di Gianni Marchesini, Orvieto Felice
Il tema è questo del quale da molto tempo il sottoscritto dibatte.
I cittadini di Orvieto e ancor più i commercianti pagano il massimo delle tasse, hanno diritto che venga restituito loro il massimo dei servizi.
Avviene questo? Non avviene.
E allora ci uniamo a Marco Sciarra: le tasse non si paghino. Quando ci vuole ci vuole.
L’economia della città dipende esclusivamente dal turismo e dagli acquisti sottratti alla grande distribuzione che hanno bisogno di un forte potenziale di richiamo dovuto a fattori di tranquillità, di accoglienza, di sicurezza. Insomma, la città ha bisogno di un’atmosfera.
Un tempo si diceva: “Vado in centro, salgo a Orvieto a fare delle spese” e in questo dire c’era una citazione di esclusività, di sottaciuta soddisfazione”.
Quelli che pur di togliere il significato elitario del tennis ne eliminerebbero la rete, continuano a dire che i commercianti non si sono adeguati, non hanno incrociato la modernità, che il centro non è altro che un mutandificio. Bisogna riconoscere che un certo miglioramento c’è stato: alcuni anni fa li chiamavano (conserviamo le locandine) qualunquisti, beceri e, a volte, anche fascisti. D’altra parte chi ha istallato un paio di Coop per ogni amministrazione rossa, quei piccoli negozi del centro dove lo zinale non è di tutti non è che li tiene in particolare simpatia.
Comunque, mettiamo pure che i nostri abbiano ragione: i commercianti sono dei conservatori lamentosi e gretti che al contrario di quelli che imponevano loro di chiudere il primo Maggio, hanno contribuito al decadimento della Città. Ma c’è un però: I cittadini e i commercianti pagano le tasse e i loro storici detrattori invece le riscuotono. Non male come differenza. E perché le riscuotono? Per mantenere pulito il centro. E il centro, è pulito? No, non è pulito. (Per Centro Storico intendiamo tutta la città sulla Rupe, s’intende). Le riscuotono per restituire un’ estetica della città coerente con la sua architettura e la sua storia. Date un’occhiata allora ai fili, ai cordoli, alle piattelle, alle viti, ai cotillon che pendono, tesi da e fra i palazzi, date un’occhiata alle bacheche abbandonate su per il corso dove tutti attaccano tutto, ai secchi dell’immondizia. Date un’ occhiata durante le feste: c’è chi vende le castagne e dorme sotto il Moro, chi s’acquatta per terra con i cani e i sacchi a pelo, chi arriva e suona anche se è un somaro matricolato , chi s’inginocchia in mezzo alla strada, chi mette i gazebo, chi i palloncini, chi gli ombrelli all’incrocio del Moro, chi può bloccare strade, piazze per piazzare accampamenti di bancarelle che vendono il profumo del sapone, imprecisati oggetti, cianfrusaglie da sagra di Olevole.
E riscuotono le tasse, quelli che la colpa è dei commercianti, perché l’atmosfera di una città turistica sia rilassante, confacente al gusto del passeggiare, del curiosare, così per il turista così per chi sale dal suburbio con la voglia di godersi la città. Bene, quelli che riscuotono il massimo della tassazione per il suolo pubblico, il massimo dell’immondizia, il massimo di tutto, hanno la responsabilità di aver reso questa città non solo totalmente inospitale, ma addirittura ostile e respingente.
Hanno la responsabilità di impedire una normale vita commerciale e di non far rispettare la privacy del cittadino. Nei negozi del centro siamo arrivati al 90% dei furti. Tutti hanno subito furti dagli zingari di cui la città e infestata e, purtroppo anche le case. Molti sono vestiti bene, non si notano, ma fanno razzia di portafogli al mercato. Altri, si inginocchiano dove capita. Ci sono mediamente 20, 30 neri girovaghi mattina e sera. Ogni cittadino è fermato da qualcuno ogni due o tre minuti. Le donne anziane vengono rincorse quando imboccano vicoli poco frequentati. Ogni bar, ogni super mercatino ha la sentinella di colore di fuori. Ce ne sono due, ormai veterani, totalmente impuniti che si piazzano in mezzo alla strada dalla mattina alla sera e fermano tutti. Se passi tre volte, ti fermano tre volte che per due fanno sei. Sapete quanti turisti se la svignano? Lo sapete quante risse si sfiorano ogni giorno con i turisti o locali esasperati? Domandate ai carabinieri cosa è successo in alcuni ristoranti l’ultimo dell’anno. Domandatevi per quale ragione dal suburbio si dovrebbe salire a essere torturati in città? Voi direte: “Ma noi abbiamo idee tolleranti, siamo antirazzisti”. Bene. Ma se volete conservare la vostra ideologia, le tasse pagatele voi. Quando si amministra bisogna attenersi al dovere di un’amministrazione che è quello di restituire in servizi ciò che i cittadini pagano in euro. Perché non fate un sondaggio? Domandate a quale livello di sopportazione sono arrivati i cittadini, domandate a quelli del suburbio se le difficoltà di salire in città riguardano il parcheggio o l’interdizione extracomunitaria e zingara. Sappiate che il tutto è mosso da un racket. A volte viene anche il regista. Speriamo che la polizia lo sappia. Anche il Sindaco lo dovrebbe sapere.
Restituite a questa città la parvenza di città di rango qual’è e non quella di un paesone dell’alto Lazio con dei rimandi al lungo lago di Marta, fate un’ordinanza a tutela dei cittadini: “E’ vietata qualsiasi forma di mendicità nel territorio e nella città di Orvieto” e poi, quando avrete fatto il vostro dovere di amministratori, esigete che i cittadini vi paghino le tasse.
Ma fino a quando fate soltanto le multe sarà sacrosanto non pagare.