di Valentino Saccà
ORVIETO – E’ stata dedicata gli scavi archeologici del sito Campo della Fiera, precisamente al rinvenimento di una delle prime chiese cristiane della zona, quella di S. Pietro in Vetere, l’incontro tenutosi venerdi a palazzo Coelli.
Ad aprire la conferenza, l’architetto Alberto Satolli e il professor Danilo Leone che ha annunciato l’impegno ad occuparsi di questo sito archeologico. Dovizioso di notizie, date e avvenimenti, l’excursus storico-archeologic tracciato da Leone partendo proprio ad illustrare un periodo compreso tra il tardo antico e l’alto medioevo dei territori interessati, già preso in esame negli anno Ottanta.
Dopo diversi esempi importanti di siti archeologici nelle zone dell’Orvietano quali il porto di Pagliano e il sito manifatturiero di Scoppieto, si è arrivati al sito di Campo della Fiera, particolarmente noto per il rinvenimento della chiesa e del convento di S. Pietro in Vetere. E’ questa una storia di venti secoli che presenta continuità di fenomeni, forme, azioni e funzioni su una lunghissima durata. Nel sito sono stati rinvenuti, tra gli altri elementi, una domus, ovvero un atrio, e un impluvium, cioè una vasca, e si ipotizza che questo luogo trasformatosi poi in luogo di culto era all’epoca patrocinato da un pretor etruriae populorum, un alto magistrato.
S. Pietro in Vetere è uno dei primi luoghi cristiani della zona (VI – VII sec. D.C.) si presenta come una chiesa dalla struttura lunga e stretta con accanto un convento molto ampio e polifunzionale. Si ipotizza che dopo il crollo della domus S. Pietro in Vetere fu costruita da un gruppo di frati francescani, il sospetto viene per via della struttura stretta e lunga, struttura tipicamente francescana.