Riceviamo da Ciro Zeno Responsabile provinciale Dipartimento Sanità lavoro ambiente PCdi e pubblichiamo.
Allo stato attuale non ci è dato sapere del rapporto tra il livello di qualità delle prestazioni per la Salute e il piano di riordino ospedaliero, né tantomeno delle questioni della medicina del territorio e del privato accreditato. Serve un confronto aperto e di merito sulla riorganizzazione sanitaria per la struttura sanitaria presente nel nostro territorio.
Ancora non riusciamo a mettere la parola fine al ridimensionamento della struttura Ospedaliera e del nostro distretto . Sono anni che parliamo della necessità di valorizzare le eccellenze del nostro nosocomio e di migliorare i nostri punti di debolezza.
Una battaglia che il PCdI sta conducendo e che non intende abbandonare. All’assessore alla Sanità avevamo chiesto il miglioramento della struttura, la valorizzazione e incremento di tutto il personali e l’apertura dell’UTIC (Unità di Terapia Intensiva Coronarica) per la quale esistono già due posti attrezzati in terapia intensiva costati alla collettività molti soldi, e un cardiologo presente H24 come già avviene a Spoleto, ospedale fra l’altro come quello orvietano, per rispondere velocemente alle criticità cardiologiche che rientrano fra quelle circostanze estremamente tempodipendente. Si richiede per potenziare il nostro Ospedale anche l’apertura di una unità Coronarica con emodinamica per il trattamento di infarto acuto cosa che oggi è causa dei viaggi “della speranza ” dato che è il nosocomio ternano quello di riferimento in queste gravi circostanze che ricordiamo dista da Orvieto ” solo” 80 kilometri!
Il PCdI chiede un confronto diretto con l’assessore ed il direttore dell’ASL 2 per verificare i problemi e le criticità che noi abbiamo sottoposto. A loro si chiede anche quale sia il livello qualitativo dell’ ospedale e della salute di territorio e la redazione di un resoconto con gli esiti delle verifiche in merito ad alcuni casi di malasanità registrati nel nostro ospedale riguardanti le liste di attesa oramai non garantiste più neanche dei lea, livelli minimi assistenziali. Il PDcI sta comunque valutando di inviare a Roma una richiesta di ispezione da parte del Ministero della Salute, per valutare gli standard qualitativi dell’ospedale di Orvieto.