di Valentino Saccà
ORVIETO Lo Scalo? E’ diventato un quartiere dormitorio dove prostituzione, sporcizia, degrado e inciviltà la fanno ormai da padrone a discapito delle velleità turistiche e culturali di una Orvieto che negli anni ha cambiato mille volti mantenendo però la stessa identità di città provinciale con tante potenzialità e pochi fatti. Per farsene un’idea basta parlare con la gente, guardarsi intorno, documentare per raccontare. E’ quello che abbiamo fatto iniziando proprio da Orvieto scalo dove in questi giorni sono in arrivo oltre 380 questionari ad altrettanti operatori commerciali e residenti per capire cosa non va e dove è necessario intervenire.
Contestualizzando il problema, occorre precisare che a dare il colpo di grazia ad una zona già di per sé compromessa dalla supremazia rupestre, è stata l’apertura della Porta di Orvieto con lo spostamento della Coop, un tempo in piazza del Commercio. Con conseguenze soprattutto di ordine ecnomico per gli operatori rimasti costretti a fare i conti con la concorrenza agguerrita di un centro commerciale. Ma anche di degrado visto che l’affluenza di clienti si è spostata.
“Sono qua da ottobre – dice Alessandro Scognamilio del bar del Borgo – ma lo stato di degrado è palese. La chiusura della Coop non ha portato nulla di buono. Anzi sono aumentati gli episodi di criminalità, basti pensare che io ho avuto la visita dei ladri due volte in un mese”. E poi c’è l’inciviltà della gente. “All’interno della piazza del Borgo non ci si dovrebbe etrare, invece, nonostante il divieto è praticamente diventata un parcheggio abusivo” ha aggiunto Scognamilio.
“Questa zona è molto degradata rispetto a poco tempo fa girano molte meno persone ma in compenso sono aumentati gli episodi di prostituzione anche se, comunque, bisogna dirlo, le forze dell’ordine fanno molti controlli” si è aggiunta al coro la titolare del Plaza Cafè Utah Capo. Molti commercianti della zona si sono costituiti anche in un comitato per cercare di migliorare la situazione e portare richieste e suggerimenti all’amministrazione. “Ma purtroppo – spiegano dalla libreria Papini – ad oggi non abbiamo ricevuto risposte. Speriamo piuttosto che con questo questionario si possano risolvere una volta per tutte i problemi che ha questa zona”.
Ma le criticità non sono solamente di decoro e sporcizia ma anche “di portafoglio”. “Con la chiusura della Coop – tuona Gabriella Muzi della farmacia Frisoni – naturalmente c’è una minore affluenza di clienti nella zona, e quindi meno incassi. Ora lo stabile è sfitto, vi andrebbe costruira un’altra grossa attività per dare certo respiro agli altri negozianti. E poi non parliamo della pulizia delle strade, addirittura dobbiamo chiamare noi per fare venire qualcuno a pulire le strede o dell’illuminazione quasi inesistente”.
Insomma i negozianti palesano una diffusa lamentazione legata alla malasicurezza e alla scarsità di igiene che affligge la zona, dopo il questionario utilizzato come lente di ingrandimento del problema, vedremo gli eventuali sviluppi.