produrrà i risultati sperati.
Chi meglio di un dipendente di un ente locale, a diretto contatto con la gente come il Comune, può capire le reali esigenze della cittadinanza? Molti di noi si trovano tutti i giorni ad ascoltare le richieste dei nostri concittadini, spesso le loro problematiche, e più spesso ancora siamo chiamati a dare loro una risposta, in tempi certi e brevi. E non dimentichiamo che siamo noi stessi cittadini e lavoratori con una dignità. Perché se è pur vero che ci sono i casi che fanno scandalo e clamore, non è possibile fare di tutta l’erba un fascio.
Attorno a questa riorganizzazione è stata creata una grossa aspettativa a livello mediatico, sia all’interno che all’esterno dell’ente, a cui non è stato dato alcun seguito, anzi i servizi e gli uffici che offrono quotidianamente servizi ai cittadini come anagrafe e tributi vengono depotenziati, e questo vorrà dire più attese e file agli sportelli, più lungaggini ecc..
Questa riorganizzazione non migliora i servizi manutentivi, la viabilità, le strade, la gestione dei cimiteri così come la vigilanza e la sicurezza sul territorio. (Di fatto non cambia nulla in questi settori).
In questi ultimi anni sono stati giustamente reinternalizzati alcuni servizi e i dipendenti hanno sempre dato la loro disponibilità ai cambiamenti, gestendo anche le emergenze e adattandosi alle diverse situazioni, ottenendo peraltro ottimi risultati, come nel caso dei parcheggi.
Da anni come organizzazioni sindacali chiediamo la formazione del personale, l’adeguamento delle competenze, l’aggiornamento delle dotazioni informatiche hardware e software. Ben vengano tutte queste innovazioni, ma con il reale coinvolgimento dei dipendenti.
Questa riorganizzazione non parte dal basso, dal lavoro quotidiano di ognuno di noi, ma è calata dall’alto, crea ulteriori posizioni apicali, più comandanti e meno soldati.
Invece dell’aumento delle PO, in controtendenza ad altre realtà umbre e nazionali, avremmo preferito che si ricorresse ad altre figure di responsabilità, che di fatto già esistono, più snelle e meno onerose economicamente.
Sindaco e giunta fin dall’inizio del loro mandato avevano sbandierato che la riorganizzazione sarebbe stata frutto di una condivisione e di una partecipazione con i sindacati e i dipendenti e di fatto le OO.SS. e le RSU avevano espresso la propria disponibilità ad un confronto proficuo e costruttivo.
L’Amministrazione ha preferito invece andare avanti da sola, facendo passare per un traguardo “storico” quella che di fatto è una “scatola vuota” che non rivoluziona nulla ma lascia irrisolti i reali problemi dell’ente.
Mara Monachino – Coordinatore RSU Comune di Orvieto Gino Venturi – Segretario provinciale UIL Velio Massini Rosati – Segreteria provinciale UIL FPL Silvia Pansolini – Segreteria regionale FP CGIL Moreno De Piccoli – Segretario generale CISL FP Terni Cristiano Baciarello – Segretario CGIL FP Comune di Orvieto Satolli Valentina – membro RSU